Idf: "Azione in vaste aree, ma non dove sono gli ostaggi". Proteste e scontri a Gerusalemme. Rinviato l'ingresso degli aiuti umanitari. Protesta dell'Ue
Il Gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato all’unanimità il piano per estendere l’offensiva militare nella Striscia di Gaza. Prevista l’occupazione della Striscia e il mantenimento dei territori, lo spostamento della popolazione verso sud, la negazione ad Hamas della possibilità di distribuire rifornimenti umanitari e attacchi violenti contro i miliziani palestinesi. L’esercito avverte: “Con l’escalation possiamo perdere gli ostaggi”. Ma il premier Netanyahu è netto: “Siamo alla vigilia di un’invasione massiccia“. E a Gerusalemme molti manifestanti scendono in strada per protestare contro il governo e l’allargamento delle operazioni militari nella Striscia.
Media Houthi: 2 morti e 42 feriti da raid Israele in Yemen
E’ di almeno due morti e quarantadue feriti il bilancio dell’attacco israeliano in una fabbrica di cemento nella città di Bajil, nello Yemen. Lo riporta l’emittente Al Masirah, affiliata agli Houthi. Israele ha dichiarato di aver preso di mira il porto di Hodeidah e la fabbrica di Bajil con 20 aerei da combattimento.
Hamas: “Attacchi israeliani contro Yemen aggressione brutale”
“Questa brutale aggressione costituisce un crimine di guerra e un sistematico terrorismo di stato”. In una dichiarazione su Telegram Hamas condanna gli attacchi israeliani contro lo Yemen, nella città e nel porto di Hodeidah. I raid arrivano dopo i tentativi falliti “di dissuadere lo Yemen e gli Houthi dal loro ruolo eroico di sostegno a Gaza di fronte al genocidio in corso conto civili innocenti”, prosegue il gruppo palestinese.
Raid israeliani in Libano al confine con la Siria
Media libanesi riportano raid aerei israeliani in Libano nella valle di Beqaa, vicino al confine con la Siria. Non si registrano dichiarazioni immediate da parte dell’Idf, l’esercito israeliano.
Trump: “Aiuteremo la gente di Gaza”
“Daremo loro del cibo” e “aiuteremo la gente di Gaza”. Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump, accusando Hamas della crisi umanitaria in corso nella Striscia.
Morti e feriti in raid israeliano in Yemen
Ci sono morti e feriti, secondo fonti yemenite citate dai media locali, nell’attacco israeliano contro una fabbrica nell’area di Bajil, nella provincia di Hodeida, nello Yemen. Lo riporta il sito israeliano Ynet.
Netanyahu: “Operazione a Gaza sarà intensa”
Se non verrà raggiunto un accordo sugli ostaggi l’operazione soprannominata ‘Gideon’s Chariots’ (I carri di Gedeone, ndr) avrà inizio “con grande intensità e non si fermerà finché non saranno raggiunti tutti i suoi obiettivi”. Lo ha affermato in un video su X il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu spiegando che una parte del piano prevede anche “un piano di transizione volontaria per i residenti di Gaza, in particolare per quelli che saranno concentrati nel sud, fuori dal controllo di Hamas”. “Questa è stata la raccomandazione del Capo di stato maggiore – ha aggiunto – puntare alla sconfitta di Hamas e aiutarci a liberare gli ostaggi”.
Proteste fuori dalla Knesset a Gerusalemme, un arresto
Alcuni episodi di violenza sono scoppiati durante una protesta antigovernativa fuori dalla Knesset a Gerusalemme, quando la polizia ha disperso con la forza i dimostranti che stavano bloccando la strada che conduceva all’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. Lo scrive il Times of Israel. Secondo la polizia, durante l’incidente una persona è stata arrestata per “disturbo della quiete pubblica”.
