L'Unicef: "Tantissimi dispersi, difficile fare bilanci. Mancano luce e acqua potabile"

Il bilancio delle vittime del forte terremoto in Myanmar è salito a quota 2.719 e si prevede che supererà le 3mila unità. Lo ha affermato la Giunta militare al potere citata dai media internazionali.

Terremoto in Myanmar, Unicef: “Tantissimi dispersi, difficile fare bilanci”

“La situazione è preoccupante. Oltre alle almeno 2mila vittime già accertate e alle migliaia di feriti, ci sono tantissimi dispersi. Si continua a scavare, ma più passano le ore e più è difficile trovare persone in vita. In questo momento è troppo difficile fare previsioni su un bilancio” delle vittime. Lo ha affermato a LaPresse Marcoluigi Corsi, rappresentante dell’Unicef in Myanmar. “La zona colpita dal sisma è molto vasta – ha aggiunto – Mandalay è la seconda città del Paese, inoltre a causa del conflitto in corso molte persone si sono spostate dalle campagne verso i grandi centri urbani, aumentando la loro popolazione”. 

Unicef: “Mancano luce e acqua potabile, rischio epidemie”

“Ci sono molti danni anche alle infrastrutture sanitarie, alcuni ospedali sono crollati e si sta cercando di installare tende o cliniche mobili per i feriti, ma anche per le persone che già erano ricoverate. Inoltre mancano luce e acqua potabile. Si sono verificati casi di diarrea e colera e si temono epidemie“, ha aggiunto Corsi. Un altra necessità è quella relativa ai ripari temporanei: “Nelle zone maggiormente colpite, la gente dorme per strada, tanti edifici sono andati distrutti o sono pericolanti, e a questo si aggiunge la paura che possano verificarsi altre scosse forti”. 

Donna di 63 anni estratta viva dopo 91 ore sotto le macerie

Una donna di 63 anni è stata salvata in Myanmar dopo 91 ore sotto le macerie di un edificio crollato nella capitale Naypyitaw a seguito del terremoto di magnitudo 7.7 di venerdì. Lo hanno riferito i vigili del fuoco di Naypyitaw. Secondo gli esperti, la probabilità di trovare sopravvissuti diminuisce drasticamente dopo 72 ore.

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