Il Cremlino boccia anche la possibilità che la Francia fatta da mediatrice. Ieri maxi-scambio di prigionieri tra le due parti
L’ipotesi di una tregua in Ucraina in vista delle celebrazioni della Pasqua ortodossa non è un’ipotesi sul tavolo. Ad assicurarlo è il Cremlino che spiega come nessuna idea in tal senso sia stata avanzata. “Ma abbiamo appena iniziato la Settimana Santa”, precisa il portavoce Peskov. La Pasqua ortodossa infatti si festeggerà la prossima domenica, 16 aprile, e le celebrazioni sono iniziate solo ieri.
No a Parigi come mediatrice
Ma il Cremlino non boccia solo, almeno per ora, l’ipotesi di un cessate il fuoco, ma si scaglia anche contro la Francia e le pretese del suo presidente Macron di fare da intermediario per possibili colloqui di pace tra Kiev e Mosca. “Parigi difficilmente può rivendicare il ruolo di mediatrice ora”, è il commento del Cremlino, in quanto è “indirettamente e direttamente coinvolta in questo conflitto dalla parte dell’Ucraina”. Un messaggio chiaro a Macron che sperava, con il suo recente viaggio a Pechino da Xi Jinping, di riuscire a far segnare un passo avanti nella via verso i negoziati.
Maxi-scambio di prigionieri
Unico segnale di distensione tra Ucraina e Russia è stato uno scambio di prigionieri. Un centinaio di soldati ucraini, tra cui alcuni difensori dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, hanno fatto ritorno in patria, mentre un gruppo altrettanto numeroso di soldati russi è stato imbarcato su un volo per Mosca.
Tensioni invece son scoppiate al Consiglio di sicurezza dell’Onu, presieduto dal primo aprile dalla Russia. L’ambasciatore ucraino presso le Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, ha annunciato che l’Ucraina diserterà tutte le riunioni, definite da lui stesso “di propaganda” filorussa. Qualche attrito l’Ucraina lo ha avuto anche con gli Stati Uniti, dopo la fuga di notizie dal Pentagono che ha visto svelati alcuni documenti militari segreti sulla guerra. Una fonte vicina a Zelensky ha fatto sapere alla Cnn che, come conseguenza, il governo di Kiev ha dovuto, non senza irritazione, modificare i propri piani militari per i prossimi mesi.
Sul campo, nel frattempo, i filorussi rivendicano il controllo del 75% della città di Bakhmut, contesa da ormai mesi, ma fanno sapere che ci sono ancora feroci battaglie nella zona occidentale.
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