Appello dell'Onu che invita a evacuare le scuole dove i palestinesi si sono rifugiati a Gaza

L’ennesima notte di raid israeliani su Gaza apre il quindicesimo giorno di guerra tra Israele e Hamas, con l’esercito di Tel Aviv che si prepara all’offensiva di terra. Almeno 30 le vittime di questi ultimi attacchi secondo l’agenzia palestinese Wafa. Notizie che arrivano a poche ore al rilascio dei due ostaggi americani detenuti dai terroristi: si tratta di Judith Tai Raanan e sua figlia, Natalie Raanan, cittadine statunitensi di Chicago in visita in Israele lo scorso 7 ottobre. Aperto e subito richiuso il valico di Rafah dopo il passaggio di 20 camion di aiuti umanitari, che per Hamas “non cambiano la situazione catastrofica” nella Striscia di Gaza. In corso intanto il ‘summit per la pace’ del Cairo, con il presidente egiziano al-Sisi che parla di “proteggere il popolo palestinese” e di “applicare la soluzione due Stati“. Intanto l‘Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha chiesto di evacuare molte delle sue scuole dove i palestinesi si sono rifugiati a Gaza City. Secondo l’agenzia si tratta di luoghi “non più sicuri” dopo aver ricevuto un avvertimento israeliano. 

Hezbollah: “Siamo già in guerra per indebolire Israele”

“Oggi siamo nel cuore della battaglia” tra Israele e Hamas. Lo ha detto il vice leader del gruppo libanese di Hezbollah, lo sceicco Naim Kassem. “Stiamo cercando di indebolire il nemico israeliano e di fargli sapere che siamo pronti”, ha detto Kassem, commentando i razzi lanciati dal sud del Libano verso Israele. Kassem ha aggiunto che il suo gruppo, che è alleato di Hamas, sta già influenzando il corso del conflitto riscaldando il confine tra Libano e Israele e tenendo tre divisioni dell’esercito israeliano impegnate nel nord così che non possano combattere a Gaza. “Credete che, se cercate di schiacciare la resistenza palestinese, altri resistenti nella regione non agiranno?”, ha continuato Kassem in un discorso tenuto oggi durante il funerale di un combattente di Hezbollah. Oggi il gruppo libanese ha fatto sapere che uno dei propri combattenti è stato ucciso, portando a 14 il totale dei suoi militanti uccisi dal 7 ottobre.

Blinken: “Tenere aperto valico di Rafah”

“Esortiamo tutte le parti a mantenere aperto il valico di Rafah per consentire il continuo movimento di aiuti che sono indispensabili per il benessere della popolazione di Gaza”. È quanto chiede il segretario di Stato americano Antony Blinken. “Siamo stati chiari: Hamas non deve interferire con la fornitura di questa assistenza salvavita”, ha aggiunto, “i civili palestinesi non sono responsabili dell’orribile terrorismo di Hamas e non devono essere costretti a soffrire per le sue azioni depravate”. 

Israele, sirene di allarme a Tel Aviv

Le sirene di allarme sono suonate a Tel Aviv per il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz. Allerta anche in altre città della parte centrale di Israele come Rishon Letzion, Ashdod e Bat Yam.

Media, bombe a Rafah durante passaggio convoglio aiuti

L’esercito di Israele ha lanciato un pesante bombardamento a Rafah, la città in cui si trova il valico che collega l’Egitto con la Striscia di Gaza. L’attacco è avvenuto durante il passaggio del convoglio di aiuti umanitari destinati ai palestinesi. Lo riporta il corrispondente sul posto di Al Jazeera che ha descritto “una scena di consegna di aiuti umanitari sotto un bombardamento di massa“. Durante il raid il dipartimento della protezione civile locale è stato colpito e distrutto.

Hamas: “Israele ignora tutte le convenzioni internazionali”

“Israele ignora tutti i valori e le convenzioni internazionali”. E’ quanto riporta una dichiarazione di Hamas pubblicata da Al Jazeera. Secondo Hamas “i continui bombardamenti della Striscia di Gaza in concomitanza con il vertice del Cairo sono un messaggio che Israele ignora tutti i valori e le convenzioni internazionali“. Questo richiede una presa di posizione della comunità internazionale “decisa”. 

