Il primo treno speciale è arrivato a Kropyvnytsky, la capitale della regione di Kirovohrad. Secondo la vicepremier Vereshchuk dovrebbero essere circa 200mila i civili che lasceranno la regione

E’ iniziata l’evacuazione obbligatoria dalla regione di Donetsk, resa necessaria per mettere al sicuro i residenti prima dell’arrivo della stagione fredda. Il rischio di restare senza riscaldamento e beni di prima necessità, infatti, è molto alto nelle regioni occupate dopo l’invasione da parte della Russia. La vice premier ucraina Iryna Vereshchuk ha affermato che il primo treno speciale partito dalla regione di Donetsk è arrivato a Kropyvnytsky, la capitale della regione di Kirovohrad. Secondo Vereshchuk dovrebbero essere circa 200mila i civili che lasceranno la regione. Con il primo treno, sono arrivate a Kropyvnytsky 136 persone, di cui 44 con mobilità ridotta, come spiegato dal capo dell’amministrazione militare della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. L’organizzazione ha cercato di rendere l’evacuazione il meno traumatica possibile. “Comprendiamo perfettamente che l’evacuazione sia stressante, quindi facciamo tutto il possibile per rendere il processo il più semplice possibile”, ha spiegato ancora Kyrylenko.

Mentre si procede all’evacuazione, non si fermano gli attacchi su obiettivi civili anche nella regione di Donetsk, dove tre persone sono state uccisi e altre tre sono rimaste ferite a seguito di un bombardamento dell’esercito russo. La tensione, dunque, resta alta. Ed il dialogo tra Kiev e Mosca risulta spesso impossibile. Come spiegato dal responsabile ucraino per i diritti umani, Dmytro Lubinets, che ha cercato di stabilire un legame diretto con la sua controparte russa per organizzare una visita congiunta alla prigione di Olenivka nell’ambito dell’indagine avviata per accertare la verità sul bombardamento che ha causato oltre 50 morti tra i prigionieri di guerra ucraini detenuti dai filorussi. “Il dialogo è quando c’è una conversazione tra due parti. Per ora non ho ricevuto risposte”, ha detto Lubinets.

Dialogo che corre il rischio di interrompersi definitivamente anche tra Mosca e Washington. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha fatto sapere che il Cremlino è pronto a interrompere le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti nel caso in cui dovesse essere accolto l’appello del senato Usa che intende dichiarare la Russia uno stato sponsor del terrorismo. “Siamo pronti a qualsiasi sviluppo della situazione, e se Washington decide di interrompere completamente l’interazione con Mosca, sopravviveremo. Dopo di che Washington corre il rischio di attraversare finalmente il punto di non ritorno con tutte le conseguenze che ne derivano”, ha detto Zakharova.

Un’interruzione delle relazioni diplomatiche con la Russia, non solo da parte degli Stati Uniti, potrebbe però essere accolta favorevolmente da Kiev. “Quasi nessuno vuole relazioni diplomatiche con Al-Qaeda, Isis o Hezbollah. Allora perché l’Occidente ha relazioni diplomatiche con un paese la cui scala di crimini sanguinosi è centinaia di volte maggiore di tutti i criminali conosciuti?”, ha commentato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky .

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