Guerra in Medio Oriente, le notizie di oggi 23 luglio – La diretta

Guerra in Medio Oriente, le notizie di oggi 23 luglio – La diretta
Israeli activists take part in a protest against the war in the Gaza Strip, Israel’s measures regarding food distribution and the forced displacement of Palestinians, in Tel Aviv, Israel, Tuesday, July 22, 2025. (AP Photo/Ohad Zwigenberg)

La dichiarazione firmata, fra gli altri, da Medici Senza Frontiere, Save the Children e Oxfam

Oltre 100 ong – fra cui Save the Children, Amnesty International, ActionAid International e Medici senza frontiere (Msf) – hanno sottoscritto un appello in cui avvertono che la fame dilaga a Gaza e chiedono di consentire l’ingresso di aiuti umanitari. La dichiarazione arriva all’indomani dell’allarme lanciato dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, secondo cui “a Gaza si sta consumando un orrore senza precedenti”.

Guerra in Medio Oriente, le notizie di oggi 23 luglio – La diretta
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Inizio diretta: 23/07/25 00:00
Fine diretta: 23/07/25 23:59
Media, risposta Hamas a negoziati è deludente

I mediatori di Qatar ed Egitto nei negoziati per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi hanno ricevuto la risposta di Hamas all’ultima proposta, ma per ora non li ha soddisfatti. Lo ha riferito una fonte a conoscenza dei dettagli a Ynet, che ha osservato che i mediatori chiedono ad Hamas “una serie di miglioramenti” per consentire il proseguimento dei negoziati. Ha aggiunto che Israele afferma che la risposta è deludente e che, se la risposta aggiornata migliorerà significativamente, sarà possibile procedere. “Hamas continua a porre condizioni impossibili. La squadra negoziale israeliana è a Doha e continua a tenere colloqui per la restituzione dei nostri ostaggi”, hanno detto fonti israeliane. 

Salgono a 31 i morti oggi a Gaza in raid Israele 

Il numero dei palestinesi uccisi negli attacchi israeliani a Gaza finora è salito ad almeno 31. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Tra loro ci sono almeno due persone che erano alla ricerca di aiuti.

Diversi Stati spingono per misure contro Israele

A quanto si apprende a Bruxelles, diversi rappresentanti degli Stati membri, riuniti nel Coreper, hanno hanno chiesto alla Commissione di dare un seguito concreto al documento sulle opzioni presentato a giugno contro Israele per il mancato rispetto dei diritti nell’ambito dell’Accordo di associazione. Nella riunione, il Servizio per l’Azione esterna dell’Ue ha fornito un quadro sullo stato di attuazione degli impegni da parte di Israele sull’assistenza umanitaria a Gaza, sottolineando il dialogo continuo e franco con i rappresentanti del governo israeliano. La Commissione ha fornito ulteriori informazioni sulla situazione sul campo, descritta come molto grave. Nel dibattito successivo sono intervenute diverse delegazioni: tutte hanno espresso profonda preoccupazione per la situazione sul campo e hanno sottolineato l’importanza di garantire chiari miglioramenti in tempi rapidi. Il Coreper tornerà sulla questione la prossima settimana. 

 Idf conclude indagine, chiesa Gaza colpita accidentalmente

La chiesa della Sacra famiglia di Gaza City, l’unica chiesa cattolica nella Striscia, giovedì è stata colpita accidentalmente. È quanto afferma l’esercito israeliano (Idf) riferendo quanto risulta dall’indagine completata ieri sera dal suo Comando sud. Lo riporta il Times of Israel. Dall’indagine interna è risultato che la chiesa è stata colpita a seguito di una “deviazione involontaria di munizioni”, dichiara l’Idf. Secondo il bilancio fornito dal Patriarcato latino di Gerusalemme, nell’attacco 3 persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite, fra cui padre Gabriel Romanelli.

Autorità Gaza, 10 morti di fame in 24 ore, totale sale a 111

Secondo il ministero della Salute a Gaza, gestito da Hamas, gli ospedali dell’enclave palestinese hanno registrato 10 nuovi decessi dovuti alla carestia e alla malnutrizione nelle ultime 24 ore. In una dichiarazione su Telegram, il ministero afferma che il numero totale di morti causate dalla carestia e dalla malnutrizione a Gaza è salito a 111.

A Gaza 21 morti in raid Israele, oltre metà donne e bambini

È di almeno 21 morti nella Striscia di Gaza il bilancio degli attacchi israeliani avvenuti fra ieri sera e stamattina. Lo riferiscono fonti sanitarie, aggiungendo che oltre la metà delle vittime sono donne e bambini. Secondo l’ospedale Shifa, 12 persone sono morte per un raid israeliano che ha colpito martedì una casa nella parte nord-occidentale di Gaza City; fra i morti, secondo i dati del ministero della Salute, ci sono 6 bambini e 2 donne. Inoltre un altro attacco ha colpito un appartamento nella zona di Tal al-Hawa, nel nord di Gaza, uccidendo almeno 6 persone e fra i morti ci sono 3 bambini e 2 donne, di cui una incinta; altre 8 persone sono rimaste ferite, secondo il ministero della Sanità. Un terzo attacco ha colpito poi una tenda nel quartiere di Naser a Gaza City nella tarda serata di martedì, uccidendo 3 bambini, sempre secondo quanto riferito dall’ospedale Shifa. L’esercito israeliano (Idf) al momento non ha risposto alla richiesta di commentare questi attacchi. L’Idf attribuisce a Hamas la responsabilità delle vittime civili perché i militanti operano da zone popolate