Turchia: “Israele scatena rabbia cieca su palestinesi”

“Israele sfrutta la solidarietà di alcuni Paesi come carta bianca per scatenare una rabbia cieca sui palestinesi, una rabbia che prende di mira persino moschee e ospedali”. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, parando al vertice al Cairo sul conflitto in corso in Medioriente tra Israele e Hamas. “Gli aiuti militari incondizionati a Israele o il costringere i Paesi regionali a piani irrealistici e insostenibili non servono a nulla se non ad approfondire l’occupazione”, ha aggiunto Fidan, “perché queste politiche omettono, trascurano e ignorano una parte vitale dell’equazione: i palestinesi“. E accusa: “Disumanizzando le vite dei palestinesi, Israele mira a normalizzare la loro sofferenza. Noi diciamo: mai. Mai per i palestinesi, mai per nessun altro”. 

Arabia Saudita: “Israele rispetti diritto internazionale”

Faisal bin Farhan, ministro degli Esteri saudita, ha affermato che “i tragici eventi in Palestina richiedono un’azione urgente per un cessate il fuoco”, ribadendo il “categorico rifiuto” da parte di Riad dello “sfollamento dei palestinesi dalle loro terre”. Lo riporta Al Arabiya. “Israele deve rispettare il diritto internazionale”, ha detto nel suo intervento nel vertice in corso a Il Cairo. 

Colonna: “Risposta Israele rispetti diritto internazionale”

“Israele ha il diritto di difendersi per evitare che ciò si ripeta”, ma la risposta deve essere “giusta” e “coerente con il diritto internazionale“. È quanto ha affermato, riferendosi all’attaco di Hamas del 7 ottobre, la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna al vertice del Cairo sul conflitto in Medioriente. Colonna ha aggiunto che Hamas “non rappresenta la causa palestinese”. “Questi civili non sono responsabili dell’atto del gruppo”, ha precisato, “respingiamo l’atto di Hamas e chiediamo a tutte le altre parti internazionali di condannare gli atti di Hamas”. La Ministra francese ha anche affermato che è necessario raggiungere un consenso su come fornire aiuti alla Palestina in modo sostenibile. I soccorsi umanitari dovrebbero essere “mirati ai settori più vulnerabili” e devono esserci un corridoio umanitario e un cessate il fuoco per coloro che desiderano uscire dalla Striscia di Gaza e che devono essere in grado di farlo “senza alcun impedimento”. 

Ministero Sanità Gaza: “Serve carburante per ospedali”

“Facciamo appello alla comunità internazionale e all’Egitto affinché lavorino immediatamente per portare carburante e bisogni sanitari di emergenza prima che altre vittime si perdano negli ospedali”. È quanto si legge in una nota del ministero della Sanità palestinese a Gaza. La nota sottolinea che l’esclusione del carburante dagli aiuti umanitari che stanno raggiungendo la Striscia dall’Egitto metterà in pericolo la vita dei malati e dei feriti.

Mezzaluna Rossa: “Rischioso portare aiuti in nord Striscia”

I volontari della Mezzaluna Rossa Palestinese si stanno dirigendo a Gaza per consegnare il primo convoglio a un deposito dell’Unrwa (l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi) a Deir El-Balah. Il direttore della Mezzaluna, Marwan Jilani, ha detto che la sfida sarà poi quella di consegnare gli aiuti alle zone centrali e settentrionali della Striscia di Gaza, che sono state maggiormente colpite dai bombardamenti. “È un’operazione rischiosa”, ha dichiarato Jilani ad Al Jazeera, “i nostri colleghi rischieranno la vita per portare i rifornimenti dove sono più necessari”.

Bilaterale Meloni-Abbas a margine lavori summit Cairo

È in corso, secondo quanto si apprende, un bilaterale tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas. L’incontro di sta svolgendo a margine dei lavori del summit per la pace in corso al Cairo. 

