Stessi diritti per chi già vive nel Paese, ma alla fine del divorzio la libera circolazione finirà

Sono più di 3 milioni i cittadini di Paesi dell'Unione europea che vivono nel Regno Unito e oltre un milione i britannici che vivono nel continente. Che cosa cambierà per loro con la Brexit? La bozza dell'accordo di ritiro, scrive la Commissione europea, "protegge i cittadini dell'Ue che risiedono nel Regno Unito e quelli britannici che risiedono in uno dei 27 Stati membri dell'Ue alla fine del periodo di transizione, dove tale residenza è in accordo con la legge Ue sulla libera circolazione". E il capo negoziatore europeo, Michel Barnier, ha promesso: "I cittadini europei che si sono stabiliti prima della fine del periodo di transizione nel Regno Unito, e quelli britannici in uno Stato membro dell'Unione, potranno continuare a vivere la loro vita come prima nel loro Paese di residenza".

I cittadini europei che si sono stabiliti nel Regno Unito prima del 31 dicembre 2020, data che chiuderà il periodo di transizione, avranno diritto di residenza permanente dopo cinque anni di soggiorno, come previsto ora. Londra si era già nei mesi scorsi impegnata a rispettare i diritti sinora in vigore per i cittadini comunitari, e a marzo erano state concordate le linee guida. I cittadini europei che già vivono nel Regno Unito e quelli britannici che vivono nell'Ue prima della fine del periodo di transizione, così come i loro familiari e i figli che nasceranno anche dopo la transizione (a certe condizioni), continueranno ad avere i diritti di cui hanno goduto in precedenza. La stessa cosa vale per quelli che arrivano durante il periodo di transizione, senza dimenticare che tale lasso di tempo potrebbe essere prorogato. Garantiti saranno anche i diritti di copertura sanitaria e pensionistici.

Dopo il dicembre 2020, la libera circolazione avrà fine. Chi già si trova nel Regno Unito prima della fine del periodo di transizione dovrà probabilmente richiedere nuovi documenti di residenza, con cui confermare la propria posizione, e lo stesso potrà accadere ai britannici nell'Ue (probabilmente con situazioni diverse in base ai Paesi). La Commissione europea ha proposto che i cittadini possano entrare nell'Ue senza visto per brevi periodi, anche nell'eventualità di un 'no deal', se fosse reciproco.

Le future regole sull'immigrazione non sono state incluse nel processo negoziale, quindi Londra potrà deciderle autonomamente. Inoltre, il Regno Unito vorrebbe includere nell'intesa sulla futura relazione il proseguimento della libertà di movimento per quei britannici che già vivono nei restanti 27 Stati europei. I lavoratori transfrontalieri, che vivono in un Paese e lavorano in uno o più altri, potranno continuare a farlo. I titoli professionali riconosciuti continueranno a essere tali, nel Paese dove la decisione di approvarli è stata presa. 

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