Dopo Rishi Sunak e Sajid Javid lasciano anche Will Quince e Laura Trott. I Tories premono per il passo indietro
Boris Johnson sempre più in bilico. Dopo gli scandali degli ultimi mesi, a mettere a rischio la tenuta del governo sono le dimissioni di due ministri chiave, a distanza di pochi minuti uno dall’altro, il 5 luglio. A rassegnare le dimissioni sono stati il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak e il ministro della Salute Sajid Javid dopo lo scandalo sessuale che ha coinvolto il viceministro tory Chris Pincher. L’ex capogruppo conservatore, nominato proprio da Johnson, avrebbe palpeggato due uomini, giovani attivisti del partito, mentre era in stato di ebbrezza in un club per soli uomini a Londra, il Carlton a Mayfair.
. “Non posso continuare ancora a servire in questo governo secondo la mia coscienza”, ha dichiarato Javid. Poi le nuove dimissioni del 6 luglio: come riporta la Bbc, Will Quince, ministro per l’Infanzia e la Famiglia, e Laura Trott, sottosegretaria al ministero dei Trasporti, hanno entrambi deciso di lasciare in seguito alle polemiche legate alla nomina da parte di Johnson dell’ex viceministro Chris Pincher, accusato di molestie sessuali per aver palpeggiato due uomini in un club privato. Quince ha spiegato di “non avere scelta” dopo aver inizialmente difeso Johnson. Per Quince sono state troppe le “inesattezze” da parte di Downing Street sul caso Pincher. Sono 36 i membri dell’esecutivo ad aver lasciato il proprio incarico.
Nella giornata di mercoledì arriva un altra pesante colpo, quello di Michael Gove il segretario di Stato per le comunità e i governi locali del Regno Unito e big dei Tories, che chiede a Johnson il passo indietro. Ma il primo ministro resiste: “Sono felice di dirvi che sto andando avanti con il lavoro per cui sono stato eletto ed è quello che farò”, afferma a conclusione della sua interrogazione al Comitato di collegamento. E aggiunge “Domani sarò ancora primo ministro”.
Ma la partita è ancora aperta. Un gruppo di ministri è andato al numero 10 di Downing Street per dire al premier di lasciare. Il gruppo parlamentare dei Conservatori si riunirà lunedì ma non è in programma un nuovo voto di sfiducia, in quanto lo impediscono le regole. Johnson infatti ha evitato la sconfitta il 6 giugno e le norme prevedono che la procedura non possa riptetersi prima di un anno. Nella riunione verrà votato il rinnovo delle cariche e sono in programma cambi. Possibile che si discuta anche di una variazione alla norma che al momento salva il capo del governo.
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