Ankara li ritiene responsabili dell'attentato della scorsa settimana a Istanbul

La Turchia ha lanciato attacchi aerei sulle regioni settentrionali della Siria e dell’Iraq: lo ha dichiarato il ministero della Difesa turco, prendendo di mira le milizie curde, che Ankara ritiene responsabili dell’attentato della scorsa settimana a Istanbul. Gli aerei hanno attaccato le basi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), fuori legge in Turchia, e delle Unità di Protezione del Popolo (YPG) siriane ritenute aree aree “utilizzate come base dai terroristi per i loro attacchi al nostro Paese”, come spiegato dal ministero in un comunicato accompagnato da immagini di jet F-16 che decollano e da filmati di un attacco da parte di un drone aereo. Non ci sono stati commenti immediati da parte dei gruppi curdi. Il ministero ha citato il diritto della Turchia all’autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite per lanciare un’operazione che ha chiamato Claw-Sword, dopo l’operazione Claw Lock dello scorso aprile. Lo scopo della Turchia è prevenire gli attacchi, rendere sicuro il suo confine meridionale e “distruggere il terrorismo alla sua fonte”.

Ong: “Almeno 27 morti”

Sono almeno 27 i morti nell’attacco aereo lanciato dalla Turchia sulle regioni settentrionali della Siria e dell’Iraq. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Nel raid di Ankara, con obiettivo le milizie curde, su Aleppo, Al-Hasakah e Al-Raqqah, sono rimasti uccisi 13 membri delle formazioni militari che operano nelle aree controllate dalle Forze democratiche siriane (Sdf). Sono morti anche 12 soldati siriani, un attivista e un combattente curdo. Il bilancio provvisorio è di 38 persone tra feriti e dispersi.

Il ministro della Difesa: “Risponderemo ad attacchi contro nostro Paese”

Il Ministro della Difesa Hulusi Akar ha supervisionato gli attacchi aerei da un centro operativo e si è congratulato con i piloti e il personale di terra. “Il nostro obiettivo è quello di garantire la sicurezza dei nostri 85 milioni di cittadini e dei nostri confini e di rispondere a qualsiasi attacco insidioso contro il nostro Paese”, ha dichiarato il ministro.

In seguito agli attacchi, il Ministero della Difesa ha pubblicato la foto di un caccia F-16 con la frase: “È l’ora della vendetta! I furfanti sono chiamati a rispondere dei loro attacchi a tradimento”. L’agenzia di stampa DHA ha riferito che gli F-16 sono decollati dagli aeroporti di Malatya e Diyarbakir, nel sud della Turchia, mentre i droni sono stati lanciati da Batman. Gli attacchi aerei hanno preso di mira Kobane, una città siriana strategica a maggioranza curda vicino al confine turco che Ankara aveva già tentato di conquistare nei suoi piani di stabilire una “zona di sicurezza” lungo la Siria settentrionale. Il portavoce delle Forze Democratiche Siriane, Farhad Shami, ha aggiunto in un tweet che due villaggi fortemente popolati da sfollati erano sotto i bombardamenti turchi. Ha detto che gli attacchi hanno provocato “morti e feriti”. Nel vicino Iraq, il Consolato generale degli Stati Uniti a Erbil ha detto che sta monitorando “credibili rapporti open-source” di una potenziale azione militare turca nel nord della Siria e nel nord dell’Iraq nei prossimi giorni. L’autorità a guida curda nel nord-est della Siria ha dichiarato sabato che se la Turchia dovesse attaccare, i combattenti della zona avrebbero “il diritto di resistere e difendere le nostre aree in un modo importante che porterà la regione in una lunga guerra”.

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