Lo farà in coordinamento con gli Stati membri e senza toccare "l'assistenza umanitaria fornita nell'ambito delle operazioni europee di protezione civile e aiuto umanitario"
L’Ue avvia “una revisione urgente” dell’assistenza alla Palestina. Lo farà in coordinamento con gli Stati membri e senza toccare “l’assistenza umanitaria fornita nell’ambito delle operazioni europee di protezione civile e aiuto umanitario”. Dopo una giornata di caos, con annunci poco chiari da parte di alcuni commissari, Bruxelles chiarisce che nulla è ancora deciso. “L’obiettivo di questa revisione è garantire che nessun finanziamento dell’Ue consenta indirettamente a un’organizzazione terroristica di effettuare attacchi contro Israele”, spiega l’Esecutivo comunitario, precisando che “poiché non erano previsti pagamenti, non vi sarà alcuna sospensione”. Già in mattinata la Commissione europea aveva riferito che erano in corso discussioni “su come i recenti tragici eventi potrebbero influenzare la nostra attuale e futura assistenza allo sviluppo”. Poi il commissario per l’Allargamento e le Politiche di vicinato, Oliver Varhelyi, ha annunciato che “tutti i pagamenti” degli aiuti alla Palestina sarebbero stati “immediatamente sospesi”, mentre a stretto giro il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarcic, ha precisato che “gli aiuti umanitari dell’Ue alle persone palestinesi bisognose continueranno finché necessario”, perché “è imperativo proteggere i civili e rispettare il diritto internazionale umanitario”.
Si tratta di 691 milioni di euro, del pacchetto degli aiuti allo sviluppo. “La portata del terrore e della brutalità contro Israele e il suo popolo rappresenta un punto di svolta. Non può essere tutto come prima. In qualità di maggiore donatore dei palestinesi, la Commissione europea sta rivedendo l’intero portafoglio”, ha precisato Varhelyi. L’Esecutivo Ue sottolinea che nemmeno un euro è finito nelle mani dei terroristi di Hamas, con cui non c’è nessun contatto dal 2007, “né direttamente né indirettamente”, e che l’utilizzo di tutti i fondi è vagliato attentamente. Esultano le delegazioni di Lega e Fratelli d’Italia al Parlamento europeo: da tempo chiediamo “un uso più trasparente e responsabile dei fondi Ue per l’Autorità palestinese”, scrivono gli eurodeputati del Carroccio, mentre per il partito della premier quasi 200 milioni l’anno sono andati a “ingrassare le organizzazioni politiche e probabilmente i gruppi jihadisti”. Oltre al merito della decisione della Commissione, in molti tra i 27 aveva protestato per il mancato coinvolgimento degli Stati. Martedì l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, ha convocato un Consiglio Esteri informale da Mascate, in Oman, dove si trova per copresiedere l’incontro ministeriale Ue-Consiglio di cooperazione del Golfo. I ministri degli Esteri Ue non presenti parteciperanno da remoto.
La Commissione non ha voluto attendere l’esito della riunione con l’indirizzo degli Stati, ha giocato d’anticipo e con voci discordanti, suscitando il disappunto degli Stati stessi. Il ministro lussemburghese Asselborn ha evidenziato che spetta al Consiglio decidere se congelare tutti i soldi e che comunque si tratta di una cattiva idea, perché equivale a una punizione collettiva per una popolazione che ha un disperato bisogno di aiuto. “L’Ue sostiene il progetto di costruzione dello Stato palestinese secondo le priorità che sono state definite insieme agli Stati membri nella strategia congiunta europea per la Palestina per il periodo 2021-2024”, ha spiegato una portavoce della Commissione. Sono fondi che vanno al settore sanitario, l’assistenza sociale per le famiglie vulnerabili, gli stipendi dei dipendenti pubblici e i progetti di sviluppo nelle aree della governance democratica, Stato di diritto, acqua, energia e sviluppo economico, nonché per l’assistenza finanziaria per l’Agenzia palestinese per i profughi.
L’Ue, intanto, ribadisce la sua posizione, ovvero che “Israele ha il diritto di difendere il proprio territorio e il proprio popolo in linea con il diritto internazionale e tenendo conto del diritto umanitario internazionale”, senza precisare fino a che punto Tel Aviv può spingersi nella risposta ad Hamas nel territorio di Gaza. Dall’Oman Borrell spinge sui paesi del Golfo, tra cui il Qatar, e con i partner regionali dei paesi della Lega Araba – alcuni dei quali “hanno in realtà una notevole influenza su Hamas” – perchè premano sul gruppo terroristico e spieghino loro che “Hamas sta danneggiando la causa del popolo palestinese”. Il tutto mentre si temono le ripercussioni del conflitto anche sul suolo europeo. Oggi all’aeroporto di Amburgo, in Germania, c’è stato un allarme attentato per un aereo proveniente da Teheran, che ha portato alla sospensione di tutte le operazioni di volo. L’allerta è scattata dopo che la polizia federale aveva ricevuto un’email in cui si minacciava d i attaccare l’aereo Teheran-Amburgo. Dopo aver fatto scendere tutti 198 passeggeri e i 16 membri dell’equipaggio e perquisito l’aereo e i bagagli, l’allarme è rientrato.
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