Sanchez: “Vertice getti basi per soluzione a due Stati”

“Ora l’essenziale è proteggere tutti i civili. Penso agli ostaggi, che devono essere immediatamente restituiti alle loro famiglie, e a coloro che soffrono l’orrore a Gaza. L’unico modo per raggiungere questo obiettivo è con maggiori aiuti umanitari e un cessate il fuoco. E, allo stesso tempo, gettare le basi di due Stati, Israele e Palestina, che si rispettino reciprocamente e convivano in pace e sicurezza”. Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez nel corso del suo intervento al vertice del Cairo. “Spero sinceramente che questo vertice segnerà la strada verso la pace in Medioriente. Una pace che garantisca che gli eventi drammatici a cui assistiamo oggi non si ripetano mai più”, ha concluso.

Portavoce esercito israeliano: “Carburante non entrerà a Gaza”

“Il carburante non entrerà a Gaza”. Lo ha precisato il portavoce dell’esercito israeliano, David Hagari, nel corso di una conferenza stampa parlando in merito agli aiuti che oggi sono entrati nella Striscia di Gaza tramite il valico di Rafah. Lo riportano i media di Tel Aviv.

Oltre 4.300 morti a Gaza, più di 1.700 sono bambini

“Sono 4.385 i morti nella Striscia di Gaza dall’inizio della campagna di attacchi missilistici dell’esercito israeliano. Tra questi, 1.756 sono bambini e 967 sono donne”. É quanto afferma il ministero della Salute di Gaza. I feriti sono al momento 13.561, mentre sono ancora numerose le persone che si trovano sotto le macerie degli edifici bombardati. Il 70% delle vittime degli attacchi israeliani, aggiunge il ministero palestinese, sono bambini, donne e anziani.

Idf annuncia arresto di 68 membri Hamas nella notte in Cisgiordania

Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno affermato di aver arrestato 68 membri di Hamas nella notte in Cisgiordania. Lo riporta The Times of Israel. In totale sono 450 i palestinesi affiliati ad Hamas e arrestati dall’esercito israeliano dall’inizio del conflitto. Sempre durante la notte, l’Idf afferma che le truppe hanno demolito la casa del terrorista di Hamas Maher Shalloun, nel campo profughi di Aqabat Jabr, accusato di aver ucciso a febbraio Elan Ganeles, cittadino americano-israeliano, sull’autostrada Route 90. 

Razzi dalla Striscia di Gaza verso il centro di Israele

Diversi razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso il centro di Israele. Lo riporta il Times of Israel spiegando che si sentono “forti esplosioni” causate dall’entrata in vigore del sistema di difesa Iron Dome. Le sirene sono suonate a Rishon Letzion, Ness Tziona, Yehud e in altre città della zona. Non ci sono notizie immediate di feriti.

Min. Difesa Israele Gallant: “Hezbollah ha pagato prezzo alto per attacchi”

Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha affermato che il gruppo libanese Hezbollah ha pagato “un prezzo pesante” per i suoi attacchi contro siti militari, truppe e città nel nord di Israele. Più di 13 membri di Hezbollah sono stati uccisi negli attacchi di ritorsione israeliani nel sud del Libano nelle ultime due settimane.

Esercito Israele: “Nessuna crisi umanitaria a Gaza”

“A partire da ora, posso dirvi che non c’è alcuna crisi umanitaria a Gaza. La situazione è sotto controllo”. Lo ha detto un portavoce militare israeliano nel corso di una conferenza stampa. Lo riporta Sky News. Secondo le forze di Difesa israeliane, circa 700.000 persone su una popolazione stimata di 1,1 milioni di abitanti nel nord di Gaza sono evacuate verso sud negli ultimi giorni. Il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari, afferma che l’Idf “continuerà gli attacchi contro le roccaforti di Hamas nel nord di Gaza”.

