Trionfa il premier uscente Montenegro ma i conservatori non sono riusciti a ottenere la maggioranza in Parlamento. Il leader del Partito Socialista si dimette
La coalizione di centrodestra ha vinto le elezioni in Portogallo ma non è riuscita a ottenere la maggioranza in Parlamento. Con il 99% dei voti scrutinati l’Alleanza Democratica ha infatti conquistato almeno 89 seggi – su 230 – nell’Assemblea Nazionale.
Luis Montenegro, leader della coalizione e premier uscente, ha dichiarato di essere aperto ad accordi politici con i partiti di opposizione. “Dobbiamo tutti essere in grado di parlarci e di mettere l’interesse nazionale al primo posto”, ha dichiarato ai suoi sostenitori in un discorso post-elezioni. Alleanza Democratica ha raccolto il 32,7% dei voti, il Partito Socialista si è fermato a 23,4% mentre l’estrema destra di Chega ha raccolto il 22,6%.
Elezioni Portogallo, il leader del Partito Socialista si dimette
Il leader del partito Socialista del Portogallo Pedro Nuno Santos ha rassegnato le dimissioni dopo la sconfitta alle elezioni generali, vinte dalla coalizione di centrodestra. Il partito socialista ha raccolto 58 seggi in Parlamento (su 230), peggior risultato ottenuto dal 1987.
La terza elezione in 3 anni
Per il Portogallo dunque, dove si è trattato delle terze elezioni generali in tre anni, si sono infrante le speranze che il voto potesse porre fine al peggior periodo di instabilità politica degli ultimi decenni e si prospetta un nuovo governo di minoranza. “Dobbiamo essere tutti in grado di dialogare e mettere al primo posto l’interesse nazionale”, ha dichiarato in un discorso post-elettorale Montenegro.
Sono entrati in Parlamento anche sette partiti più piccoli. Senza la maggioranza dei seggi l’Alleanza Democratica, guidata dal Partito Socialdemocratico di centro-destra, può cercare di ottenere il sostegno dei partiti minori, cosa che al momento sembra improbabile, oppure insediarsi come governo di minoranza, come ha fatto durante il suo ultimo mandato. Questo lascerebbe l’esecutivo in balia dei partiti dell’opposizione, che potrebbero unirsi per farlo cadere come è successo due mesi fa. La frustrazione dell’opinione pubblica nei confronti dei principali partiti portoghesi ha portato a un panorama politico sempre più frammentato e ha vanificato gli sforzi per unire le forze su questioni nazionali urgenti come l’immigrazione, l’edilizia popolare e il costo della vita.
A dimostrazione del cambiamento del panorama politico, il sostegno al partito populista di estrema destra Chega è nuovamente aumentato: la formazione ha ottenuto almeno 58 seggi, contro i 50 dello scorso anno, e sta sfidando i socialisti di centro-sinistra come secondo partito del Portogallo. Chega aveva partecipato alle sue prime elezioni solo sei anni fa, quando aveva ottenuto un seggio, e ha alimentato il malcontento nei confronti dei partiti tradizionali più moderati.
Con una campagna elettorale basata sullo slogan ‘Salvate il Portogallo’, si definisce un partito nazionalista e ha sfruttato la popolarità del suo leader, l’avvocato ed ex opinionista calcistico Andre Ventura. “Questo è il mio momento, è una grande vittoria per Chega”, ha dichiarato Ventura, aprendo la porta a un’intesa con l’Alleanza Democratica, affermando che il Paese ha bisogno di stabilità.
Negli ultimi 50 anni i socialdemocratici e il Partito socialista si sono alternati al potere. Per i socialisti, che hanno ottenuto 58 seggi, si tratta del peggior risultato dal 1987. Il leader socialista Pedro Nuno Santos ha annunciato le sue dimissioni. A queste elezioni anticipate (il voto era previsto inizialmente per il 2028) si è arrivati perché l’Alleanza Democratica, che comprende anche il più piccolo Partito Popolare, ha perso un voto di fiducia in Parlamento a marzo, dopo meno di un anno al potere, dopo che i deputati dell’opposizione le si sono alleati contro.
La tempesta politica
Il voto di sfiducia è stato innescato da una tempesta politica su potenziali conflitti di interesse negli affari dello studio legale della famiglia del primo ministro socialdemocratico Luís Montenegro, che ha negato qualsiasi illecito e si è ricandidato. Negli ultimi anni la politica portoghese è stata tormentata da scandali di corruzione.
Ciò ha contribuito all’ascesa di Chega, il cui leader Ventura afferma di avere “tolleranza zero” per gli illeciti commessi in carica, ma Chega è recentemente a sua volta finita nei guai a causa di presunte irregolarità di alcuni suoi parlamentari: uno è sospettato di aver rubato valigie all’aeroporto di Lisbona e di averne venduto il contenuto online, mentre un altro avrebbe falsificato la firma di una donna deceduta (entrambi si sono dimessi).
Il tema immigrazione e l’ascesa dell’estrema destra
Chega deve gran parte del suo successo alle richieste di una politica migratoria più severa, che hanno trovato riscontro fra gli elettori. Il Portogallo ha assistito a un forte aumento dell’immigrazione. Secondo le statistiche del governo, nel 2018 c’erano meno di mezzo milione di immigrati regolari nel Paese, mentre all’inizio di quest’anno erano più di 1,5 milioni, molti dei quali brasiliani e asiatici che lavorano nel turismo e nell’agricoltura. Altre migliaia di persone non hanno i documenti necessari per soggiornare in Portogallo.
Due settimane prima delle elezioni, il governo uscente ha annunciato l’espulsione di circa 18mila stranieri che vivevano nel Paese senza permesso. Sebbene si tratti di una misura di routine, la tempistica ha suscitato accuse secondo cui si trattava di un tentativo di accaparrarsi voti di Chega. Il leader socialista Pedro Nuno Santos, anche lui in corsa come primo ministro, ha definito la mossa una “trumpizzazione” della politica portoghese, riferendosi all’attenzione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per le politiche sull’immigrazione.
La crisi immobiliare
Anche la crisi immobiliare ha acceso il dibattito: negli ultimi 10 anni i prezzi delle case e gli affitti sono saliti alle stelle, in parte a causa dell’afflusso di colletti bianchi stranieri che hanno fatto lievitare i prezzi. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, un ente governativo, lo scorso anno i prezzi delle case sono aumentati di un altro 9%. Gli affitti nella capitale Lisbona e nei dintorni, dove vivono circa 1,5 milioni di persone, hanno registrato lo scorso anno l’aumento più forte degli ultimi 30 anni, con un incremento superiore al 7%, secondo l’istituto.
Il Portogallo è uno dei Paesi più poveri dell’Europa occidentale
Il problema è aggravato dal fatto che il Portogallo è uno dei Paesi più poveri dell’Europa occidentale. Secondo l’agenzia di statistica, lo scorso anno lo stipendio mensile medio era di circa 1.200 euro al lordo delle imposte.
Elezioni Romania
È andata diversamente, invece, in Romania dove ha vinto l’europeista Nicusor Dan. Il sindaco di Bucarest ha sconfitto il favorito George Simion, 38 anni, leader del partito di estrema destra Alleanza per l’Unità dei Romeni (AUR). Dopo lo spoglio di 10,5 milioni di voti su 11,6 milioni, Dan era in testa con il 54,32%, mentre i voti per Simion erano il 45,68%.
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