Le violenze sfociate dopo un'imboscata a una pattuglia di polizia nella città di Jableh

Più di 300 persone sono state uccise e decine ferite in violenti scontri tra le forze di sicurezza siriane e uomini armati fedeli al deposto sovrano Bashar al-Assad nella provincia costiera di Latakia. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR). “Più di 70 morti e decine di feriti e catturati in scontri sanguinosi e imboscate sulla costa siriana tra i membri del ministero della Difesa e dell’Interno e i militanti dell’esercito del regime defunto”, si leggeva in un post su X. Il bilancio delle vittime è poi salito, riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani, a 237 morti tra cui 142 civili

L’imboscata alla polizia

Gli scontri sono stati innescati da un’imboscata a una pattuglia della polizia siriana nella città costiera di Jableh, vicino alla città di Latakia. Rami Abdurrahman, a capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, ha affermato che gli uomini armati che hanno teso l’imboscata alle forze di polizia sono alawiti, gruppo religioso di cui fa parte la famiglia Assad.  Ha aggiunto che  gli uomini armati filo-Assad avevano il pieno controllo della città natale dell’ex presidente, Qardaha. “Questi sono i peggiori scontri dalla caduta del regime“, ha detto.

Vittime e coprifuoco

L’emittente televisiva panaraba Al-Jazeera ha fatto sapere che il suo cameraman Riad al-Hussein è stato ferito mentre copriva gli scontri. I media statali hanno riferito che le autorità hanno imposto un coprifuoco di 12 ore nella vicina città di Tartus, invitando la popolazione a rimanere a casa e a evitare qualsiasi assembramento in luoghi pubblici. L’agenzia di stampa statale Sana ha riferito che sono stati inviati ingenti rinforzi nella regione costiera per riportare la situazione sotto controllo. L’Osservatorio siriano ha aggiunto che gli elicotteri hanno preso parte all’attacco degli uomini armati alawiti a Jableh e nelle aree vicine. Combattenti fedeli all’ex generale dell’esercito siriano Suheil al-Hassan, noto anche come Tigre, hanno preso parte agli attacchi contro le forze di sicurezza.

“Evitare sentimenti settari”

Sajed al-Deek, un funzionario della sicurezza, è stato citato dai media locali per dire che la situazione è sotto controllo, aggiungendo che gli alawiti non hanno nulla a che fare con gli uomini armati che hanno attaccato le forze di sicurezza giovedì sera 6 marzo. “Chiediamo di astenersi dal sollevare sentimenti settari“, ha detto al-Deek. Sempre Sana ha riferito che le forze di sicurezza hanno arrestato l’ex alto funzionario dell’intelligence, il Magg. Gen. Ibrahim Hweiji, accusato di aver supervisionato l’assassinio del 1977 del leader druso libanese Kamal Joumblatt. Il figlio e successore di Joumblatt, Walid, ha postato sul social X quando la notizia è stata diffusa: “Dio è grande”.

 

Ong: “Oltre 300 civili alawiti uccisi da forze di sicurezza”

Oltre 300 civili alawiti sono stati uccisi negli ultimi giorni dalle forze di sicurezza e dai loro alleati, durante gli scontri tra le autorità e i militanti fedeli all’ex governo di Bashar al-Assad. Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani. L’Ong ha riferito che “almeno 311 civili alawiti sono stati uccisi nella regione costiera dalle forze di sicurezza e dai gruppi alleati” dall’inizio degli scontri giovedì, portando il bilancio complessivo delle vittime a 524 persone, tra cui 213 membri del personale di sicurezza e militanti”.

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