Onu, Guterres lancia appello per tregua umanitaria

Al valico di Rafah “ho constatato una catastrofe umanitaria. Aldilà del confine ci sono due milioni di persone tra cui bambini che necessitano di aiuti. Sono grato all’Egitto per il ruolo che ha avuto e lancio un appello ad una tregua umanitaria”. Così il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres intervenendo al summit per la pace in corso al Cairo, sottolineando che “i diritti dei palestinesi sono legittimi” e che serve “una soluzione a due Stati. Bisogna mettere fine a questo incubo”. 

Medioriente: esercito Israele, ostaggi sono 210, famiglie informate

Il portavoce dell’esercito israeliano, contrammiraglio Daniel Hagari, afferma che finora le forze armate hanno notificato alle famiglie dei 210 ostaggi che i loro cari sono attualmente trattenuti nella Striscia di Gaza. Hagari ha precisato che il numero non è definitivo poiché i militari indagano in merito a nuove informazioni sui dispersi. Nell’elenco non sono incluse Judith Raanan e sua figlia adolescente Natalie che sono state rilasciate ieri sera da Hamas.

Abbas: “Offensiva selvaggia da Israele, resisteremo”

“Ci troviamo qui in una circostanza molto difficile per una offensiva selvaggia da parte dello stato di Israele che sta violando la legge internazionale e sta avendo un impatto su migliaia di cittadini e sulle infrastrutture in maniera indiscriminata. Noi siamo contrari alla dislocazione del nostro popolo, resisteremo nella nostra terra”. Così il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas intervenendo al summit per la pace in corso al Cairo. “Dal primo giorno abbiamo chiesto lo stop della barbara aggressione e l’apertura di corridori umanitari per consentire agli aiuti di entrare nella Striscia di Gaza, ma il governo di Israele non lo ha consentito”, ha aggiunto. Per Abbas, inoltre, “tutti ora devono fare ricorso alla saggezza, il circolo della violenza si rinnova ciclicamente per assenza di giustizia. Alla sicurezza e la pace si arriva solo con la soluzione dei due Stati. L’Onu si prenda la responsabilità di difendere il popolo palestinese. Non andremo via, non abbandoneremo la nostra terra”. 

al-Sisi: “No ad allargamento conflitto, applicare soluzione due Stati”

“Dobbiamo prevenire l’allargamento del conflitto che può mettere a rischio la stabilità della regione, far ripartire il processo di pace, tornare al tavolo di negoziazione per arrivare a un cessate il fuoco”. Lo ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, aprendo il summit per la pace al Cairo. L’obiettivo è “l’applicazione della soluzione di due Stati che convivono pacificamente fianco a fianco, nel rispetto del diritto internazionale”, ha aggiunto. “Ci troviamo davanti a una crisi senza precedenti che richiede attenzione totale. Per questo vi ho chiamati a lavorare insieme su una nuova road map che metta fine alla crisi umanitaria”, ha sottolineato inoltre il presidente egiziano, per il quale “è un momento molto difficile per l’umanità, prima della nostra fede è importante la vita. Il popolo palestinese deve essere protetto e preservato.”

“L’Egitto”, ha puntualizzato al-Sisi, “è impegnato per far arrivare aiuti a Gaza. L’Egitto non ha mai chiuso il valico di Rafah, sono stati i bombardamenti israeliani che hanno interrotto il passaggio. Questa migrazione forzata non la possiamo accettare. Il popolo palestinese non vuol lasciare il proprio territorio”. “La soluzione è la proclamazione dello Stato palestinese. L’Egitto rifiuta categoricamente la liquidazione della causa palestinese. Israele non può continuare la colonizzazione della Palestina”, ha aggiunto. 

Hamas: “Camion aiuti non cambiano situazione catastrofica”

 I camion di aiuti entrati questa mattina nella Striscia dal valico di Rafah “non cambieranno le catastrofiche condizioni mediche a Gaza”. Lo afferma Hamas in una dichiarazione citata da Al Jazeera.

