La pellicola di Netflix che ha scatenato polemiche nel paese può essere diffusa 

In Brasile la disputa sul Gesù gay di Netflix è arrivata fino alla Corte suprema, per cui il film può essere diffuso in nome della libertà d'espressione. La sentenza arriva mentre il governo del presidente d'estrema destra Jair Bolsonaro è accusato da molte parti di condurre una "guerra culturale", tagliando fondi alle iniziative che non aderiscono ai "valori cristiani" o che si rifanno alla sinistra (nel cosiddetto 'marxismo culturale'). Il video del collettivo Porta dos Fundos, intitolato 'La prima tentazione di Cristo', è uno speciale natalizio di 45 minuti in cui Gesù torna dal suo viaggio di 40 giorni nel deserto e, arrivato a casa, viene accolto da una festa a sorpresa per il suo 30esimo compleanno. Lui è in compagnia del fidanzato, e Maria e Giuseppe gli confessano che è stato adottato e il suo vero padre è Dio.

La satira ha mandato su tutte le furie i cattolici integralisti (e il Brasile conta il maggior numero di fedeli al mondo: 123 milioni, il 64% della popolazione). Dopo che la puntata è stata diffusa prima di Natale, il 24 dicembre la sede carioca di Porta dos Fundos è stata oggetto di un attacco con bombe molotov da parte di un gruppo che ha rivendicato e parlato di "blasfemia", contribuendo a tenere accesi i riflettori e alimentare le polemiche. Online è stata condotta una raccolta firme perché Netflix sospendesse la diffusione, poi un giudice di Rio de Janeiro giovedì ha accolto la richiesta dell'organizzazione 'Chiesa cattolica in Brasile' perché il film fosse ritirato, con l'accusa che urtasse "l'onore di milioni di cattolici".

Netflix ha allora fatto ricorso contro la tentata censura, rivolgendosi al massimo tribunale. La sentenza di Dias Toffoli in sette pagine cita precedenti casi in cui si è data enfasi al diritto di libertà d'espressione. "Non manchiamo di attenzione all'importanza del rispetto della fede cristiana (così come di tutte le altre credenze religiose o alla loro assenza). Non è da ritenere che una satira umoristica abbia il potere di minare i valori della fede cristiana, la cui esistenza risale a oltre 2mila anni fa", ha affermato il giudice del Supremo Tribunal Federal. Porta dos Fundos (mentre il video non è mai stato rimosso dai contenuti in streaming) ha commentato su Twitter, dichiarandosi "contro ogni atto di censura, violenza, illegalità, autoritarismo e tutto ciò che non credevamo di dover ancora ripudiare nel 2020. Il nostro lavoro è fare umorismo e, a partire da lì, intrattenere e stimolare riflessioni".

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