Iran, Isis rivendica attacco a cimitero Soleimani

Iran, Isis rivendica attacco a cimitero Soleimani
A man is being comforted by an other man as he sits next to the body of his loved in body bag who was killed in the explosions in the city of Kerman, about 510 miles (820 kms.) southeast of the capital Tehran, Iran, Wednesday, Jan. 3, 2024. Two bombs exploded Wednesday at a commemoration for a prominent Iranian general slain by the U.S. in a 2020 drone strike, Iranian officials said, as the Middle East remains on edge over Israel’s war on Hamas in the Gaza Strip. (Sare Tajalli, ISNA via AP)

Nella dichiarazione si parla di due kamikaze, che avrebbero agito con giubbotti esplosivi

È stato un attacco kamikaze quello avvenuto ieri a Kerman, nel centro dell’Iran, dove due esplosioni sono avvenute vicino alla tomba in cui è sepolto Qassem Soleimani, il generale iraniano a capo della Forza Quds del quale ricorreva proprio ieri il quarto anniversario dell’uccisione in un raid Usa in Iraq. A riportarlo è l’agenzia di stampa iraniana Irna, che cita una fonte ben informata.

Inizialmente si era parlato di borse-bomba, ma secondo la fonte citata da Irna l’analisi dei filmati delle telecamere a circuito chiuso e di altre prove ha portato a stabilire che sicuramente la prima delle due esplosioni è stata sicuramente causata da un attentatore suicida. Per quanto riguarda la seconda esplosione, la fonte riferisce che le indagini sono ancora in corso ma che è probabile che anche in questo caso si sia trattato di un kamikaze. La fonte ha riferito a Irna che l’attentatore suicida responsabile della prima esplosione era un uomo, che è stato completamente smembrato a causa dello scoppio; la sua identificazione è in corso.

L’Isis ha rivendicato tramite i suoi profili Telegram, riporta Al-Arabiya. L’Associated Press ha precisato di non aver potuto verificare in maniera indipendente la veridicità della rivendicazione anche se presentava alcune somiglianze con altre avanzate dal gruppo estremista. Nella dichiarazione – viene spiegato – si parla di due kamikaze che avrebbero effettuato gli attacchi con giubbotti esplosivi. Inoltre viene usato un linguaggio denigratorio nei confronti degli sciiti, che che lo Stato Islamico considera eretici.

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