Palestinian trucks line up on the Gaza Strip of the border with Egypt to take humanitarian aid In Rafah on Saturday, Oct. 21, 2023. (AP Photo/Hatem Ali)

Cnn, valico Rafah chiuso dopo passaggio 20 camion aiuti

Il valico di Rafah al confine fra Egitto e Striscia di Gaza è stato nuovamente chiuso dopo il passaggio di 20 camion con aiuti umanitari che, per la prima volta dal 7 ottobre, sono entrati nella Striscia di Gaza. Lo riporta la Cnn citando una sua corrispondente presente sul posto.

Almeno 17 dipendenti Onu uccisi a Gaza dal 7 ottobre

Il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (Idf), Daniel Hagari, ha riferito che una raffica di circa 30 razzi è stata lanciata nel nord di Israele e che non ci sono state vittime. Ne dà notizia Haaretz. L’Idf, ha aggiunto il portavoce, ha risposto con il fuoco dell’artiglieria verso il Libano e ha ucciso un’unità di terroristi che stava sparando colpi di mortaio verso Israele.

Meloni atterrata al Cairo per summit per la pace

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è atterrata al Cairo per partecipare al vertice internazionale per la pace organizzato dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che punta a innescare una de-escalation del conflitto tra Israele e Hamas per arginare la crisi in Medioriente. Al summit che si tiene nella Nuova capitale amministrativa del Cairo è atteso, tra gli altri, il leader dell’Anp Abu Mazen. Oltre a Meloni per l’Europa, a livello di leader, hanno risposto all’invito Pedro Sanchez (Spagna e presidenza di turno dell’Ue), Kyriakos Mitsotakis (Grecia) e Nikos Christodoulides (Cipro). Per Germania, Francia e Regno Unito attesi i ministri degli Esteri. Al tavolo anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, e l’alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell. Il vertice prevede due sessioni di lavoro al termine delle quali potrebbe essere diffusa una dichiarazione congiunta. Dall’Egitto poi Meloni dovrebbe volare nel pomeriggio in Israele, per una breve visita a Tel Aviv, per incontrare il premier Netanyahu e il capo dello Stato ebraico Herzog. In serata è previsto il rientro a Roma della premier.

Primi camion aiuti passano il valico di Rafah

I primi convogli umanitari hanno attraversato il valico di Rafah al confine fra Egitto e la Striscia di Gaza. Sono oltre 200 i camion, con circa 3mila tonnellate di aiuti umanitari, rimasti posizionati vicino al valico per giorni in attesa dell’apertura. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, che cita l’ufficio stampa di Hamas, il convoglio umanitario dovrebbe comprendere venti camion che trasportano medicine, forniture mediche e una “quantità limitata di scorte di cibo in scatola”.

Esercito Israele occupa casa numero due Hamas in Cisgiordania

I media palestinesi hanno riferito che l’esercito israeliano e il servizio di sicurezza Shin Bet hanno preso il controllo dell’abitazione in Cisgiordania dove risiede il vice capo dell’ala politica di Hamas, Salah al-Arouri. La casa, situata nella città centrale di Bani Zeid al-Sharqiya, nella Cisgiordania, è stata trasformata dalle forze israeliane in un centro di detenzione. Su di esso – viene spiegato – è stato appeso uno striscione con la scritta in arabo, che afferma che l’edificio è ora il quartier generale dell’intelligence israeliana.

Unicef, a Gaza 1.600 bambini morti in due settimane

“Oltre 1.600 bambini sarebbero stati uccisi in due settimane di bombardamenti a Gaza. Più di 4.200 altri sarebbero stati feriti”. Lo ha dichiarato Adele Khodr, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. “L’uccisione e la mutilazione di bambini, gli attacchi su ospedali e scuole e la negazione dell’accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini. L’umanità deve prevalere”, aggiunge.