Axios, Witkoff domani a Roma incontra funzionari Israele e Qatar

 L’inviato Usa per il Medioriente, Steve Witkoff, ha in programma di incontrare domani a Roma alti funzionari di Qatar e Israele nell’ambito di una spinta per un cessate il fuoco a Gaza. Lo riferisce Axios in un articolo a firma del giornalista Barak Ravid, citando due fonti informate sui colloqui. Axios sottolinea che l’incontro trilaterale a Roma avrà luogo mentre i negoziatori di Hamas e Israele stanno conducendo negoziati indiretti a Doha, la capitale del Qatar. 

Oltre 100 ong, a Gaza carestia di massa, consentire ingresso aiuti

Oltre 100 ong – fra cui Save the Children, Amnesty International, ActionAid International e Medici senza frontiere (Msf) – hanno sottoscritto un appello in cui avvertono che la fame dilaga a Gaza e chiedono di consentire l’ingresso di aiuti umanitari. “Mentre una carestia di massa si diffonde a Gaza, oltre 100 ong lanciano un appello urgente per consentire l’ingresso di aiuti salva-vita” nella Striscia, recita il titolo dell’appello, in cui si sottolinea che “mentre l’assedio del governo di Israele sta affamando la popolazione di Gaza gli operatori umanitari si uniscono ora alle stesse file per ricevere cibo, rischiando di essere uccisi solo per sfamare le loro famiglie”. “Con le scorte ormai completamente esaurite, le organizzazioni umanitarie stanno assistendo al deperimento dei propri colleghi e partner davanti ai loro occhi”, si legge. Le oltre 100 ong, poi, avanzano richieste dettagliate: “I governi devono smettere di aspettare il permesso di agire. Non possiamo continuare a sperare che gli accordi attuali funzionino. È ora di agire con decisione: chiedere un cessate il fuoco immediato e permanente; revocare tutte le restrizioni burocratiche e amministrative; aprire tutti i valichi di frontiera; garantire l’accesso a tutti in tutta Gaza; rifiutare i modelli di distribuzione controllati dai militari; ripristinare una risposta umanitaria basata sui principi e guidata dall’Onu e continuare a finanziare organizzazioni umanitarie imparziali e basate sui principi. Gli Stati devono adottare misure concrete per porre fine all’assedio, come l’interruzione del trasferimento di armi e munizioni”.

 “Accordi frammentari e gesti simbolici, come i lanci di aiuti dall’alto o accordi di aiuto imperfetti, servono solo a nascondere l’inazione. Non possono sostituire gli obblighi legali e morali degli Stati di proteggere i civili palestinesi e garantire un accesso significativo su larga scala. Gli Stati possono e devono salvare vite umane prima che non ce ne siano più da salvare”, recita l’accorato appello delle ong. “I palestinesi sono intrappolati in un circolo vizioso di speranza e delusione, in attesa di aiuti e cessate il fuoco, solo per ritrovarsi ogni giorno in condizioni sempre peggiori. Non si tratta solo di sofferenza fisica, ma anche psicologica. La sopravvivenza è un miraggio. Il sistema umanitario non può funzionare sulla base di false promesse. Gli operatori umanitari non possono operare con scadenze mutevoli o attendere impegni politici che non garantiscono l’accesso”, scrivono le organizzazioni.

AFP lancia allarme, nostri reporter a Gaza rischiano di morire

Un gruppo di giornalisti dell’Agence France-Presse (AFP) lancia l’allarme sulle condizioni in cui si trovano i colleghi che lavorano a Gaza, affermando che “senza un intervento immediato, gli ultimi reporter presenti a Gaza moriranno”. AFP, Associated Press e Reuters hanno tutte squadre operative nella Striscia, un territorio devastato dalla guerra dove Israele generalmente vieta l’ingresso ai giornalisti stranieri. Secondo i giornalisti di AFP, uno dei fotografi presenti a Gaza ha scritto nel fine settimana che non ha più le forze per continuare a lavorare per i media. Le malattie, il pericolo dei bombardamenti e, in misura crescente, la fame rappresentano problemi urgenti. La Society of Journalists dell’AFP, un’associazione interna di professionisti dell’agenzia, ha descritto in dettaglio ciò che stanno affrontando i colleghi a Gaza. Martedì, la direzione dell’AFP ha dichiarato di condividere la preoccupazione per la situazione “orribile” e di essere al lavoro per evacuare i collaboratori freelance e le loro famiglie. “Da mesi assistiamo impotenti al deterioramento drammatico delle loro condizioni di vita”, ha dichiarato l’AFP in un comunicato. “La loro situazione è ormai insostenibile, nonostante il loro coraggio esemplare, la dedizione professionale e la resilienza”.

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