Attacco a Gaza se ostaggi non tornano entro visita Trump
Un alto funzionario della difesa israeliano ha affermato che l’esercito lancerà una grande offensiva contro Hamas nella Striscia di Gaza, soprannominata “I carri di Gedeone“, se non verrà raggiunto un accordo sulla liberazione degli ostaggi con il gruppo terroristico entro la fine della visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nella regione la prossima settimana. Lo riporta il Times of Israel. Trump visiterà l’Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti tra il 13 e il 16 maggio. L’operazione – viene spiegato – ha come obiettivo “la sconfitta di Hamas a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi” ed è stata approvata “all’unanimità” ieri dal gabinetto di sicurezza”.
Idf: “Occupazione di alcune zone ma non di tutta Gaza”
La Striscia di Gaza non sarà occupata nella sua interessa né immediatamente. È quanto hanno detto alti funzionari dell’esercito israeliano (Idf), citati dalla testata Ynet, dopo il via libera di Israele nelle ultime ore a un piano per l’estensione dell’offensiva a Gaza. Secondo quanto filtrato da alcune fonti, il piano prevede di conquistare l’intera Striscia e rimanere nell’enclave palestinese per un periodo di tempo non specificato. Ynet cita però invece funzionari dell’Idf che precisano che il piano approvato dal governo è ampio ma limitato e l’esercito israeliano passerà da incursioni temporanee all’occupazione di alcune zone, ma non dell’intera Striscia, oltre a operazioni di sgombero e di ricerca intensiva nei tunnel.
L’operazione è denominata ‘Gideon’s Chariots’ e, sottolinea Ynet, non sarà attuata domani mattina ma si attenderà che finisca la visita di Donald Trump in Medioriente. Il tycoon si recherà in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti fra il 13 e il 16 maggio.
Idf: “Non entreremo in zone dove si teme ci siano ostaggi”
“Non intendiamo entrare in aree dove si teme che possano esserci ostaggi“. Lo ha detto un alto ufficiale dell’esercito israeliano (Idf), citato dalla testata Ynet, in una precisazione relativa al piano approvato da Israele nelle ultime ore per l’estensione dell’offensiva nella Striscia di Gaza. Il piano ha suscitato polemiche e il Forum delle famiglie degli ostaggi ha protestato affermando che con il nuovo piano Israele sta “scegliendo i territori anziché gli ostaggi”. Ynet precisa che l’avvertimento del capo di Stato maggiore Eyal Zamir, che secondo quanto filtrato su Channel 13 ha detto ai ministri del governo Netanyahu che con il piano di intensificazione dell’offensiva a Gaza Israele rischia di perdere gli ostaggi, non si riferiva al piano approvato dal Gabinetto israeliano nelle ultime ore. Quella dichiarazione, secondo Ynet, risale a due settimane fa e “riguardava uno scenario uno scenario in cui l’Idf opera al massimo livello operativo: una manovra completa con la massima forza in tutta la Striscia”.
Netanyahu ha spiegato che piano Gaza prevede occupazione
Nell’ambito della riunione che in Israele ha portato al via libera del Gabinetto di sicurezza al piano per l’intensificazione dell’offensiva nella Striscia di Gaza, il premier Benjamin Netanyahu ha chiarito che “il piano differisce dai precedenti in quanto si passa dal metodo delle incursioni all’occupazione dei territori e alla permanenza” nei territori stessi. Lo riporta Channel 13, citando una fonte dell’ufficio del premier. “Il primo ministro ha aggiunto che continua a promuovere il piano Trump per consentire il ritiro volontario degli abitanti di Gaza e che sono in corso colloqui sulla questione con diversi Paesi”, ha detto ancora la fonte, aggiungendo che “il Gabinetto ha anche approvato a larga maggioranza la possibilità di distribuire aiuti umanitari, se necessario, per impedire a Hamas di prendere il controllo delle forniture e distruggere le sue capacità governative. “Durante la discussione in Gabinetto è stato affermato che al momento a Gaza c’è cibo a sufficienza”, ha precisato la fonte. Il piano, secondo quanto filtrato, includerà, fra le altre cose, l’occupazione della Striscia e il mantenimento dei territori, lo spostamento della popolazione di Gaza verso sud, l’impossibilità per Hamas di distribuire aiuti umanitari e potenti attacchi contro Hamas”.