Israele invita cittadini a lsciare Egitto e Giordania

Israele ha invitato i suoi cittadini in Egitto e Giordania a lasciare il prima possibile i due Paesi. Lo riporta il Times of Israel spiegando che le autorità hanno innalzato a 4 il livello di minaccia per i due Paesi. Occhi puntati anche sul Marocco. In questo caso il livello di minaccia è stato portato a 3 e agli israeliani è stato detto di evitare viaggi non essenziali “A causa del protrarsi della guerra, negli ultimi giorni si è constatato un ulteriore e significativo inasprimento delle proteste contro Israele in vari paesi del mondo, con particolare attenzione ai paesi arabi del Medioriente, insieme a manifestazioni di ostilità e violenza contro israeliani ed ebrei. simboli”, si legge nell’avviso. L’annuncio afferma inoltre che si consiglia di evitare di soggiornare in tutti i paesi del Medio Oriente/arabi, tra cui: Turchia, Egitto , Giordania, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Marocco. Inoltre si raccomanda di evitare viaggi in paesi come Malesia, Bangladesh, Indonesia e Maldive.

Soldato israeliano ucciso da missile al confine con Libano

L’esercito israeliano ha reso noto che il sergente maggiore riservista Omer Balvaè stato ucciso venerdì da un missile anticarro vicino a Margaliot, al confine con il Libano. Due altri soldati sono rimasti moderatamente feriti e terzo in maniera più leggera. Lo riporta Haaretz.

Usa a Israele: no attacco preventivo a Hezbollah

Il presidente americano Joe Biden avrebbe esortato i vertici del governo di Israele a non effettuare alcun attacco preventivo contro Hezbollah, la milizia libanese. Lo riporta il New York Times. Gli americani avrebbero fatto notare le difficoltà di combattere sia Hamas nel sud che una forza molto più potente come Hezbollah nel nord. Gli Usa – secondo quanto viene spiegato – temono che un conflitto su due fronti potrebbe coinvolgere sia gli Stati Uniti che l’Iran.

Almeno 30 vittime in attacco Israele a Gaza

 È di almeno 30 morti il bilancio delle vittime dell’attacco israeliano sulla Striscia di Gaza, avvenuto nella notte. Lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Fonti locali hanno riferito che gli attacchi hanno colpito diverse zone di Rafah, a sud della Striscia di Gaza, provocando la morte di almeno sette persone e il ferimento di numerose altre. Altre due persone sono state uccise in un attacco che ha preso di mira un edificio di tre piani nel quartiere di al-Salam a Rafah, e sette persone risultano disperse, mentre cinque persone, tra cui tre bambini, sono state uccise e altre sono rimaste ferite in un attentato che ha preso di mira un casa a due piani a ovest di Rafah. Nella città di Jabaliya, a nord della Striscia di Gaza, 14 persone sono state uccise quando un aereo israeliano ha bombardato una casa della città.

Amb.Usa: valico Rafah dovrebbe aprire alle 10

Gli Stati Uniti si aspettano che il valico di Rafah tra la Striscia di Gaza e l’Egitto apra questa mattina alle 10 ora locale. “Se il confine viene aperto, non sappiamo per quanto tempo rimarrà aperto ai cittadini stranieri per lasciare Gaza”, afferma l’ambasciata americana a Gerusalemme. Lo riporta il Times of Israel. L’ambasciata mette in guardia da un “ambiente potenzialmente caotico e disordinato su entrambi i lati del valico” e afferma che i cittadini dovrebbero valutare la situazione prima di dirigersi verso il confine o tentare di attraversarlo.

Appello 86 Nobel Pace: Hamas rilasci i bimbi in ostaggio

Una petizione firmata da 86 premi Nobel per la pace chiede che Hamas rilasci tutti i bambini presi in ostaggio, affermando che tenerli prigionieri “costituisce un crimine di guerra, un grave reato contro l’umanità stessa”.  La petizione rileva che la Convenzione di Ginevra sulla tutela dei civili in guerra menziona i bambini 19 volte, sottolineando che “l’attuale situazione dei bambini rapiti supera di gran lunga qualsiasi scenario previsto dall’accordo”. “I bambini non dovrebbero mai essere considerati pedine nel teatro di guerra – si legge – È nostro sacro dovere proteggere gli innocenti e proteggere i vulnerabili”.

