Si tratta di Liri Albag di 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte di 20 anni
Il secondo gruppo di ostaggi restituito da Hamas a Israele è composto dalle soldatesse Liri Albag di 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte di 20 anni. Resta invece ancora nella Striscia di Gaza l’altra soldatessa Agam Berger. Con lei anche la 29enne cittadina israelo-tedesca Arbel Yehud e Shiri Bibas, madre dei piccoli fratellini Kfir e Ariel che quando erano stati rapiti avevano rispettivamente nove mesi e quattro anni.
Le ragazze erano di stanza presso la base militare di Nahal Oz al confine fra Israele e Gaza il 7 ottobre 2023 dove svolgevano il compito di osservatrici. Lì sono state rapite dai miliziani di Hamas. Ecco chi sono le quattro soldatesse.
Chi sono le quattro soldatesse
LIRI ALBAG,19 anni
La giovane è comparsa in un filmato di propaganda di Hamas a inizio gennaio dove raccontava di essere prigioniera da 456 giorni. “Ho solo 19 anni. Ho tutta la vita davanti a me, ma ora tutta la mia vita è stata messa in pausa. Il mondo sta iniziando a dimenticarsi di noi. Stiamo vivendo un incubo”, aveva affermato nel video dove implorava il governo israeliano di riportare a casa gli ostaggi.
KARINA ARIEV, 20 anni
La mattina del 7 ottobre 2023 aveva chiamato i suoi familiari in lacrime raccontando dei razzi in arrivo e degli spari da parte dei terroristi. Pochi giorni dopo l’attacco la sorella l’aveva riconosciuta in una video su Telegram mentre veniva portata via in un veicolo da parte dei miliziani di Hamas con il volto sanguinante.
DANIELLA GILBOA, 20 anni
E’ stata rapita dai miliziani di Hamas direttamente nel suo letto alla base militare di Nahal Oz. La giovane è apparsa in diversi video di propaganda di Hamas dove chiedeva al governo israeliano di “fare il proprio lavoro” per riportare tutti gli ostaggi a casa.
NAAMA LEVY, 20 anni
E’ protagonista di uno dei video più impattanti dell’attacco del 7 ottobre dove la si vede caricata su una jeep da parte di un miliziano da Hamas con le mani legate dietro alla schiena e i pantaloni insanguinati. Levy è la pronipote di sopravvissuti all’Olocausto provenienti dalla Polonia.
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