Cuba affronta la peggior crisi economica da decenni, che si somma all'aumento dei contagi di Covid-19, mentre subisce le conseguenze delle sanzioni imposte dall'amministrazione Trump

Migliaia di cubani hanno marciato all’Avana per protestare contro la carenza di cibo e i prezzi alti, nel mezzo della crisi del coronavirus. Una rara protesta sull’isola, e la più massiccia dagli anni ’90, che ha avuto come scenario non solo il lungomare del Malecon nella capitale ma anche altri luoghi, come la cittadina di San Antonio de los Banos. Decine gli arresti, sebbene non ci siano dati ufficiali. Il presidente Miguel Diaz-Canel, al potere da aprile e primo leader del Paese a non appartenere alla famiglia Castro dopo i decenni al potere di Fidel e Raul, si è scagliato contro i dimostranti a San Antonio de los Banos: “Come se la pandemia non esistesse in tutto il mondo, la mafia cubano-americana, pagando molto bene sui social network, ha creato un’intera campagna e ha convocato le manifestazioni”.

In un discorso televisivo, Diaz-Canel ha poi accusato direttamente gli Usa “di provocazioni da parte di mercenari assoldati per destabilizzare”. Da Washington è intervenuto il presidente Joe Biden: i cubani “stanno coraggiosamente affermando i diritti fondamentali e universali”, “inclusi quelli di protestare pacificamente e determinare liberamente il proprio futuro”, che “devono essere rispettati”. Il tema non è stato discusso al consiglio Affari esteri dell’Unione europea, ma l’alto rappresentante Josep Borrell ha sottolineato che “è stata una manifestazione di scontento con dimensione sconosciuta dal 1994” e ha chiesto “al governo di autorizzare le manifestazioni pacifiche e ascoltare lo scontento”. Cuba affronta la peggior crisi economica da decenni, che si somma all’aumento dei contagi di Covid-19, mentre subisce le conseguenze delle sanzioni imposte dall’amministrazione Trump.

A scendere in strada sono stati soprattutto giovani, nel pomeriggio di domenica. Hanno sfilato nelle strade del centro dell’Avana urlando parole come “libertà” e “basta”, ricevendo applausi dai balconi. Quando un dimostrante ha alzano una bandiera statunitense, alcuni presenti gliel’hanno strappata di mano. La polizia è intervenuta dopo alcune ore e i dimostranti hanno lanciato sampietrini contro gli agenti, che hanno condotto alcune cariche. “Non ne possiamo più di file, della mancanza di tutto. Per questo sono qui”, ha detto un 50enne ad Associated Press, parlando anonimamente per il timore di essere arrestato. Alcuni dimostranti hanno tentato di filmare le proteste con gli smartphone, ma le autorità hanno bloccato internet. AP ha contato almeno 20 persone portate via nelle auto della polizia o da persone in abiti civili. Nel frattempo, circa 300 sostenitori del governo sono arrivati nell’area delle proteste all’Avana con una grande bandiera nazionale, scandendo slogan a favore del ‘lider maximo’ Fidel Castro e della rivoluzione.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: