L'endorsement del presidente francese. Ma la cancelliera esclude futuri incarichi politici e continua a sostenere il candidato del Ppe Manfred Weber
Mentre la corsa alla successione di Jean-Claude Juncker al timone della Commissione Ue è del tutto aperta, Emmanuel Macron lancia il nome di Angela Merkel. "Se lei volesse" candidarsi "la sosterrei", ha detto il presidente francese in un'intervista alla Radio Televisione Svizzera RTS, a margine di una sua visita a Ginevra in occasione dei 100 anni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo). "L'Europa ha bisogno di volti e personalità forti, ha bisogno di gente che abbia una credibilità personale e le competenze per ricoprire quei posti", ha detto Macron. Poi, a una domanda sulla leader della Cdu, ha risposto così: "Non voglio parlare per Angela Merkel con la quale ho una grande amicizia. Se lei volesse (candidarsi ndr.) la sosterrei".
La cancelliera tedesca non è candidata e, anzi, prima delle elezioni europee, lo scorso 16 maggio aveva escluso di assumere incarichi politici in Ue o altrove dopo il suo addio alla politica tedesca in programma per il 2021, al termine del mandato di governo. Le speculazioni su un possibile incarico europeo di Merkel erano cominciate dopo che in un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung aveva dichiarato che, come molte persone, era preoccupata per il futuro dell'Europa ma che si sentiva "più moralmente obbligata a unirsi ad altri per garantire che l'Europa abbia un futuro". Poco dopo era però intervenuta a smorzare ogni rumor: "Non sono disponibile per nessun altro posto politico, non importa dove sia – neanche in Europa", aveva detto la 64enne.
"Macron ha proposto Merkel alla guida della Commissione europea? Bella coppia…", è stato il commento del ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini.
Merkel finora ha continuato a sostenere per la presidenza della Commissione Ue, Manfred Weber, cioè il candidato del Ppe, la famiglia europea a cui il suo partito appartiene. La cancelliera ritiene che, dal momento che il Partito popolare europeo si è confermato prima forza politica alle europee, è a Weber che spetta la guida dell'esecutivo comunitario. Un tema su cui nel vertice Ue del 28 maggio, quello immediatamente successivo alle elezioni, era andato in scena un braccio di ferro proprio fra Merkel e Macron: la prima continuava a sostenere Weber, il secondo invece è contrario a Weber perché non crede nel sistema degli 'spitzenkandidaten', che definisce una "prigione". Allora, al suo arrivo a Bruxelles, l'inquilino dell'Eliseo aveva citato tre possibili nomi di persone in grado, a suo parere, di ricoprire l'incarico: la danese commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager; il francese capo negoziatore per la Brexit, Michel Barnier; e l'olandese vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans; escludendo dunque Weber. Per Macron bisogna trovare un nome intorno al quale si possa raccogliere un "progetto": vorrebbe un candidato che riesca a sostenere un'ampia alleanza di popolari, socialdemocratici, liberali e Verdi, per rispecchiare i nuovi equilibri dell'emiciclo.
La partita delle nomine ai posti chiave dell'Ue – non solo alla guida della Commissione, ma anche di Consiglio, Banca centrale e Alto rappresentante per la politica estera – sarà sul tavolo del prossimo vertice Ue in programma per il 20 e 21 giugno. Intanto si vanno definendo i contorni del nuovo Europarlamento, che dovrà insediarsi il 2 luglio. Il gruppo dell'estrema destra attualmente chiamato 'Europa delle nazioni e delle libertà' (Enf), in cui siedono la Lega di Salvini e il Rassemblement national di Marine Le Pen, ha scelto come suo capogruppo un italiano, Marco Zanni della Lega, e ha annunciato che cambierà nome in 'Identità e democrazia' e conterà su 73 eurodeputati. E il gruppo 'Alleanza dei liberali e democratici per l'Europa' (Alde), presieduto dall'ex premier belga Guy Verhofstadt, ha annunciato che per accontentare i macronisti è stato ribattezzato 'Renew Europe'.
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