Medioriente, a Napoli università occupata da pro-Palestina

Medioriente, a Napoli università occupata da pro-Palestina
Roma, manifestazione dei movimenti contro le guerre, nato e in sostegno della Palestina

Gli studenti denunciano il “genocidio in atto” nella Striscia di Gaza

Occupata a Napoli la sede dell’Università l’Orientale “in solidarietà alla resistenza del popolo palestinese”. L’occupazione è stata messa in atto poco prima delle 8 di stamani. Sul balcone di Palazzo Giusso è stato esposto uno striscione: “Università Orientale occupata. Con la Palestina fino alla vittoria”. Nei giorni scorsi, gli studenti dell’ateneo avevano esposto sulla facciata esterna di Palazzo Giusso, centro storico di Napoli, una bandiera palestinese. Gli studenti denunciano un “genocidio in atto” nella Striscia di Gaza “ininterrottamente sotto assedio del governo Israeliano nel silenzio e nella complicità degli Stati Uniti, dei governi occidentali e, non per ultimo, del governo italiano”. 

 

Gli studenti che hanno occupato l’Orientale denunciano il legame dell’ateneo “come altri nel resto del mondo, con le università israeliane” con le quali vengono “intrattenuti rapporti di partenariato e scambio di ricerche. Non vogliamo studiare in un’università che si rende complice di ciò che sta facendo un governo coloniale e criminale come quello israeliano”. “Le nostre rivendicazioni sono chiare e semplici e vogliono amplificare quelle che provengono dalle piazze di queste settimane e dell’appello “Don’t stay silent” dell’università palestinese di Birzeit – fanno sapere gli studenti i quali chiedono che “l’università, nella figura del rettore Roberto Tottoli, si esponga pubblicamente a sostegno del popolo palestinese e per un cessate il fuoco immediato; che l’università riconosca pubblicamente il genocidio della popolazione palestinese di cui è responsabile il governo israeliano; che cessino gli accordi tra L’Orientale e le università israeliane, he l’università si impegni a non ostacolare più le iniziative ed i dibattiti sull’occupazione della Palestina promossi dalle organizzazioni studentesche e e comunità palestinesi”. 

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