Il racconto a LaPresse della deputata del Pd, Rachele Scarpa

La delegazione italiana in viaggio verso Gaza, composta da parlamentari dell’intergruppo per la pace tra Palestina e Israele, europarlamentari, associazioni, ong è arrivata al valico di Rafah. I cancelli, rimasti chiusi anche per loro, bloccano l’accesso alla Striscia di centinaia di camion in coda al confine con l’Egitto. I mezzi contengono aiuti umanitari, acqua, cibo e medicine. Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico, spiega a LaPresse che l’obiettivo della missione è quello di “contribuire a rompere il silenzio sullo sterminio del popolo palestinese, chiedere ancora una volta il cessate il fuoco e un impegno maggiore del governo italiano per far sì che cessi il massacro”, oltre che facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari. Per ricordare gli “almeno 18mila bambini palestinesi uccisi dalle bombe israeliane, dalla fame e dagli stenti dal 7 ottobre 2023”, illustra l’onorevole, la ‘carovana solidale’ italiana ha compiuto un’azione simbolica, depositando giocattoli e vestitini giusto all’esterno dei cancelli di Rafah. La delegazione ha fatto quindi tappa in due magazzini tenuti dalla Mezzaluna Rossa egiziana. Qui, denuncia Scarpa, sono “conservati a fatica tutti gli aiuti umanitari che non entrano nella Striscia di Gaza, perché bloccati dall’esercito israeliano”. Si tratterebbe di un magazzino da 80mila e uno da 50mila metri quadri, completamente pieni di “farina, cibo, depuratori per l’acqua, lampade da campo, stampelle, tende, incubatrici, latte in polvere e ogni genere di prima necessità fondamentale alla sopravvivenza di una popolazione stremata”. “Il blocco totale degli aiuti umanitari – afferma Scarpa – è parte di una strategia più complessiva che ha come obiettivo ultimo l’allontanamento forzato e permanente della popolazione palestinese dalla Striscia di Gaza”. “Noi, come comunità internazionale, non possiamo permetterlo”, conclude la deputata dem.

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