La conferma del portavoce del Pentagono John Kirby è stata respinta dal Cremlino

Gli Stati Uniti hanno ottenuto informazioni riguardanti il piano di Mosca per invadere l’Ucraina tramite un “pretesto”. La notizia, emersa prima sui principali quotidiani del Paese, è stata confermata dal portavoce del Pentagono John Kirby e puntualmente respinta dal Cremlino.

Mentre i rapporti tra la Russia e l’Occidente stanno diventando sempre più tesi, il presidente russo Vladimir Putin ha trovato una sponda nella Cina guidata da Xi Jinping. Il capo di Stato venerdì sarà a Pechino per l’apertura dei Giochi invernali e incontrerà di persona il suo omologo per la prima volta dal 2019. In un’intervista rilasciata all’agenzia cinese Xinuha prima della partenza, Putin ha rimarcato la vicinanza tra Mosca e Pechino sulle grandi questioni internazionali, e, parallelamente, la loro distanza da Washington.

Tra i leader decisi a giocare un ruolo di primo piano sullo scacchiere internazionale c’è anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, volato a Kiev per incontrare l’omologo Volodymyr Zelensky, prima di vedere Putin. La Turchia, membro della Nato, ha legami economici sia con l’Ucraina che con la Russia, da cui dipende per gas e turismo, risorse molto importanti per Ankara che si trova a far fronte a una pesante inflazione. Erodogan si è proposto di ospitare dei colloqui di alto livello tra Russia e Ucraina.

Secondo il portavoce del Pentagono, Kirby, la Russia starebbe progettando di inscenare un falso attacco da parte dell’esercito ucraino e di diffondere successivamente dei video di propaganda con tanto di cadaveri e figuranti per dimostrare l’aggressione. Non è la prima volta che Washington denuncia piani del Cremlino per attaccare Kiev attraverso un pretesto. E in precedenza anche Londra ha posto l’accento sulle mosse di Putin per rovesciare il governo del presidente Zelensky tramite politici filo-russi.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha denunciato un significativo movimento di forze militari russe verso la Bielorussia. E’ “il più grande dispiegamento russo in quella zona dalla Guerra fredda”, ha detto il segretario, parlando con i giornalisti al quartier generale dell’Alleanza Atlantica. E’ probabile che il numero dei soldati russi in Bielorussia salga a 30mila, con il sostegno di forze speciali, caccia, missili balistici a corto raggio Iskander e sistemi di difesa missilistica terra-aria S-400, ha aggiunto.

A complicare la situazione c’è anche la tensione tra Russia e Germania sui media. Dopo che l’authority tedesca ha bloccato la diffusione dell’emittente Rt De, Mosca ha annunciato, in risposta, la chiusura degli uffici dell’emittente tedesca Deutsche Welle, nonché la cancellazione dell’accreditamento di tutti i giornalisti e l’avvio della procedura per dichiarare la tv un’agente straniero. Il ministero degli Esteri russo ha poi comunicato sanzioni per tutti i funzionari tedeschi coinvolti nello stop a Rt De. Un’occasione per discutere del tema sarà la visita del cancelliere tedesco Olaf Scholz a Mosca che si terrà il 15 febbraio. Prima, il leader ospiterà gli omologhi di Francia e Polonia (Macron e Duda) a Berlino per discutere della crisi ucraina.

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