Dall’Iran a Gaza al processo che in Israele vede coinvolto il primo ministro Benjamin Netanyahu. In un’intervista a Fox News il presidente americano Donald Trump ha passato in rassegna tutte le tematiche principali che riguardano l’area del Medioriente. Il tycoon ha ribadito che l’Iran era “a settimane” dalla bomba nucleare e che l’impianto di Fordow è stato “attraversato come burro” dalle bombe made in Usa. Trump ha anche aggiunto che è disposto a revocare le sanzioni a Teheran se gli iraniani “riusciranno a essere pacifici e a dimostrarci che non causeranno più danni” e questo “farebbe una grande differenza” per il paese degli ayatollah.
“They were trying to develop a bomb, and the reason you try to develop a bomb like that is to use it.”@realDonaldTrump doubles down on the U.S. effort to eliminate the threat of Iran obtaining a nuclear weapon — making it crystal clear why America needed to act when it did. pic.twitter.com/6oBg5ckv1u
— Fox News (@FoxNews) June 29, 2025
Una narrazione che contrasta con quella di Rafael Grossi. Per il capo dell’Aiea, che ha ricevuto anche minacce alla sua incolumità personale dal giornale ultraconservatore iraniano Kayhan, Teheran qualora lo volesse potrebbe disporre “nel giro di pochi mesi” di “qualche cascata di centrifughe che girano e producono uranio arricchito”. “Francamente – ha aggiunto l’uomo al vertice dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica – non si può affermare che tutto sia scomparso e che non ci sia più nulla”.
I dubbi dell’Iran
L’Iran dal canto suo ha fatto sapere che il raid israeliano sul carcere di Evin nel corso della ‘guerra dei 12 giorni’ ha causato 71 vittime. Inoltre il Capo di Stato Maggiore dell’esercito, Abd al-Rahim Mousavi, in un colloquio con il ministro della Difesa saudita ha rimarcato che Teheran “mette in seria discussione l’impegno di Israele per il cessate il fuoco“, in quanto sia lo Stato ebraico che gli Stati Uniti “hanno dimostrato di non rispettare le regole e le norme internazionali”.
La richiesta di Teheran all’Onu
A tal proposito il ministro degli Esteri, Abbas Araghchi, in una lettera indirizzata al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ha chiesto che l’Onu riconosca Israele e gli Stati Uniti come “iniziatori e responsabili dell’atto di aggressione” chiedendo “il pagamento di risarcimenti e riparazioni” per l’accaduto.
Trump vuole l’accordo tra Israele e Hamas
Per ciò che concerne la guerra a Gaza invece Donald Trump ha intimato ad Hamas e Israele di “fare l’accordo“ e “riportare indietro gli ostaggi“. L’organizzazione palestinese ha dato la colpa dello stallo ai vertici del governo israeliano che pongono “condizioni impossibili” per l’intesa. Netanyahu invece è parso più possibilista spiegando che “dopo la vittoria” sull’Iran si sono aperte “molte opportunità” a partire proprio “dal salvataggio degli ostaggi”. Un obiettivo che – ha detto ancora – può essere raggiunte parallelamente a quello di “sconfiggere Hamas”.
Il presidente Usa difende Netanyahu
Il presidente americano ha poi difeso Netanyahu definendo “folle” il processo per corruzione a suo carico. “E’ un eroe di guerra”, ha affermato Trump chiedendosi come sia possibile che debba essere “costretto a sedere in un’aula di tribunale tutto il giorno” per una “caccia alle streghe”.
Poche ore dopo le parole di Trump è arrivata la decisione del tribunale di Gerusalemme che ha approvato in un’udienza a porte chiuse il rinvio della testimonianza dello stesso Netanyahu. Il primo ministro aveva chiesto che l’udienza fosse posticipata di due settimane per questioni diplomatiche e di sicurezza nazionale. La sua istanza era stata respinta per due volte lo scorso venerdì prima del cambio di rotta e del via libera.