Siria, Kallas: "Pronti a revoca sanzioni graduale". Si arrende comandante di Hamas a Jenin

L’Ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato ufficialmente che l’esercito israeliano (Idf) non si ritirerà dal Libano domenica 26 gennaio, come previsto dall’accordo di cessate il fuoco tra Israele Hezbollah. Hamas ha comunicato i nomi dei quattro ostaggi israeliani da rilasciare sabato nell’ambito dell’accordo sul cessate il fuoco: sono le soldatesse Liri Albag, Karina Ariev, Danielle Gilboa e Naama Levy. 

Media Israele: rilascio ostaggi avverrà nella mattina di sabato

Israele ritiene che il rilascio dei quattro ostaggi avverrà nella mattinata di domani, sabato. Lo riportano i media israeliani. Secondo quanto riportato dai media arabi, Hamas avrebbe fatto sapere che i rilasci avverranno nel primo pomeriggio. La scorsa settimana, tre ostaggi sono stati rilasciati in serata. 

Media: “Israele accetta la lista degli ostaggi nonostante violi gli accordi”

Un funzionario israeliano ha reso noto che lo Stato ebraico si sta preparando ad accogliere i quattro ostaggi che verranno rilasciati secondo la lista pubblicata da Hamas, anche se ciò costituisce una violazione dell’accordo da parte dell’organizzazione palestinese. Lo riporta Ynet. Hamas ha infatti reso noto che ad essere liberate saranno le quattro soldatesse Liri Albag, Karina Ariev, Danielle Gilboa e Naama Levy ma, secondo quanto stabilito in occasione della tregua, le donne civili sarebbero dovute essere liberate prima di quelle sotto le armi. Israele avrebbe chiarito ai mediatori che la violazione non è accettabile ma non farà saltare l’accordo per questo. Le famiglie delle ragazze sarebbero state informate dell’accaduto. Hamas – riporta Channel 12 – ha informato i mediatori che resta fedele all’accordo e che ci sono state semplicemente delle complicazioni tecniche che hanno portato alla violazione. Arbel Yehud, una delle ultime donne ostaggi civili che si ritiene siano ancora vive, sarebbe trattenuta dalla Jihad islamica palestinese, non da Hamas.

Ostaggi, Netanyahu riunisce vertici sicurezza per risposta a lista Hamas

Il premier Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Israel Katz e i vertici della sicurezza israeliani stanno tenendo consultazioni su come rispondere alla lista rilasciata da Hamas delle quattro donne in ostaggio che saranno liberate domani. Una lista che viola i termini dell’accordo. Lo riporta Times of Israel.L’accordo prevede che Hamas rilasci tutte le donne civili prigioniere prima di passare alle soldatesse, seguite dagli ostaggi anziani e da quelli gravemente malati. Israele ha comunicato a Hamas che si aspetta la liberazione dell’ostaggio Arbel Yehud nel rilascio di quattro prigionieri previsto per questo fine settimana

Hamas: “Libereremo soldatesse Albag, Ariev, Gilboa e Levy”. Ma la scelta viola l’accordo 

Hamas ha reso noti i nomi delle quattro soldatesse israeliane che saranno scambiate domani con prigionieri palestinesi detenuti da Israele nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco di Gaza. Secondo una breve dichiarazione di Abu Obeida, portavoce dell’ala armata di Hamas, saranno rilasciate le soldatesse Liri Albag, Karina Ariev, Danielle Gilboa e Naama Levy. Lo riporta Al Jazeera. Secondo quanto riportano i media israeliani ci sarebbero al momento consultazioni ad alto livello su come rispondere alla lista di ostaggi rilasciata da Hamas, in quanto viola i termini dell’accordo che prevede che Hamas rilasci tutte le donne civili prese in ostaggio prima di passare alla categoria delle soldatesse, poi a quella delle anziane e infine a quella degli ostaggi gravemente malati.  

Hamas ha comunicato a Israele i nomi delle 4 donne ostaggio libere sabato 

Hamas ha comunicato i nomi delle 4 donne israeliane tenute ostaggio che saranno liberate domani nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza. Le autorità israeliane hanno chiesto ai media di non pubblicare i nomi finché non saranno state informate le famiglie. Lo riporta il Times of Israel. -L’Ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confernato che “i mediatori hanno ricevuto l’elenco per il rilascio delle donne rapite” e ha osservato che la risposta di Israele all’elenco “sarà fornita in seguito”.

Gaza, Hamas conferma uccisione di suoi alti funzionari 

 Hamas ha ammesso che un attacco aereo israeliano avvenuto la scorsa estate ha ucciso Rawhi Mushtaha, il primo ministro de facto della Striscia di Gaza, e un altro alto funzionario. Le Forze di difesa israeliane (Idf) avevano dichiarato nell’ottobre 2024 che un attacco aereo su un tunnel nel nord di Gaza tre mesi prima aveva ucciso Mushtaha, insieme ai funzionari di Hamas Sameh al-Siraj, che ricopriva la carica di responsabile della sicurezza nell’ufficio politico di Hamas, e Sami Odeh, il capo del “meccanismo di sicurezza generale” di Hamas. Le morti non erano state finora confermate dal gruppo palestinese. Lo riporta il Times of Israel.

