Lavrov: "Sul grano siamo pronti a negoziare". Zelensky: "Uniti possiamo fermare la guerra"
Nessun accordo relativo alla situazione in Ucraina nè una dichiarazione finale. Finisce in un nulla di fatto la ministeriale Esteri del G20 a Bali, sotto la presidenza indonesiana. L’incontro ha dimostrato le crescenti tensioni tra est e ovest, con la Cina e la Russia da una parte e gli Stati Uniti e gli alleati europei dall’altra. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov si sono apertamente ignorati, nonostante fossero nella stessa stanza per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina. Lavrov è uscito dalle riunioni almeno due volte: una quando la sua omologa tedesca Annalena Baerbock ha parlato alla sessione di apertura e un’altra appena prima che il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba parlasse in video alla seconda sessione. La ministra degli Esteri indonesiana Retno Marsudi, aprendo l’incontro, aveva esortato il gruppo a superare la sfiducia per il bene di un pianeta che deve affrontare molteplici sfide dal coronavirus ai cambiamenti climatici e all’Ucraina. Ma al termine dell’incontro, Marsudi ha detto che non è stato raggiunto alcun accordo condiviso da tutti i partecipanti. La ministra ha affermato che c’è stata un’ampia preoccupazione per la sicurezza alimentare e le forniture energetiche ma ha ammesso che “solo alcuni Paesi” hanno condannato l’invasione russa. “Il piano del gruppo dei Paesi del G7 di boicottare la Russia al G20 di Bali è fallito”, è staot il commento della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.Durante la prima sessione della riunione, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha esortato il G20 a dire “forte e chiaro che non ignorerà ciò che sta accadendo in Ucraina: che l’attacco russo deve cessare ora e che le forze russe devono ritirarsi”, e ha chiesto alla presidenza indonesiana di guidare la risposta del G20 all’attacco in Ucraina. Al centro della riunione anche il grano rimasto bloccato nei porti ucraini. Di Maio ha affermato che l’Italia sostiene le ‘Solidarity Lanes’ dell’Ue, le rotte alternative per l’export e che è “pronta a contribuire con i porti nell’Adriatico”. Blinken si è rivolto alla delegazione russa dicendogli di lasciar uscire il grano. Da parte sua Lavrov ha detto che Mosca è pronta a negoziati con la Turchia e l’Ucraina per arrivare a una soluzione ma ha addossato a Kiev la responsabilità del blocco dell’export. In giornata è intervenuto anche il presidente russo Vlaidmir Putin che, parlando con i membri del suo governo, ha detto alle compagnie russe di prepararsi all’embargo del petrolio varato dall’Ue e ha minacciato che nuove sanzioni contro Mosca deteriorerebbero il mercato globale dell’energia. Sul campo la situazione resta drammatica. La città di Severodonetsk, conquistata dai russi, è priva di acqua, energia elettrica o di un sistema fognario funzionante, e i corpi dei morti si decompongono nei palazzi, ha raccontato il governatore di Luhansk Serhiy Haidai. La città “è sull’orlo di una catastrofe umanitaria”, ha scritto sui social media denunciando che i russi hanno completamente distrutto “tutte le infrastrutture critiche e non sono in grado di riparare nulla”. In diversi centri al confine con la regione di Luhansk sono in corso feroci combattimenti. Le forze russe “attaccano ogni edificio che ritengono possa essere una posizione fortificata”, ha detto Haidai, “Non si fermano di fronte al fatto che i civili sono rimasti lì, e muoiono nelle loro case e nei loro cortili. Continuano a sparare”.
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