Secondo l'Oms i morti sono saliti a 147 e i feriti a 614. Appello all'Italia e all'Unione Europea del numero due del governo di Tripoli. Sulla crisi libica e migranti è scontro nel governo. Scambio di accuse tra la ministra Trenta e Giorgia Meloni (Fdi)

Sono almeno 147 le persone uccise e 614 quelle rimaste ferite nella battaglia di Tripoli. L'offensiva del generale Khalif Haftar contro la capitale libica e il governo legittimo di Fayez Al Serraj . I dati vengono dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) con un post su Twitter. Vi viene precisato anche che l'organizzazione ha dispiegato varie squadre di operatori sanitari in appoggio agli ospedali della zona. Questa mattina presto gli uomini del generale Haftar hanno bombardato il distretto Abu Salim di Tripoli con razzi e colpi di mortaio. Lo ha riferito Libya Observer, citando danneggiamenti di proprietà e il ferimento di alcuni civili. La testata ha anche diffuso delle fotografie in cui si vedono edifici danneggiati e persone soccorse dai servizi medici d'emergenza.

Ottocentomila migranti verso l'Europa –  E dallo stesso premier libico Al Serraj, arriva una minaccia per l'Europa. Il peggioramento della situazione in Libia potrebbe spingere 800mila migranti e cittadini libici verso le coste europee e l'Italia, tra loro anche criminali e jihadisti legati a Isis. Fayez Al Serraj lo dice in un'intervista al Corriere della Sera:. "Ho ripetuto più volte che questa è una vera e propria guerra contro di noi, una guerra che ci è stata imposta. Noi siamo una popolazione pacifica. Le nostre forze armate e la nostra popolazione si stanno difendendo. I nostri combattenti stanno operando sul campo. Noi difenderemo le nostre città, la guerra è ancora aperta e i combattimenti continuano. Noi ci auguriamo che la comunità internazionale operi al più presto per la salvezza dei civili".

Maitig a Roma – Intanto, a Roma, è arrivato il vicepresidente e braccio destro di Al Serraj, Ahmed Maitig. Incontrerà il premier Giuseppe Conte cercando di convincere l'Italia e l'Europa a prendere decisamente le parti del governo di Tripoli: "Vorrei chiedere a qualche capo di governo europeo: hanno capito chi è Haftar? – ha detto Maitig in un'intervista a Repubblica – Hanno capito su chi stanno puntando? Il tradimento del povero governo di Tripoli che noi rappresentiamo è un tradimento della legge internazionale, Dell'Onu che aveva qui il suo segretario generale Guterres mentre Haftar dava gli ordini di attacco. All'Italia, all'Europa, chiedo di aiutarci in ogni modo a far rispettare la legge internazionale, gli impegni assunti di fronte all'Onu. Ci aiutino a fermare la guerra. La guerra civile di Libia è già una guerra regionale fra arabi, speriamo non lo diventi anche fra voi europei".

Maitig, oggi incontrerà anche Salvini e probabilmente anche il vice- premier del Qatar, Mohammad Al Thani che è arrivato ieri dovrebbe rimanere per lui in Italia. Il Qatar è uno dei Paesi che sostiene direttamente il governo libico ed è pronto (lo sta già facendo) ad aiutarlo anche sul piano militare.

Conte: "Lavoriamo per soluzione pacifica" – E il premier, Giuseppe Conte si mostra seriamente preoccupato dalla situazione: "Stiamo seguendo l'evoluzione della Libia. Siamo preoccupati, vogliamo una soluzione politica della crisi e faremo di tutto perché tutti gli attori libici, ivi compresi anche gli esponenti della comunità internazionale, lavorino con noi per una soluzione pacifica e definitivamente stabile". "Lavoriamo – ha detto – per fermare le ostilità, vogliamo un cessate il fuoco immediato, riteniamo che il dialogo politico sia l'unica soluzione plausibile e sostenibile sul terreno. Dobbiamo scongiurare una crisi umanitaria che sarebbe devastante per le ricadute ovvie in Italia e in Ue". 

