La lettera del 2 ottobre è stata pubblicata da LaPresse il 29 novembre: ecco tutti i contenuti
Dopo i topi e gli scarafaggi, anche le cimici nelle celle ungheresi. “Per i primi tre mesi sono stata tormentata dalle punture delle cimici da letto, che mi creavano una reazione allergica, come hanno potuto vedere” un avvocato e un funzionario del Consolato d’Italia a Budapest. Così Ilaria Salis nella lettera inviata il 2 ottobre 2023 ai suoi avvocati in Italia, Eugenio Losco e Mauro Straini, durante la carcerazione preventiva in Ungheria. “Nonostante le mie ripetute richieste e i segni visibili che avevo anche in volto non ho ricevuto per tutto il periodo né gli antistaminici né la crema”, si legge nella missiva recapitata attraverso i diplomatici italiani in Ungheria e anticipata il 29 novembre scorso da LaPresse. “La corrispondenza con gli avvocati e con il Consolato non dovrebbero controllarla. Tuttavia, mi è capitato che una lettera che avevo spedito all’avvocato e che per un errore nell’indirizzo è stata rispedita al mittente, mi è stata riconsegnata con la busta aperta”, aggiungeva Salis.
E ancora: nelle carceri dell’Ungheria i detenuti “definitivi, che sono separati dai detenuti in cautelare e indossano l’uniforme, sono obbligati a lavorare e ricevono per un lavoro a tempo pieno l’equivalente di 50 euro al mese”. “Oltre alle manette qui ti mettono un cinturone di cuoio con una fibbia a cui legano le manette. Anche i piedi sono legati tra loro: intorno alle caviglie mettono due cavigliere di cuoio chiuse con due lucchetti e unite tra loro da una catena lunga circa 25 centimetri. Poi mettono un’ulteriore manetta a un solo polso, a cui è fissato un guinzaglio di cuoio che all’altezza dell’estremità è tenuto in mano dall’agente della scorta. Tutto questo materiale pesa qualche chilo e la legatura ai piedi permette di fare passi molto corti” scriveva la maestra 39enne. “Legata così ho dovuto salire e scendere diversi piani di scale – scrive Salis – Si rimane legati così per tutta la durata dell’udienza e sono rimasta così legata anche per tutta la durata dell’esame svolta dall’antropologo”.
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