Folla e commozione a Huston per il martire afroamericano destinato a lasciare il segno nella storia degli States

 L'America dà l'ultimo saluto a George Floyd. Familiari, amici e autorità si sono radunate a Houston, in Texas, per partecipare alla cerimonia funebre privata – prima della sepoltura nel sobborgo di Pearland – accanto al corpo della madre. I parenti, vestiti per lo più di bianco, sono stati accolti dal reverendo e attivista per i diritti umani Al Sharpton nella chiesa di Fountain of Praise, dove ieri è stato celebrato il terzo memoriale. Alla funzione hanno preso parte anche le rappresentanti democratiche Sheila Jackson Lee e Al Green, e il capo della polizia della città, Art Acevedo, famoso per aver contestato apertamente Donald Trump. A loro si è unito il rapper Trae tha Truth, che ha contribuito a organizzare una marcia la settimana scorsa a Houston, a cui hanno partecipato 60.000 persone. Durante il funerale è arrivato l'atteso messaggio del candidato democratico alle presidenziali 2020 Joe Biden. "L'America può fare di meglio", ha detto l'ex vicepresidente dell'era Obama, "ora è il momento della giustizia razziale". Biden, aveva annunciato in un primo momento che avrebbe preso parte alla cerimonia funebre, poi, per motivi di sicurezza, ha deciso di incontrare la famiglia Floyd e il loro legale privatamente.

 Intanto il rivale Donald Trump accende di nuovo la polemica sui manifestanti. Questa volta nel mirino c'è l'attivista 75enne Martin Gugino, che era stato spinto brutalmente dalla polizia durante un corteo a Buffalo. Il tycoon prima lo ha accusato di poter essere un "provocatore" del movimento Antifa, poi ha avanzato l'ipotesi che la vicenda sia stata tutta una messinscena e che Gugino abbia simulato la caduta in favor di telecamera. Vista la perdita dei consensi e i sondaggi che lo danno indietro a Biden, di ben 14 punti percentuali secondo la Cnn, Trump ha deciso di tornare in piazza e di riprendere i comizi elettorali. Quella che era stata solo un'ipotesi ventilata nelle scorse ore, è stata poi confermata dallo stesso tycoon che su Twitter ha scritto a caratteri cubitali: "Grande domanda! Ricominceremo presto, forse la prossima settimana!".

 Nel giorno in cui gli Stati Uniti ricordano Floyd, in rete sono apparsi due nuovi video di denuncia della violenza usata dalla polizia contro gli afroamericani. Il primo è stato girato in New Jersey e risale al 23 maggio scorso, mentre il secondo, girato ad Austin in Texas dalla bodycam di un agente, è datato marzo 2019. In entrambi i casi due uomini, uno di 28 anni, Maurice Gordon, e l'altro di 40 anni, Javier Ambler, ero stati fermati in auto. Per eccesso di velocità il primo, per non essersi fermato all'alt il secondo. Entrambi disarmati sono stati uccisi dagli agenti nel corso dei controlli. Ad Ambler, in particolare, è stato puntato addosso più volte il taser nonostante avesse ripetuto, tra un gemito di dolore e l'altro, che era cardiopatico. Quando l'agente gli ha messo le manette ai polsi, era già morto.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata