– L’Idf ha lanciato attacchi aerei nella zona di Rafah in risposta all’attacco di miliziani palestinesi nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il Times of Israel, indicando che l’incidente segna apparentemente l’ultima violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas.
L’Idf ha iniziato a delimitare la cosiddetta Linea Gialla – alla quale l’esercito si è ritirato secondo i termini dell’attuale cessate il fuoco – nella Striscia di Gaza con dei segnali fisici. Lo riporta il Times of Israel, segnalando un’immagine da Gaza pubblicata questa mattina sui social media che mostra blocchi di cemento dipinti di giallo e cartelli metallici gialli che devono essere fissati su di essi. Il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato l’installazione dei segnali fisici in modo che i confini del controllo militare nella Striscia siano chiaramente visibili. Katz ha affermato che i segnali serviranno da avvertimento ai “terroristi di Hamas e ai residenti di Gaza che qualsiasi violazione o tentativo di attraversare la linea sarà punito con il fuoco”

Uno dei corpi restituiti ieri sera da Hamas è quello dell’ostaggio ucciso Ronen Engel, secondo quanto annunciato dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi e dal kibbutz Nir Oz. Lo riporta il Times of Israel. Il Forum delle famiglie afferma di “abbracciare la famiglia Engel”, definendo la restituzione “una forma di sollievo per una famiglia che ha vissuto in un’agonizzante incertezza e dubbio per oltre due anni”. L’ufficio del Primo Ministro e l’IDF confermano l’identificazione di Engel e affermano che il processo di identificazione dell’altro corpo restituito durante la notte è ancora in corso. Il 7 ottobre 2023, Engel è stato ucciso da Hamas a Nir Oz, mentre sua moglie Karina e le loro figlie Mika e Yuval sono state rapite. Il mese successivo, Karina, Mika e Yuval sono state liberate da Gaza nell’ambito di un accordo di cessate il fuoco. Nel dicembre dello stesso anno, l’IDF ha confermato che Ronen era stato ucciso e che il suo corpo era stato preso in ostaggio. Successivamente è emerso che Ronen era stato ucciso nel kibbutz il 7 ottobre e che i suoi resti erano stati presi in ostaggio. La figlia Mika ha scritto su Instagram che suo padre è “finalmente a casa”. “Dopo 744 giorni, mio padre è finalmente tornato a casa”. “Non è quello che speravamo, non è quello che desideravamo per lui, ma finalmente è successo”, ha aggiunto. “I nostri cuori sono con le famiglie degli ostaggi e non ci fermeremo finché l’ultimo ostaggio ucciso” non sarà tornato a casa.
Hamas ha respinto la dichiarazione del Dipartimento di Stato americano secondo cui il gruppo palestinese avrebbe pianificato un attacco contro civili a Gaza. Lo riferisce Al Jazeera, dopo che il Dipartimento di Stato ha accusato Hamas di voler attaccare civili palestinesi, affermando che ciò costituirebbe una “grave violazione diretta dell’accordo di cessate il fuoco” con Israele da esso mediato.
Uno dei corpi restituiti ieri sera da Hamas è quello dell’ostaggio ucciso Ronen Engel, secondo quanto annunciato dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi e dal kibbutz Nir Oz. Lo riporta il Times of Israel. Il Forum delle famiglie afferma di “abbracciare la famiglia Engel”, definendo la restituzione “una forma di sollievo per una famiglia che ha vissuto in un’agonizzante incertezza e dubbio per oltre due anni”. L’ufficio del Primo Ministro e l’IDF confermano l’identificazione di Engel e affermano che il processo di identificazione dell’altro corpo restituito durante la notte è ancora in corso. Il 7 ottobre 2023, Engel è stato ucciso da Hamas a Nir Oz, mentre sua moglie Karina e le loro figlie Mika e Yuval sono state rapite. Il mese successivo, Karina, Mika e Yuval sono state liberate da Gaza nell’ambito di un accordo di cessate il fuoco. Nel dicembre dello stesso anno, l’IDF ha confermato che Ronen era stato ucciso e che il suo corpo era stato preso in ostaggio. Successivamente è emerso che Ronen era stato ucciso nel kibbutz il 7 ottobre e che i suoi resti erano stati presi in ostaggio. La figlia Mika ha scritto su Instagram che suo padre è “finalmente a casa”. “Dopo 744 giorni, mio padre è finalmente tornato a casa”. “Non è quello che speravamo, non è quello che desideravamo per lui, ma finalmente è successo”, ha aggiunto. “I nostri cuori sono con le famiglie degli ostaggi e non ci fermeremo finché l’ultimo ostaggio ucciso” non sarà tornato a casa.
Il proseguimento della chiusura del valico di Rafah ritarderà il recupero e la consegna di altri corpi degli ostaggi. È quanto afferma Hamas, che ha denunciato che la decisione del premier israeliano Benjamin Netanyahu di impedire l’apertura del valico di Rafah fra la Striscia di Gaza e l’Egitto “costituisce una violazione dei termini dell’accordo di cessate il fuoco. La decisione di Netanyahu di impedire l’apertura del valico di Rafah costituisce una violazione dei termini dell’accordo di cessate il fuoco”. Lo afferma Hamas, come riferisce Al-Jazeera. Secondo il gruppo palestinese, la decisione del premier israeliano Benjamin Netanyahu di tenere chiuso il valico fra la Striscia di Gaza e l’Egitto è una negazione degli impegni che ha assunto nei confronti dei mediatori e dei garanti. “Chiediamo ai mediatori e ai garanti di intervenire per l’apertura del valico”, aggiunge Hamas.
Il Dipartimento di Stato statunitense ha dichiarato di avere “informazioni attendibili” secondo cui, a Gaza, Hamas potrebbe violare il cessate il fuoco con un attacco contro i civili palestinesi. Se l’attacco dovesse avvenire, “costituirebbe una violazione diretta e grave” dell’accordo raggiunto dal presidente Donald Trump per porre fine alla guerra durata due anni tra Israele e Hamas, si legge nella dichiarazione. “Se Hamas dovesse procedere con questo attacco, saranno prese misure per proteggere la popolazione di Gaza e preservare l’integrità del cessate il fuoco”, ha affermato il Dipartimento di Stato.