L'aereo della speaker della Camera americana ha toccato terra poco prima delle 23 di martedì 2 agosto. Pelosi incontrerà l'Assemblea legislativa e la presidente Tsai Ing-Wen. Per la Casa Bianca la visita "non contraddice la politica Usa nei confronti dell'isola"

Fare onore “all’incrollabile impegno dell’America a sostegno della vibrante democrazia di Taiwan”: Nancy Pelosi, presidente della Camera statunitense, ha motivato in un tweet la ragione della sua visita nell’isola, la prima negli ultimi 25 anni da parte di un rappresentante americano di livello così alto. Il suo aereo ha toccato terra all’aeroporto Songshan di Taipei poco prima delle 23 ora locale di martedì 2 agosto. Ad attenderlo, una folla di cittadini e gli edifici della città illuminati con messaggi di benvenuto.  Subito dopo Pechino ha fatto decollare i caccia Su-35, che hanno sorvolato lo Stretto di Formosa che separa l’isola dalla Cina.  Poi Taiwan ha denunciato la violazione del suo spazio aereo da parte di 21 velivoli cinesi.

 

All’arrivo in aeroporto, la speaker della Camera è stata accolta da una delegazione di autorità taiwanesi. È accompagnata da una rappresentanza di cinque parlamentari democratici, tra cui il presidente della Commissione Esteri, Gregory Meeks. Il gruppo passerà la notte in hotel e, per la giornata di domani, sono previsti una visita all’Assemblea legislativa e un incontro bilaterale con la presidente di Taiwan, Tsai Ing-Wen. In un editoriale sul Washington Post pubblicato in concomitanza con il suo arrivo, Pelosi ha scritto: “Circa 43 anni fa, il Congresso degli Stati Uniti approvò l’impegno dell’America per una Taiwan democratica. Oggi l’America deve ricordare quel voto. Dobbiamo sostenere Taiwan”. Ha anche elencato tutte le minacce messe in atto da Pechino nei confronti del sistema democratico taiwanese. La speaker della Camera ha però precisato che la sua visita “non contraddice in alcun modo la politica Usa nei confronti della Cina e dell’isola”: un concetto ribadito anche dal portavoce della Sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, il quale ha affermato che la Casa Bianca non sostiene l’indipendenza di Taiwan, restando fedele alla politica dell'”Unica Cina”. 

Nancy Pelosi in visita a Taiwan
Nancy Pelosi in visita a Taiwan (foto Ap)

Non è stato abbastanza per placare la reazione di Pechino, che già nei giorni scorsi aveva detto che un’eventuale visita di Pelosi a Taipei sarebbe stata una minaccia per l’integrità territoriale cinese, prefigurando anche ritorsioni militari. In un comunicato l’Ufficio per gli affari di Taiwan del Comitato centrale del Partito comunista cinese ha scritto che l’arrivo della presidente della Camera Usa “viola gravemente la sovranità e l’integrità territoriale della Cina, viola gravemente il principio della Cina unica. Calpesta gravemente il diritto internazionale e le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali, infrange il serio impegno politico che gli Stati Uniti hanno assunto per la Cina, e invia un segnale gravemente sbagliato alle forze che cercano l’indipendenza di Taiwan”. 

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