L'insediamento dove l'oppositore russo ha perso la vita
Mosca cambia versione sulla morte di Alexei Navalny. Dopo aver annunciato, venerdì 16 febbraio, che il dissidente russo era morto per una trombosi nella colonia penale siberiana IK-3 – vicino al villaggio di Charp, 60 chilometri oltre il Circolo Polare Artico – in cui stava scontando la sua pena, sabato le autorità hanno comunicato che il decesso è avvenuto per una sindrome da morte improvvisa. Ma la famiglia di Navalny è certa: il 47enne oppositore di Putin è stato ucciso e accusa le autorità di non volere riconsegnare il corpo alla famiglia per “nascondere le tracce” del delitto. Il corpo di Navalny, infatti, non si trova all’obitorio di Salekhard, come comunicato dalle autorità. Nelle immagini diffuse da AP, la colonia penale e l’insediamento di Charp in cui Navalny si trovava dallo scorso dicembre e dove ha perso la vita. Il 47enne oppositore di Putin era in prigione dal gennaio 2021, quando era tornato a Mosca dopo essersi ripreso in Germania da un avvelenamento da agenti nervini di cui aveva attribuito la colpa al Cremlino. Successivamente è stato condannato tre volte e ha affermato che ogni caso era motivato politicamente, e ha ricevuto una condanna a 19 anni per estremismo. Dopo l’ultimo verdetto, Navalny aveva dichiarato di aver compreso che stava “scontando una condanna all’ergastolo, che si misura con la durata della mia vita o con la durata della vita di questo regime”.
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