Ucraina, Italia appoggia nuova proroga sui dazi ma chiede più controlli

Ucraina, Italia appoggia nuova proroga sui dazi ma chiede più controlli
European Union flags flap in the wind at half-staff, in honour of European Parliament President David Sassoli, at EU headquarters in Brussels, Tuesday, Jan. 11, 2022. David Sassoli, the Italian journalist who worked his way up in politics and became president of the European Union’s parliament, died at a hospital in Italy early Tuesday, Jan. 11, 2022 his spokesperson said. (AP Photo/Olivier Matthys)

Il nuovo compromesso prevede l’estensione del periodo di riferimento per l’attivazione del freno di emergenza su alcuni prodotti sensibili per l’Ue al secondo semestre del 2021

Nel dibattito sulla proroga degli accordi commerciali con l’Ucraina alla riunione di oggi degli ambasciatori Ue, l’Italia – che ha preso la parola per prima – ha sottolineato la propria flessibilità per prendere in dovuta considerazione sia i bisogni dell’Ucraina che le preoccupazioni espresse dagli altri Stati membri e dal settore agricolo. Lo riferiscono fonti diplomatiche Ue. L’Italia ha quindi appoggiato la nuova proposta della presidenza belga e chiesto e ottenuto una dichiarazione della Commissione per un monitoraggio rafforzato degli impatti delle importazioni di grano e cereali dall’Ucraina (con l’attivazione delle salvaguardie generali – quelle normalmente previste, non quelle automatiche – anche se i problemi che si dovessero verificare riguardassero solo uno Stato membro). Il nuovo compromesso prevede l’estensione del periodo di riferimento per l’attivazione del freno di emergenza su alcuni prodotti sensibili per l’Ue al secondo semestre del 2021.

La presidenza belga ha constatato un sostegno sufficiente degli Stati membri per tornare ai negoziati con il Parlamento sulla base della nuova bozza di compromesso presentata ieri sera e discussa oggi. Allo stesso tempo, tale compromesso appare come l’ultima mediazione possibile. Molti Stati – riferisce la fonte – l’hanno definito come “upper limit” dicendosi non disposti ad ulteriori concessioni nel senso voluto sia dal Parlamento che da alcuni Stati membri. 

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