Gaza, cosa prevede il piano di Israele
Il piano di Israele per intensificare le operazioni militari nella Striscia di Gaza, che è stato approvato dal Gabinetto di sicurezza israeliano, è graduale e prevede la conquista di ulteriori territori dell’enclave palestinese. Lo riferisce un funzionario israeliano coperto dall’anonimato. Israele controlla già circa la metà del territorio di Gaza, compresa una zona cuscinetto lungo il confine con Israele e tre corridoi che corrono da est a ovest lungo la striscia. Il via libera al piano è giunto all’indomani dell’annuncio israeliano della mobilitazione di decine di migliaia di riservisti per l’espansione delle operazioni a Gaza, che secondo Israele ha lo scopo di aumentare la pressione su Hamas affinché negozi un cessate il fuoco più in linea con le condizioni di Tel Aviv.
Da settimane Israele sta cercando di aumentare la pressione su Hamas e di spingerlo a mostrare maggiore flessibilità nei negoziati. All’inizio di marzo Israele ha bloccato l’ingresso degli aiuti a Gaza, un divieto che è ancora in vigore e che ha fatto precipitare il territorio di 2,3 milioni di persone in quella che è considerata la peggiore crisi umanitaria della guerra. La fame è diffusa e la carenza di generi di prima necessità ha scatenato saccheggi. Il 18 marzo Israele ha ripreso gli attacchi nel territorio, uccidendo secondo le autorità locali più di 2.600 persone nelle settimane successive, molte delle quali donne e bambini. Il bilancio complessivo nella Striscia dall’inizio della guerra è invece di oltre 52mila morti.
Ue: “Israele ritiri piano su Gaza e revochi blocco aiuti”
“L’Unione europea è preoccupata per l’estensione di queste operazioni a Gaza, che causerà un maggior numero di vittime e ulteriori sofferenze alla popolazione palestinese.L’Ue esorta Israele a tornare indietro e afferma chiaramente che il negoziato è l’unica via da seguire per il ritorno degli ostaggi e la cessazione di tutte le ostilità”. Lo afferma il portavoce per gli Affari esteri della Commissione europea, Anouar El Anouni, nel briefing quotidiano con la stampa, rispondendo a una domanda sul piano di Israele per intensificare le operazioni militari nella Striscia di Gaza con nuove annessioni. “L’Ue chiede l’accesso immediato agli aiuti umanitari e la loro distribuzione, nonché il ripristino dell’elettricità a Gaza e il ripristino dei servizi essenziali – aggiunge -. L’Unione Europea esorta inoltre Israele a revocare il blocco su Gaza affinché gli aiuti umanitari possano essere ampiamente distribuiti. La popolazione palestinese ha sofferto abbastanza negli ultimi anni ed è giunto il momento di porre fine alla violenza e alle sofferenze”
Israele vuole distribuzione aiuti Gaza in mano a società private
Israele ha comunicato alle Nazioni Unite che ricorrerà a società di sicurezza private per controllare la distribuzione degli aiuti a Gaza. È quanto risulta da un memo interno circolato fra i gruppi di iuti umanitari e visto da Associated Press. L’Onu ha affermato che non parteciperà al piano così come gli è stato presentato, sostenendo che viola i principi fondamentali delle Nazioni Unite. Il memo, che è stato mandato alle organizzazioni umanitarie domenica, riporta i dettaglia di una riunione fra l’organismo israeliano della difesa incaricato di coordinare gli aiuti a Gaza, il Cogat, e l’Onu. Secondo il piano del Cogat, tutti gli aiuti entreranno a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom, consentendo l’ingresso di circa 60 camion al giorno e distribuendo 20 chilogrammi di pacchi di aiuti direttamente alla popolazione il giorno dell’ingresso, anche se il contenuto dei pacchi non è chiaro, così come il numero di persone che avranno accesso agli aiuti. Nel documento si dice che gli aiuti saranno distribuiti in centri logistici gestiti da società di sicurezza private. Il memorandum afferma che per identificare i palestinesi nei centri sarà utilizzato il riconoscimento facciale e che avvisi via sms informeranno le persone nella zona che possono ritirare gli aiuti. Gli operatori umanitari sottolineano che il piano di centralizzare gli aiuti, invece di consegnarli ai palestinesi dove si trovano, costringerà le persone ad abbandonare le loro case.
