La Camera americana vota sì all'impeachment. Il capo della Casa Bianca sicuro: "Il Senato ribalterà la decisione"

Donald Trump messo in stato d'accusa. La Camera americana dice sì all'impeachment del presidente per abuso di potere e ostruzione del Congresso. E lui va al contrattacco: "Stanno cercando di annullare il voto di milioni di americani". Poi si dichiara sicuro che la decisione dei deputati sarà ribaltata al Senato, a maggioranza repubblicana. 

Secondo i democratici, lui e alcuni della sua cerchia avrebbero sottoposto a ricatto il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, bloccando degli aiuti militari cruciali per Kiev per spingere l'Ucraina a indagare sul democratico Joe Biden e sul figlio Hunter. Tutto è cominciato con la telefonata del 25 luglio fra Trump e Zelensky, in cui il presidente Usa chiese all'omologo ucraino di indagare sul rivale politico Biden, che sembra essere l'avversario più pericoloso in vista delle presidenziali del 2020. Trump nega.

Prima di lui, solo Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998 sono stati messi in stato d'accusa; il repubblicano Richard Nixon, travolto dal Watergate, aveva preferito dimettersi nel 1974 prima di una destituzione certa. Il tycoon vuole trasformare questa prova in vittoria politica: in un Paese diviso come non mai, pensa di galvanizzare la sua base e, grazie alla riuscita dell'economia Usa, di strappare la rielezione alla Casa Bianca il 3 novembre del 2020. 

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