Machado torna a mostrarsi in pubblico dopo 11 mesi: è a Oslo per il Nobel per la Pace. La folla grida: “Libertà, libertà”

Machado torna a mostrarsi in pubblico dopo 11 mesi: è a Oslo per il Nobel per la Pace. La folla grida: “Libertà, libertà”
Maria Corina Machado si affaccia dal balcone del suo hotel, a Oslo (Foto AP/Jonas Been Henriksen)

La leader dell’opposizione venezuelana: “Tornerò per porre fine alla tirannia”

La leader dell’opposizione venezuelana María Corina Machado è apparsa in pubblico per la prima volta dopo 11 mesi a Oslo. Questa mattina presto si è affacciata sul balcone di un hotel nella capitale norvegese e ha salutato i suoi sostenitori. Sua figlia aveva ritirato il Premio Nobel per la Pace a suo nome ieri. Machado avrebbe dovuto partecipare alla cerimonia di premiazione mercoledì a Oslo, ma non è riuscita ad arrivare in tempo. L’ultima apparizione pubblica di Machado risale al 9 gennaio durante una manifestazione a Caracas.

“Libertà! Libertà!”, ha gridato la folla riunita fuori dall’hotel dopo aver visto Machado e insieme hanno cantato l’inno nazionale venezuelano. Machado, vestita con jeans e piumino, ha trascorso diversi minuti fuori dall’hotel, dove è stata raggiunta dai membri della sua famiglia e da alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Ha abbracciato molte persone tra la folla fra i cori “Presidente! Presidente!”. “Vi voglio tutti di nuovo in Venezuela”, ha detto Machado mentre le persone alzavano i cellulari per scattare foto. Machado era nascosta dal 9 gennaio, quando era stata brevemente arrestata dopo essersi unita ai sostenitori in una protesta a Caracas. Alla cerimonia di ieri a Oslo hanno partecipato diverse personalità dell’America Latina in segno di solidarietà con Machado, tra cui il presidente argentino Javier Milei, il presidente dell’Ecuador Daniel Noboa, il presidente di Panama José Raúl Mulino e il presidente del Paraguay Santiago Peña. La motivazione indicata per l’assegnazione del Nobel è stata che Machado ha lanciato la più seria sfida pacifica degli ultimi anni al governo autoritario del presidente venezuelano Nicolas Maduro.

Machado, vincitrice delle primarie dell’opposizione, avrebbe voluto sfidare Maduro alle elezioni presidenziali del 2024, ma il governo le ha impedito di candidarsi. Al suo posto è subentrato il diplomatico in pensione Edmundo Gonzalez, dietro la cui candidatura si è compattata l’opposizione. Il periodo precedente alle elezioni del 28 luglio 2024 è stato caratterizzato da una repressione diffusa, con arresti e violazioni dei diritti umani. La situazione è peggiorata dopo che il Consiglio elettorale nazionale del Paese, composto da fedelissimi di Maduro, ha dichiarato vincitore il presidente in carica. Gonzalez, che lo scorso anno ha chiesto asilo in Spagna dopo che un tribunale venezuelano aveva emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti, ha partecipato alla cerimonia di mercoledì.

Ci si aspettava che Machado partecipasse alla cerimonia di premiazione mercoledì a Oslo, dove i capi di Stato e la sua famiglia erano tra coloro che aspettavano di vederla. Machado ha detto in una registrazione audio di una telefonata pubblicata sul sito web del Nobel che non sarebbe riuscita ad arrivare in tempo per la cerimonia, ma che molte persone avevano “rischiato la vita” per il suo arrivo a Oslo. La sua ultima apparizione in pubblico risaliva a una protesta contro l’insediamento di Maduro per il suo terzo mandato, dopo elezioni fortemente contestate dagli oppositori democratici del dittatore venezuelano.

“Tornerò in Venezuela, il posto più utile alla causa”

In un’intervista alla Bbc rilasciata dopo essere comparsa per la prima volta dopo 11 mesi affacciandosi dal balcone di un hotel di Oslo, Machado ha dichiarato che tornerà in Venezuela. “Certo che tornerò” e “so esattamente quali rischi sto correndo“, ha dichiarato, “sarò nel posto in cui posso essere più utile alla nostra causa”. “Fino a poco tempo fa, pensavo che il posto in cui dovevo stare fosse il Venezuela, ma il posto in cui credo che devo stare oggi, per il bene della nostra causa, è Oslo”, ha aggiunto. La Bbc precisa che durante l’intervista aveva al collo molti rosari, che secondo quanto da lei riferito le erano stati dati dai sostenitori fuori dall’hotel. “Per oltre 16 mesi non ho potuto abbracciare né toccare nessuno”, ha aggiunto Machado, e “improvvisamente, nel giro di poche ore, ho potuto vedere le persone che amo di più, toccarle, piangere e pregare insieme a loro”.

“Non credo che il governo conoscesse il mio nascondiglio, tornerò per porre fine alla tirannia”

In una conferenza stampa a Oslo, Machado ha dichiarato di credere che il governo di Caracas non conoscesse il suo nascondiglio “altrimenti avrebbero fatto di tutto per impedirmi di venire qui“. Machado ha poi ringraziato “tutti quegli uomini e quelle donne che hanno rischiato la vita per poter essere qui oggi”. “Sono venuta a ritirare il premio (il Nobel per la Pace, ndr) a nome del popolo venezuelano e lo riporterò in Venezuela al momento opportuno”, ha aggiunto, spiegando di non voler dire quando questo avverrà ma di voler porre fine alla “tirannia” a Caracas “il più presto possibile”.

Aereo Machado arrivato a Oslo dal Maine

L’aereo a bordo del quale la leader dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado è arrivato a Oslo proveniva da Bangor, nel Maine, negli Stati Uniti. È quanto risulta dai dati di tracciamento del volo.

Secondo quanto riportato ieri in esclusiva dal Wall Street Journal (Wsj), Machado avrebbe lasciato il Venezuela in barca martedì recandosi nell’isola caraibica di Curaçao. In una registrazione audio di una telefonata pubblicata ieri sul sito del Nobel Machado aveva spiegato che non sarebbe arrivata in tempo per la cerimonia di consegna del premio ma che molte persone avevano “rischiato la vita” per permetterle di arrivare a Oslo.

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