La reporter era morta sotto custodia russa nel 2024. Nel cadavere mancavano anche alcuni organi interni

Ci sono numerose tracce di tortura su un corpo, restituito dalla Russia all’Ucraina nello scorso febbraio, che secondo l’esame degli esperti appartiene alla giornalista ucraina Viktoria Roshchina, morta sotto la custodia russa. Nel cadavere, inoltre, mancano anche alcuni organi interni. Lo scrive Ukrainska Pravda, il giornale con cui la reporter collaborava. 

La scomparsa e la morte di Viktoria Roshchina

Viktoria Roshchina era scomparsa nell’agosto 2023 mentre realizzava un reportage nei territori ucraini occupati dai russi, vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, e nell’ottobre 2024 era stata confermata la sua morte quando il padre ricevette la notifica dal Ministero della Difesa russo: secondo quei documenti, la morte era avvenuta sotto la custodia russa durante un trasferimento da Taganrog a Mosca, apparentemente in vista di uno scambio di prigionieri. 

Il corpo che ora si ritiene appartenga a Roshchina era stato restituito a febbraio semplicemente come ‘corpo 757’ e le parole “non identificato”. Tuttavia – spiega Ukrainska Pravda – durante l’esame dei resti i patologi hanno stabilito che si trattava del corpo di una donna. E l’esame condotto dagli inquirenti della Procura generale ha rivelato una corrispondenza del 99% con il Dna della giornalista. La donna, 27 anni, sarebbe stata sottoposta anche a torture elettriche.

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