Il premier israeliano: "Non so quanto tempo ci vorrà"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, parlando alla Knesset, ha riferito che sono stati fatti dei progressi nei colloqui per un accordo sugli ostaggi. Lo riporta Ynet. “Non so quanto tempo ci vorrà”, ha precisato il leader di Tel Aviv. “Posso dirvi che non posso dirvi tutte le cose che stiamo facendo”, ha aggiunto.
“Stiamo intraprendendo azioni significative attraverso tutti i canali per riportare a casa i nostri cari. Vorrei dirvi con cautela che ci sono dei progressi“, ha detto ancora Netanyahu. Delle circa 250 persone prese in ostaggio nell’attacco guidato da Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 che ha scatenato la guerra, circa 100 sono ancora all’interno della Striscia di Gaza, di cui almeno un terzo si ritiene sia morto.
Il premier ha detto che le ragioni principali dei progressi sono la morte del leader di Hamas Yahya Sinwar e le azioni militari di Israele contro i militanti di Hezbollah sostenuti dall’Iran che hanno lanciato razzi in Israele dal vicino Libano. “Hamas sperava che l’Iran e Hezbollah venissero in suo aiuto, ma sono impegnati a leccarsi le ferite per i colpi che gli abbiamo inflitto”, ha detto aggiungendo che Israele sta anche esercitando una “pressione militare implacabile” su Hamas a Gaza.
Gaza, 58 morti in 24 ore: 45.317 da inizio guerra
È salito a 45.317 morti e 107.713 feriti nella Striscia di Gaza il bilancio delle vittime palestinesi dall’inizio della guerra il 7 ottobre del 2023. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza, precisando che il bilancio delle ultime 24 ore è di 58 morti e 86 feriti. Secondo quanto riferisce il ministero, molte vittime sono ancora sotto le macerie e sulle strade e le ambulanze e gli equipaggi della Protezione civile non sono in grado di raggiungerle.
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