La notizia data da Alarm Phone, che è stata contattata anche da un'altra imbarcazione in difficoltà. Intanto la Libia valuta di scarcerare i rinchiusi nei centri di deportazione

Più di 80 migranti partiti dalla Libia su un gommone sono dispersi al largo di Zarzis in Tunisia, dopo che l'imbarcazione è affondata. Tre i sopravvissuti, mentre almeno un cittadino ivoriano è morto. Il bilancio è dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), mentre dalla Libia continuano ad arrivare notizie legate ai centri di detenzione in cui sono trattenute migliaia di migranti, dopo che 53 profughi sono morti nel raid aereo che ha colpito una delle strutture a Tajoura, fra cui sei bambini.

Nel centro colpito, secondo l'Oim, restano rinchiuse 300 persone e l'Onu ha espresso preoccupazione per la sorte dei profughi "in pericolo nei centri vicini alle zone di combattimento". In tutto il Paese, dice l'Onu, sono rinchiuse 5.700 persone, di cui 3.300 in zone di pericolo. Il governo di accordo nazionale (Gna) del premier Fayez al-Sarraj sta valutando di chiudere tutti i centri di detenzione, liberando tutte le persone rinchiuse, per la loro sicurezza.

Il ministro dell'Interno, Fathi Bashagha, citato dal Libya Observer, ha anche ammesso che l'esecutivo ha il dovere di proteggere i civili, ma ha detto che i raid sono al di là della sua responsabilità. Dopo alcune ore è arrivata la reazione delle forze rivali, fedeli al generale Khalifa Haftar: il Comando generale, ha annunciato un portavoce, è "pronto a collaborare" con il governo riconosciuto a livello internazionale per "l'immediata liberazione" dei migranti, tornando ad accusare le forze di al-Sarraj di violazioni nei confronti dei profughi, nonché di usarli come "scudi umani".

Mercoledì notte il Consiglio di sicurezza Onu non era riuscito a trovare un'intesa sul testo, presentato da Londra, per condannare il raid sul centro di detenzione, chiedere un cessate il fuoco e colloqui politici: a bloccarlo, secondo AFP, gli Usa. In Tunisia, un maliano di circa 20 anni ha raccontato che il gommone ha fatto naufragio lunedì e di essere stato salvato in extremis mercoledì, ha detto ad AFP Wajdi Ben Mhamed, responsabile dell'Oim per la nazione nordafricana. La barca, ha aggiunto, è partita lunedì mattina presto da Zuara in Libia verso l'Italia con 86 persone a bordo, c'è stata una perdita e la massa di gente muovendosi ha causato il ribaltamento. Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Oim, ha chiesto più informazioni sul naufragio. Altri due maliani sono sopravvissuti, mentre un ivoriano è morto in ospedale.

Ore dopo la notizia del naufragio, il servizio Alarm Phone ha fatto sapere di essere stato contattato da una barca in pericolo, proveniente dalla Libia, con 55 persone a bordo. "Abbiamo informato le autorità e Mediterranea, che ha individuato la barca", ha twittato. La ong Mediterranea Saving Humans ha poi dato notizia che la sua nave Alex, tornata al largo della Libia il 2 luglio, ha salvato 54 persone, fra cui 11 donne di cui tre incinte e 4 bambini. "Motovedetta libica arrivata tardi, prima intima l'alt, poi si allontana dalla scena", ha twittato l'ong, aggiungendo: "Adesso serve subito un porto sicuro", "devono essere salvati, non riportati in Libia". Ma non è l'unica notizia che arriva dall'ong: ha pubblicato anche l'immagine di un gommone semiaffondato, trovato al largo, commentando: "Quasi sicuramente un naufragio 'fantasma'. Quanti morti non lo sapremo mai", "nel silenzio, l'umanità muore. Senza testimoni". 

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