Oltre il 90% della popolazione di Gaza è stata sfollata a causa dei combattimenti. Secondo l’Onu, il piano lascerebbe senza rifornimenti gran parte della popolazione, compresi i più vulnerabili. Per l’Onu, inoltre, il piano “sembra concepito per rafforzare il controllo sui beni di prima necessità come tattica di pressione, nell’ambito di una strategia militare”. Il memorandum afferma invece che il governo degli Stati Uniti ha espresso chiaro sostegno al piano di Israele, ma non è chiaro chi fornirà i finanziamenti alle società militari private né gli aiuti. Questa settimana AP ha ottenuto decine di documenti relativi alle preoccupazioni delle organizzazioni umanitarie che gli hub per gli aiuti possano finire per sfollare definitivamente i palestinesi e costringerli a vivere in “condizioni di internamento di fatto”. Da settimane Israele sta cercando di aumentare la pressione su Hamas e spingere il gruppo a mostrare maggiore flessibilità nei negoziati per il cessate il fuoco, ma i mediatori internazionali che cercano di portare le parti verso un nuovo accordo hanno avuto difficoltà a farlo. Le misure di Israele non sembrano aver allontanato Hamas dalle sue posizioni negoziali. Il precedente cessate il fuoco avrebbe dovuto portare le parti a negoziare la fine della guerra, ma questo obiettivo è stato ripetutamente un punto di scontro nei colloqui tra Israele e Hamas. Israele afferma che non accetterà di porre fine alla guerra fino a quando Hamas non sarà sconfitto. Hamas, dal canto suo, ha chiesto un accordo che ponga fine alla guerra.
Capo Idf: “Israele rischia di perdere gli ostaggi”
In una discussione sulla sicurezza tenutasi nei giorni scorsi, il capo di Stato maggiore israeliano Eyal Zamir ha avvertito i ministri del governo di Benjamin Netanyahu che con il piano di intensificazione dell’offensiva a Gaza, che secondo quanto filtrato prevede anche l’occupazione della Striscia, Israele rischia di perdere gli ostaggi. “In un piano di manovra su vasta scala non è detto che riusciremo a raggiungere gli ostaggi. Tenete presente che potremmo perderli”, ha avvertito Zamir secondo quanto riporta Channel 13. “Avete fissato due obiettivi di guerra che sono in contrasto tra loro”, avrebbe aggiunto il capo di Stato maggiore. Secondo Channel 13, in seguito alla dichiarazione di Zamir sono emerse divergenze di opinione fra i rappresentanti dell’establishment della difesa e il primo ministro Benjamin Netanyahu riguardo all’espansione della campagna. Il capo dello Shin Bet Ronen Bar ha appoggiato la posizione del capo di Stato maggiore e ha affermato che combattimenti meno intensi consentirebbero di tornare ai negoziati per un accordo sugli ostaggi. Tuttavia, alcuni ministri hanno espresso opposizione alle parole di Zamir, sostenendo che non ci sarebbe alcuna possibilità di liberare gli ostaggi senza aumentare la pressione militare e sconfiggere Hamas.
Il Gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato nelle ultime ore un piano per l’espansione dei combattimenti a Gaza. Secondo quanto filtrato da una fonte, rilanciata dai media israeliani, “il piano includerà, fra le altre cose, l’occupazione della Striscia e il mantenimento dei territori, lo spostamento della popolazione di Gaza verso sud, l’impossibilità per Hamas di distribuire aiuti umanitari e potenti attacchi contro Hamas”.
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