Herzog: "Loro volti grido straziante che riecheggerà nel mondo"
Con bandiere, palloncini arancioni e cartelli con la scritta ‘perdonateci‘, decine di migliaia di israeliani si sono allineati lungo le strade durante i funerali dei fratellini Bibas e della loro madre Shiri, uccisi durante la prigionia nella Striscia di Gaza. Le persone, allineate ai lati delle strade a perdita d’occhio, singhiozzavano e si abbracciavano mentre i feretri si facevano strada lungo il percorso di 100 chilometri dal centro di Israele al cimitero. Centinaia di motociclette, ognuna con una bandiera israeliana e nastri arancioni, viaggiavano solennemente dietro il convoglio. Nella città di Tel Aviv, migliaia di persone, molte delle quali vestite di arancione, si sono riunite per assistere alla trasmissione degli elogi funebri. Alcuni si sono travestiti con i costumi di Batman, gli stessi vestiti dalla famiglia Bibas in uno degli ultimi video girati prima del 7 ottobre, e hanno salutato al passaggio delle bare. Quando sono stati rapiti da Hamas con la madre Shiri, Kfir Bibas aveva 9 mesi e suo fratello Ariel 4 anni.
La situazione della famiglia Bibas ha incarnato il profondo senso di perdita e dolore che ancora permea Israele dopo l’attacco del gruppo militante di Hamas del 7 ottobre 2023 che ha scatenato la guerra. Kfir era il più giovane dei circa 30 bambini presi in ostaggio. Il piccolo, con i capelli rossi e un sorriso sdentato, è diventato rapidamente noto in tutto Israele. La sua vicenda è stata ricordata dai leader israeliani sui podi di tutto il mondo. La famiglia Bibas ha partecipato attivamente alle proteste e ha scelto il colore arancione come simbolo della lotta per i ‘bambini dai capelli rossi’, ovvero i fratellini rapiti. Hanno festeggiato il primo compleanno di Kfir Bibas con un lancio di palloncini arancioni e hanno fatto pressione sui leader mondiali per ottenere la loro liberazione. Le foto di famiglia trasmesse in tv e pubblicate sui social hanno creato un legame nazionale con i due bambini e li hanno resi volti familiari per tutti gli israeliani.
Herzog: “Volti Bibas grido straziante che riecheggerà nel mondo”
“Un intero Paese e un intero popolo sono in lutto”, “tutti noi, un intero popolo dal cuore spezzato, li accompagniamo verso il riposo eterno”. È il post su X che il presidente israeliano Isaac Herzog ha dedicato a Shiri Bibas e i suoi due figli. “Non è così che abbiamo pregato perché tornassero da noi”, scrive il presidente nel giorno del loro funerale. “Con gli occhi della nostra mente li vedevamo tornare, splendenti con le loro teste dorate, con lo sguardo vivace e giocoso che brillava nei loro occhietti. Se c’è ancora misericordia nel mondo, i bei volti di Shiri, Ariel e Kfir saranno un grido straziante, che riecheggerà in tutti gli angoli del mondo“, aggiunge Herzog. “Un grido – prosegue – che si ode da un capo all’altro del mondo e risveglia i cuori delle persone del mondo, i cui sensi sono diventati ottusi, la cui misura di giustizia è stata distorta, i cui cuori sono stati sigillati”.
Today, an entire country, and an entire people, are in the grips of grief and mourning, pain and tears. At an hour when two little lambs – golden babes – are finally coming back to their mother, back to us, back home. And we – all of us – an entire nation with a broken heart,… pic.twitter.com/A1sUxYGhre
— יצחק הרצוג Isaac Herzog (@Isaac_Herzog) February 26, 2025
Yarden Bibas: “Non ho potuto proteggervi”
Parlando ai funerali di sua moglie Shiri e dei figli Ariel e Kfir, Yarden Bibas ha fatto l’elogio della sua famiglia. “Ricordi la nostra ultima conversazione? Nella stanza di sicurezza ti ho chiesto se dovevamo combattere o arrenderci. Tu hai detto di combattere e io ho combattuto”, ha detto tristemente l’uomo, rivolgendosi direttamente alla moglie, “Shiri, mi dispiace di non aver potuto proteggervi tutti. Se solo avessi saputo cosa sarebbe successo, non avrei combattuto”. Poi ha parlato del figlio maggiore, Ariel: “Spero che tu sappia che ti ho pensato ogni giorno, ogni minuto”. “Sono sicuro che stai facendo ridere tutti gli angeli con le tue sciocche battute e imitazioni”, ha aggiunto, “spero che ci siano un sacco di farfalle da osservare, proprio come facevi durante i nostri picnic”. “Kfir, mi dispiace di non averti protetto meglio”, ha continuato rivolto al figlio minore, “mi manca sentire le tue risate”.
Dana Silberman Sitton, sorella di Shiri, ha detto che per oltre un anno ha cercato di prepararsi a seppellire la sorella accanto ai loro genitori, ma il momento è stato comunque travolgente. Ha pregato le persone di ricordare Shiri come una donna piena di luce e di risate, e non solo con il volto terrorizzato mentre veniva rapita. Ha anche chiesto perdono a nome del governo e dell’esercito israeliano per il fatto che ci sia voluto così tanto tempo per riportare Shiri e i figli a casa. La sorella di Yarden, Ofri Bibas Levy, una delle voci più attive nella lotta per il rientro degli ostaggi, ha sottolineato che “il nostro disastro come nazione e come famiglia non sarebbe dovuto accadere e non deve mai più accadere”. “Perdonare significa accettare la responsabilità”, ha continuato, “non c’è alcun senso del perdono prima che si indaghi sui fallimenti e che tutti i funzionari si assumano le proprie responsabilità”.
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