Di Maio – "Noi non permetteremo mai che arrivino 800mila migranti in Italia e questo non si può fare solo con la politica che abbiamo adottato finora come Italia. Lo si deve fare intervenendo come Europa, con una politica di ridistribuzione che deve valere sempre – aggiunge -, con una cooperazione per stabilizzare la Libia". Lo dice il vicepremier, Luigi Di Maio, da Dubai, rispondendo alle domande dei cronisti sulle tensioni in Libia e le dichiarazioni del presidente Al Serraj.

Scontro Trenta-Lega-Fdi – Ma nel governo, anche il tema della Libia è diventato oggetto di discussione e scontri. Alcuni esponenti leghisti hanno fatto affermazioni piuttosto esplicite sul ruolo giocato da alcuni Paesi europei (leggi Francia) nella vicenda, altri sembrano puntare su un intervento armato europeo anche per evitare che la guerra civile in Libia cominci a produrre un nuovo flusso di migranti verso l'Italia. Sulla questione è intervenuta (intervistata da Massimo Giannini su "Circo Massimo", la ministra della Difesa Elisabetta Trenta: "Quelli che dicono 'attaccate perché altrimenti arrivano i migranti' non hanno capito che se si dovesse andare a un'altra guerra non avremmo migranti ma rifugiati, e i rifugiati si accolgono". 

Aggiunge Trenta: "Credo che la diplomazia debba essere portata ai massimi livelli. Non è utile utilizzare queste occasioni per fare politica, bisogna lavorare tutti nella stessa direzione.Chi parla di possibili attacchi militari in Libia non si rende conto di quello che sta dicendo. Se negoziare significa parlare, l'Italia deve continuare a parlare con tutti per fare in modo che si possa arrivare a una soluzione non militare",

Giorgia Meloni – Alla ministra risponde subito la presidente di Fdi, Giorgia Meloni: "Si riaccende la guerra civile in Libia e il ministro della Difesa Trenta cerca subito il pretesto per far ripartire l'ondata di clandestini in Italia. La sua affermazione di oggi, secondo la quale 'se scoppia la guerra i migranti diventano rifugiati e vanno accolti', è analfabetismo giuridico: i rifugiati sarebbero al limite solo i libici, e non certo chi proviene dal resto dell'Africa. Niente scherzi, il ministro della Difesa, invece di parlare come un attivista di una Ong, si occupi di verificare se la nostra Marina militare ha tutto pronto per mettere in atto un blocco navale per impedire l'invasione di clandestini e il rischio di infiltrazioni terroristiche". 

Immediata la replica di Trenta:  "Oggi vedo che la Lega e qualche movimento di estrema destra è partito all'attacco della sottoscritta. Posso invitarli tutti da me, al ministero, così gli spiego un po' di diritto internazionale e magari capiscono cosa possono produrre i loro toni aggressivi sulla Libia. Che poi il paradosso è che gli stessi che gridano alla guerra, dalla Lega a FdI, sono gli stessi che fanno propaganda sui migranti. Non hanno capito che alzando i toni come fanno rischiano solo di destabilizzare ulteriormente la situazione provocando così loro, per primi, nuovi flussi migratori verso l'Italia". 

Matteo Salvini – In Libia "sta succedendo che, per interessi economici e commerciali, qualcuno sta giocando sul fuoco, sta giocando alla guerra; e non è mai una buona soluzione quando si gioca alla guerra". Lo dice il vicepremier Matteo Salvinin, in un'intervista in onda stasera all'interno di 'Povera Patria', nella seconda serata di Rai2. "Spero che tutte le potenze occidentali abbiano capito la lezione del passato, gli errori del passato: in Libia, in Iraq. E quindi si rispettino quei popoli e li si lasci avvicinare alla democrazia senza forzature", aggiunge Salvini.

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