L'esperto di relazioni internazionali a LaPresse: "Non è segnale per Usa 2024"
La vittoria di Javier Milei “è un segnale che ci dimostra chiaramente l’insofferenza della popolazione argentina. E’ un voto di protesta contro la situazione economica di un Paese sull’orlo della bancarotta e che a livello economico può quasi essere considerato un ‘paria’ a livello internazionale”. E’ l’analisi fatta con LaPresse da Raffaele Marchetti, docente di Relazioni internazionali all’Università Luiss. Quanto alle ricette economiche proposte dal nuovo presidente, a partire dalla chiusura della Banca centrale, “è un salto nel buio – spiega Marchetti -, si tratta di una visione radicale, perché nessun Paese di quelle dimensioni ha mai abolito la Banca centrale. Da questo punto di vista non abbiamo idea di come possano finire le cose”. Secondo l’esperto, comunque, Milei sarà costretto a fare “dei compromessi” con la destra anti-peronista che lo ha sostenuto al secondo turno. “Questo – conclude – inevitabilmente lo porterà a moderare le sue promesse elettorali”.
Marchetti (Luiss): “Milei in scia a Trump, ma non è segnale per Usa 2024”
“L’elezione di Javier Milei a nuovo presidente dell’Argentina segue una tendenza della politica alla polarizzazione e ai sentimenti anti-establishment. E’ una vittoria sulla scia di quelle di Bolsonaro e Trump. Conferma la possibilità dei partiti anti-establishment di arrivare al potere, ma da qui a dire che possa influenzare le prossime elezioni americane mi sembra eccessivo“, aggiunge Marchetti. Secondo l’esperto sarà “interessante” vedere quali saranno i prossimi passi di Milei nell’ambito del posizionamento internazionale. Da gennaio 2024, infatti, Buenos Aires entrerà ufficialmente nel gruppo dei ‘Brics Plus‘, “ma se dovessimo attenerci alle parole di Milei dovrebbe uscirne subito – sottolinea Marchetti -, siamo di fronte a dei dilemmi interessanti”.
Marchetti (Luiss): “Milei ammorbidirà i toni su Bergoglio”
Il nuovo presidente argentino Javier Milei “ha avuto toni molto duri nei confronti del Papa, ma Bergoglio e la Chiesa cattolica sono due punti di riferimento della società argentina contemporanea, quindi, ragionevolmente, mi aspetto una riapertura”, ha aggiunto Marchetti. Secondo l’esperto, per Milei non sarebbe “sostenibile” entrare in rotta di collisione con la Santa Sede e la Chiesa cattolica, “credo che ammorbidirà i toni“.
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