Problemi di comunicazione e informazioni non trasmesse a chi di dovere: un cortocircuito all'interno dello Stato che è sempre più difficile ignorare

Erano istruiti e appartenenti a famiglie benestanti i kamikaze responsabili degli attacchi di Pasqua in Sri Lanka. Tre giorni dopo la tragedia, il cui bilancio si è aggravato a 359 morti e oltre 500 feriti, emergono nuovi dettagli dalle indagini. A tracciare il profilo degli attentatori è stato il vice ministro della Difesa, Ruwan Wijewardene: uno di loro aveva studiato nel Regno Unito e aveva poi fatto degli altri studi universitari in Australia. E secondo quanto risulta ad AFP dall'inchiesta, due fratelli di una famiglia agiata hanno avuto un ruolo chiave negli attacchi, facendosi esplodere negli hotel Shangri-La e Cinnamon di Colombo al buffet della prima colazione. Il padre è fra le persone arrestate in relazione agli attacchi, che sono salite a 68 dopo gli ultimi 18 fermi effettuati nei raid nella notte fra martedì e mercoledì.

L'Isis ha rivendicato gli attentati senza fornire prove dirette del proprio coinvolgimento, ma adesso il primo ministro Ranil Wickremesinghe ha dichiarato che il gruppo potrebbe essere legato alle esplosioni. Le autorità hanno finora attribuito il bagno di sangue al movimento islamista locale National Thowheeth Jama'ath (NTJ), che non l'ha rivendicato: secondo Wijewardene sarebbe stato opera di una "fazione dissidente" del NTJ. "Il leader del gruppo era uno dei kamikaze ed è morto", ha spiegato ancora in conferenza stampa, spiegando che si è fatto esplodere all'hotel Shangri-La. Per il governo sono nove i kamikaze morti negli attacchi di Pasqua, che hanno colpito tre chiese e tre hotel di lusso: otto di loro sono stati identificati.

Quel che è certo è che nel mirino c'è ora la gestione da parte delle autorità nei giorni prima di Pasqua: 15 giorni fa una nota avvertiva la polizia del fatto che il movimento islamista locale National Thowheeth Jama'ath (NTJ) preparava degli attentati, ma la cosa non è stata comunicata al capo del governo e ai ministri. L'allerta si basava su elementi trasmessi da "un'agenzia di intelligence straniera". Secondo quanto emerso l'avvertimento proveniva dall'India. Tanto che il viceministro della Difesa Wijewardene ha dovuto ammettere un "fallimento nella comunicazione delle informazioni". "Il governo deve assumersi le sue responsabilità perché se l'informazione fosse stata trasmessa alle persone giuste, questo avrebbe potuto evitare o ridurre l'effetto" degli attentati. Per il Guardian poi, che cita in esclusiva fonti locali e occidentali, le autorità dello Sri Lanka erano state avvertite da agenzie di sicurezza straniere oltre quattro mesi fa del fatto che una rete di estremisti islamici era attiva e avrebbe potuto commettere attacchi terroristici.

Questo cortocircuito all'interno dello Stato potrebbe rilanciare la crisi ai vertici del Paese, in un contesto di lotta per il potere fra presidente e primo ministro: il primo aveva silurato il secondo in autunno ma era stato costretto a rinominarlo dopo sette settimane di caos. Il presidente dello Sri Lanka, Maithripala Sirisena, ha chiesto la sostituzione del ministro della Difesa Hemasiri Fernando e ha avviato l'iter per rimuovere anche l'ispettore generale della polizia, Pujith Jayasundara. Per giovedì Sirisena ha convocato una riunione dei rappresentanti di tutti i partiti politici.
 

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