Stop di 5 giorni per favorire l'evacuazione dei combattenti curdi dalla 'zona di sicurezza'. Ma l'Fds denuncia una violazione del cessate il fuoco: raid e vittime civili
Stati Uniti e Turchia hanno raggiunto un accordo per fermare l'offensiva turca contro i curdi nella regione del Rojava, in Siria. L'annuncio è stato dato dal presidente americano Donald Trump via Twitter parlando di "milioni di vite che saranno salvate". Subito dopo il suo vice Mike Pence, da Ankara in Turchia, dove è volato per incontrare il presidente Racep Tayyip Erdogan, ha dato ufficialmente il cessate il fuoco. La Turchia, ha spiegato, acconsente a una pausa nell'offensiva per consentire il ritiro delle forze curde dal confine: uno stop di 5 giorni in cui gli Usa favoriranno l'evacuazione dei combattenti curdi dalla zona di sicurezza concordata con Ankara. E poi l'operazione "sarà fermata interamente al completamento" del ritiro delle milizie Ypg. Di conseguenza, Washington revocherà le sanzioni imposte. "Gli stati uniti lavoreranno al fianco della Turchia, e con le nazioni di tutto il mondo per garantire che la pace e la stabilità siano all'ordine del giorno in questa zona sicura al confine tra Siria e Turchia", ha detto Pence illustrando alcuni dettagli: Ankara – ha spiegato – otterrà una zona di sicurezza concordata con gli Usa di circa 32 chilometri oltre il suo confine siriano. Per il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu l'accordo costituisce una "pausa" delle operazioni militari, che si trasformerà in una fine definitiva dell'offensiva solo se i curdi si ritireranno interamente, come concordato. "Questo accordo non avrebbe mai potuto essere fatto 3 giorni fa. E' servito un po' di amore 'difficile' per ottenerlo. Una grande cosa per tutti. Sono fiero di tutti!", ha twittato in serata Trump.
In mattinata, il premier italiano Giuseppe Conte aveva parlato a lungo con il presidente turco per ribadire senza riserve la condanna di Roma all'intervento turco, la conseguente "grave crisi umanitaria" e per chiedere "l'immediato ritiro delle truppe". Una telefonata "tesa", durata oltre un'ora in cui Erdogan ha ricordato la lunga cronistoria delle azioni del terrorismo curdo e sui rischi per il suo paese.
Restano ora sul tavolo le accuse, gravissime, che le autorità curde hanno rivolto ad Ankara: l'uso, nei raid, di armi vietate, come napalm e munizioni al fosforo bianco, sulla città curda Ras al-Ayn. La denuncia arriva dal portavoce delle Forze democratiche siriane, Mustafa Bali, nell'ottavo giorno di offensiva turca nel nord-est della Siria. Ankara ha smentito e, a sua volta, ha accusato 'l'organizzazione terroristica' di utilizzare armi chimiche per incolpare l'esercito turco. I curdi hanno rilanciato chiedendo alle organizzazioni internazionali di inviare squadre per indagare sulle ferite riportate negli attacchi, che in poco più di una settimana ha causato 500 vittime (di cui oltre un centinaio civili) e provocato oltre 300mila sfollati, secondo i dati dell'Osservatorio siriano per i diritti umani.
E resta sulla sfondo anche il 'giallo' della lettera che Trump aveva scritto a Erdogan il 9 ottobre scorso: "Non fare il duro, non fare lo sciocco. Non vuoi essere responsabile del massacro di migliaia di persone", scriveva. "La storia ti guarderà favorevolmente se riuscirai ad agire nel modo giusto e umano". Ma Erdogan avrebbe gettato la lettera "nella spazzatura". Fonti governative di Ankara, citate da media locali, hanno riferito che la presidenza turca ha ritenuto la missiva "priva di cortesia diplomatica" e ha dato la sua "migliore risposta lanciando lo stesso giorno l'operazione" militare oltre confine.
Ma venerdì è arrivata la denuncia della violazione del cessate il fuoco da parte curda."Nonostante l'accordo per fermare i combattimenti, gli attacchi aerei e di artiglieria continuano a colpire le posizioni dei combattenti, gli insediamenti civili e l'ospedale di Serekaniye/Ras al-Ayn. La Turchia sta violando l'accordo di cessate il fuoco continuando ad attaccare la città dalla scorsa notte". Così su Twitter Mustafa Bali, portavoce delle Fds, Forze democratiche siriane a maggioranza curda. E l'Osservatorio siriano per i diritti umani denuncia un raid aereo turco a est di Ras al-Ain, nel nordest del Paese, in cui cinque civili sono stati uccisi in Siria.
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