I talebani smentiscono la notizia ma il mullah non appare in pubblico da giorni

 La spartizione del potere in Afghanistan sembra aver esacerbato fratture già esistenti tra i talebani e la vicina Rete Haqqani. Secondo quanto riportato da alcuni media internazionali, il potente mullah Abdul Ghani Baradar, vice premier del nuovo governo ad interim, sarebbe rimasto ferito in uno scontro con membri della rete estremista del ministro per i Rifugiati Khalilur-Rahman Haqqani. Al centro della disputa, la composizione del nuovo esecutivo e l’attribuzione dei meriti per la vittoria nel Paese.

La notizia è stata smentita da talebani. Gli interrogativi sulle condizioni di salute di Baradar sono cominciati a sorgere dopo che per giorni il mullah, volto diplomatico dei mujaheddin, non è apparso in pubblico. Secondo il Pashtun Times il vice premier si sarebbe sottoposto a cure mediche in un ospedale di Kandahar, dopo essere rimasto ferito nello scontro. I combattenti hanno invece riferito ufficialmente che il leader sta bene, ma hanno fornito ricostruzioni contrastanti su dove si trovi al momento. Un’ombra di mistero avvolge anche Hibatullah Akhundzada, il comandante supremo, responsabile degli affari politici, militari e religiosi dell’Afghanistan che non è mai stato visto in pubblico.

 

Secondo la Bbc, che cita fonti informate, la discussione in seno alla nuova leadership dell’Afghanistan sarebbe scoppiata perché Baradar sarebbe scontento della struttura del governo ad interim. Non si conoscono i motivi delle critiche ma, nei giorni successivi alla presa di Kabul, Baradar era indicato come il candidato favorito a diventare il leader politico del Paese e, alla conferenza stampa in cui sono stati annunciati i primi nomi del nuovo esecutivo ad interim, ha sorpreso che per lui, che ha guidato i negoziati con gli Usa a Doha, fosse stata riservata la sola carica di vice premier.

Afghanistan

Un altro punto di scontro con la Rete Haqqani, considerata l’artefice degli attentati più sanguinosi contro le forze dell’esercito afghano e i loro alleati occidentali, sarebbe stata anche la questione su chi dovrebbe prendersi il merito della vittoria. Baradar ritiene che un ruolo centrale lo abbia avuto la diplomazia, mentre per il gruppo Haqqani lo hanno avuto i combattimenti sul campo.

Buone notizie sono arrivate intanto dal Pakistan. Alcune calciatrici della squadra nazionale dell’Afghanistan sono state accolte nel Paese, ha annunciato con un tweet il ministro federale dell’Informazione Fawad Hussain Chaudhry. Secondo il quotidiano pakistano Dawn, si tratterebbe di 32 giocatrici della nazionale giovanile e delle loro famiglie, per un totale di 115 persone, rimaste bloccate dopo l’esplosione all’aeroporto di Kabul del 26 agosto. Promotori sono stati la Ong Football for Peace e la Federcalcio di Ashfaq Hussain Shah, con il supporto del governo pakistano.

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