Tel Aviv, parenti ostaggi bloccano autostrada: “Tornino tutti”

 I familiari degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas stanno bloccando la principale autostrada di Tel Aviv, chiedendo al primo ministro Benjamin Netanyahu di non soccombere alle pressioni dei rappresentanti dell’estrema destra Betzalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, che chiedono che la guerra venga ripresa. Lo riporta Haaretz. I parenti degli ostaggi chiedono a Netanyahu di “impegnarsi affinché Israele porti a termine l’accordo in toto” e che tutti gli ostaggi tornino a casa. 

 Onu: “4.800 camion aiuti entrati a Gaza da cessate il fuoco”

Rania Dagash-Kamara, vicedirettrice esecutiva del Programma alimentare mondiale (WFP) delle Nazioni Unite, ha dichiarato ad Al Jazeera che il cessate il fuoco “atteso da tempo” nell’enclave palestinese ha permesso agli operatori umanitari di aumentare le forniture di aiuti necessarie alla popolazione, per lo più “senza incidenti”. Da quando è iniziato il cessate il fuoco, “siamo riusciti a far arrivare 4.800 camion. Questo è per l’intera comunità umanitaria”, ha aggiunto. “Ciò di cui abbiamo bisogno, tuttavia, è che i valichi di frontiera rimangano aperti, in modo affidabile, e che il nostro personale sia in grado di muoversi liberamente e in sicurezza attraverso la Striscia di Gaza per raggiungere i 2 milioni di persone bisognose”, ha aggiunto.

Cisgiordania, Media israeliani: comandante di Hamas a Jenin si è arreso

Qays al-Saadi, il comandante dell’ala militare di Hamas e Jenin in Cisgiordania, si sarebbe arreso consegnandosi all’Idf nella parte orientale della città. Lo scrive Ynet citando fonti palestinesi. 

Ufficio Netanyahu: “Idf non si ritirerà domenica da Libano”

L’Ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato ufficialmente che l’esercito israeliano (Idf) non si ritirerà dal Libano domenica 26 gennaio, come previsto dall’accordo di cessate il fuoco tra Israele Hezbollah. Lo riporta Ynet. Secondo l’annuncio, “nel quadro del cessate il fuoco, è stato stabilito che il ritiro graduale dell’Idf dovrebbe avvenire entro 60 giorni. La clausola è stata così formulata fermo restando che il processo di recesso potrà protrarsi oltre i 60 giorni”. L’ufficio di Netanyahu ha aggiunto che “il processo di ritiro dell’Idf è subordinato allo schieramento dell’esercito libanese nel Libano meridionale e all’applicazione completa ed effettiva dell’accordo, con il ritiro allo stesso tempo di Hezbollah oltre il Litani. Poiché l’accordo di cessate il fuoco non è stato ancora pienamente applicato dallo Stato del Libano, il processo di uscita graduale continuerà, previo pieno coordinamento con gli Stati Uniti”.

 Gaza, Kallas: “Ue impegnata per sviluppo e ricostruzione

“Israeliani e palestinesi meritano la pace a lungo termine, l’Ue rimane un forte sostenitore del popolo palestinese. Stiamo anche intensificando i nostri aiuti, siamo in trattative per riprendere la nostra missione Eubam a Rafah. Siamo anche impegnati nella ricostruzione e nello sviluppo a lungo termine e crediamo che la soluzione dei due Stati sia l’unica via da seguire”. Lo afferma l’Alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas in un punto stampa durante la sua visita in Turchia. “Il cessate il fuoco a Gaza offre un’opportunità per interrompere questo ciclo di violenza e sollecitiamo entrambe le parti a implementare questo accordo. Naturalmente, il cessate il fuoco è temporaneo, ma abbiamo bisogno di una pace sostenibile”, sottolinea.

Siria, Kallas: “Pronti a revoca sanzioni graduale ma con riserva”

 Lunedì i ministri degli Esteri Ue discuteranno della revoca delle sanzioni alla Siria, sulle quali “stiamo adottando un approccio graduale. Ovvero, se vediamo che i passi della leadership siriana vanno nella giusta direzione, allora siamo anche disposti ad allentare il livello successivo di sanzioni. Iniziamo con quelle che sono realmente necessari per avviare la ricostruzione del paese, e poi siamo disposti a fare i nostri passi se la leadership siriana li sta facendo per loro conto”. Lo afferma l’Alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas in un punto stampa durante la sua visita in Turchia. “Vogliamo anche avere un meccanismo di riserva. Ovvero, se vediamo che gli sviluppi stanno andando nella direzione sbagliata, stiamo anche ripristinando le sanzioni. Il futuro della Siria è sia promettente che fragile. Quindi, dobbiamo vederlo in atto. E sono felice che, insieme agli attori regionali, anche la Turchia, anche gli Stati Uniti e il Regno Unito, abbiamo davvero inviato gli stessi messaggi che vogliamo vedere in Siria. Ma le prime decisioni le prenderemo lunedì”, sottolinea.

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