Biden: “Attacco Hamas per fermare accordo Israele-Arabia Saudita”

Il presidente statunitense Joe Biden ha detto di ritenere che Hamas sia motivato ad attaccare Israele in parte dal desiderio di impedire a quel paese di normalizzare le relazioni con l’Arabia Saudita.  “Uno dei motivi per cui Hamas si è mosso contro Israele è che sapevano che stavo per incontrarmi con i sauditi”, ha detto Biden durante un evento di raccolta fondi. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato di ritenere che i militanti di Hamas abbiano lanciato un attacco mortale il 7 ottobre perché: “Indovina un po’? I sauditi volevano riconoscere Israele” ed erano quasi in grado di farlo formalmente.

Idf, bombardato nella notte centro per lanciare missili

Durante la notte, gli aerei da combattimento dell’Idf hanno continuato a colpire un gran numero di obiettivi terroristici di Hamas in tutta la Striscia di Gaza. Lo comunicano le stesse Forze di difesa israeliane su Telegram. Tra questi obiettivi terroristici c’erano centri di comando operativo, lanciatori di missili anticarro e infrastrutture strategiche di Hamas utilizzate per scopi terroristici. Inoltre, l’Idf ha colpito i missili anticarro, i cecchini e i posti di osservazione di Hamas situati all’interno di edifici a più piani

Netanyahu: “Lavoriamo per rilasciare tutti gli ostaggi”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che il suo Paese continuerà a lavorare per liberare tutti gli ostaggi dopo il rilascio di due ostaggi americani tenuti da Hamas. “Due dei nostri ostaggi sono a casa. Non allevieremo gli sforzi per riportare indietro tutti i rapiti e quelli scomparsi. Allo stesso tempo, continuiamo a combattere fino a raggiungere la vittoria”, ha detto Netanyahu.

Hamas: “Al lavoro per liberare altri ostaggi stranieri”

Dopo il rilascio di due ostaggi americani, Hamas ha dichiarato che sta lavorando con mediatori in Egitto, Qatar e altri “paesi amici”. “Questo impegno rimane risoluto mentre cerchiamo di attuare la nostra decisione di rilasciare individui di nazionalità straniera sotto custodia temporanea, come e quando le circostanze di sicurezza lo consentono”, si legge nella dichiarazione.

Padre americana rilasciata: “Le ho parlato, sta bene”

Il padre della giovane americana Natalie Raanan dice che la figlia sta bene dopo il suo rilascio venerdì da parte di Hamas. Uri Raanan, dell’Illinois, ha detto all’Associated Press di aver parlato con sua figlia al telefono. “Sta andando bene. Sta andando molto bene”, ha detto Uri, che vive nella periferia di Chicago. “Sono in lacrime e mi sento molto, molto bene”. Il 71enne ha riferito di aver visto al telegiornale che una madre e una figlia americane sarebbero state rilasciate da Hamas, e ha trascorso la giornata sperando che si riferissero a sua figlia e sua madre, Judith. Sapere che Natalie potrebbe festeggiare il suo 18° compleanno la prossima settimana a casa con la famiglia e gli amici è “meraviglioso. La migliore notizia”, ha detto Uri Raanan. L’uomo pensa che Natalie e Judith siano in transito a Tel Aviv per riunirsi con i parenti, e che entrambe torneranno negli Stati Uniti all’inizio della prossima settimana.

Biden parla con ostaggi liberati: “Avete pieno sostegno Usa”

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato al telefono con Judith Tai Raanan e Natalie Raanan, i due ostaggi americani rilasciati oggi da Hamas. Lo riferisce la Casa Bianca. “Il presidente ha appena concluso una telefonata con le due americane rilasciate oggi dopo essere stati presi in ostaggio da Hamas durante il terribile attacco terroristico contro Israele”, si legge nella nota. “Ha riferito che avranno il pieno sostegno del governo degli Stati Uniti mentre si riprenderanno da questa terribile prova”. La Casa Bianca ha informato che Biden ha parlato anche con le loro famiglie.

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