L'esame sul corpo del 46enne afroamericano smentisce i risultati del medico legale incaricato dagli inquirenti
Non si placano le proteste negli Usa, dopo la morte dell'afroamericano George Floyd dopo un fermo di polizia. Due persone sono rimaste uccise durante gli scontri a Chicago, decine di arresti e manifestazioni in tutto il paese. Pugno duro del presidente Trump: "Mobiliterò l'esercito per fermare i disordini e l'illegalità" ha sottolineato il tycoon, mentre le cariche della polizia bloccavano le proteste davanti alla Casa Bianca. Intanto l'autopsia disposta dai familiari, diversamente da quella ufficiale, certifica che Floyd è morto per "asfissia causata da compressione al collo e alla schiena". Per nove minuti il poliziotto Derek Chauvin tenne un ginocchio premuto sul collo di George, nonostante questi non avesse opposto alcuna resistenza, fosse disarmato e continuasse a gridare: "Non riesco a respirare".
Il referto dell'esame autoptico, fortemente voluto dalla famiglia della vittima, smentisce clamorosamente i risultati del medico legale incaricato dagli inquirenti, secondo cui "gli effetti combinati dell'essere bloccato dalla polizia, delle sue patologie pregresse – Floyd soffriva di coronaropatia e ipertensione – e di qualche potenziale sostanza intossicante nel suo corpo hanno probabilmente contribuito alla sua morte".
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