L'università concluderà a Rabat il ciclo di eventi "Free your future: Padova nel mondo"
L’Università italiana di Padova celebra il suo 800° anniversario in Marocco con un programma che si svolgerà dal 9 all’11 febbraio 2023. L’Università di Padova, una delle più antiche al mondo (fondata il 29 settembre 1222) concluderà, a Rabat, il ciclo di eventi “Free your future: Padova nel mondo”. L’evento è organizzato con il sostegno degli Istituti Italiani di Cultura, delle Ambasciate e dei Consolati italiani nel mondo e dell’Università Mohammed V di Rabat.
Il programma prevede anche conferenze di accademici italiani e marocchini e uno spettacolo jazz che si terrà l’11 febbraio 2023 a Casablanca. Intitolato “La società del jazz. Il mondo plurale spiegato dal jazz”, questa partitura jazz è scritta da Stefano Allievi.
Fin dall’inizio della sua storia, l’Università di Padova ha avuto una caratteristica che ne segna la singolare importanza storica. Seconda per età solo alla consorella bolognese, si affermò quasi subito come realtà di rilevanza europea, divenendo certamente l’istituzione scientifica e culturale per eccellenza nel contesto geografico su cui si estendeva l’egemonia della Serenissima, ma soprattutto esercitando un’intensa e duratura attrazione su gran parte degli ambienti culturali del continente, secondo una nota di presentazione degli organizzatori.
Per secoli, la presenza di studenti provenienti da diversi Paesi europei è rimasta elevata ed è stata istituzionalmente riconosciuta da corporazioni studentesche. Tra le ragioni che contribuiscono a determinare questo successo c’è la cura, sempre orgogliosamente rivendicata, che l’università applica alla salvaguardia della propria autonomia e libertà di ricerca e di insegnamento, associata – pur in una complessa dialettica tra istanze conservatrici ed esperienze estremamente innovative – a un’apertura verso contesti culturali vissuti come lontani e problematici, ma spesso capaci di presentare seri motivi di interesse.
Si può certamente collocare un episodio molto ampio e duraturo come quello costituito dalla scuola aristotelica e averroista di Padova all’interno del fenomeno europeo che vede l’autore del “Grande commento”, ʾAbū al-Walīd Muḥammad ibn ʾAḥmad ibn Rušd (Averroè), come ingrediente decisivo nella formazione della filosofia tomistica, ma dalla fondazione dell’averroismo si svilupparono percorsi più originali, come quelli di Pietro d’Abano e poi di Marsilio da Padova, ricorda la stessa fonte.
Un evento emblematico del rapporto che, in forme meno visibili, tende a riprodursi costantemente tra l’Università della Repubblica di Venezia e i mondi culturali che trovano sbocco sulla sponda orientale e meridionale del Mediterraneo, è quello che vide la pubblicazione a Padova, nel 1698, della prima traduzione latina completa del Corano. Opera del lucchese Ludovico Marracci, che aveva già tradotto la Bibbia in arabo, il Corano latino fu stampato a Padova non a caso.
Oggi, in una fase storica in cui si diffonde e si acuisce la sensazione che la dimensione mediterranea debba essere oggetto di una nuova riflessione, come condizione imprescindibile anche per l’Europa, l’Università di Padova, grazie a una vasta rete di collaborazioni con università e centri di ricerca di tutto il mondo, non manca di esperienze significative orientate in questa direzione.
Una tappa dell’itinerario con cui l’Università di Padova vuole celebrare il suo notevole passato, affrontando al contempo le sfide del presente, si colloca dunque in Marocco. Infatti, il rapporto tra l’Università di Padova e il Marocco si è articolato nel tempo in una pluralità di collaborazioni con diverse istituzioni accademiche.
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