Il relitto trovato ad una profondità di 800 metri. Nell'incidente del 15 novembre 2017 morirono 44 membri dell'equipaggio
Esattamente un anno dopo la scomparsa del sottomarino della Marina argentina con 44 persone a bordo, il relitto del San Juan è stato trovato nell'Atlantico. Il sommergibile, spesso utilizzato per la lotta contro la pesca illegale, era scomparso il 15 novembre del 2017; a un anno di distanza è stato individuato venerdì, 16 novembre, ma per l'annuncio le autorità hanno atteso prima di contattare tutti i familiari dell'equipaggio.
"Il ministero della Difesa e la Marina argentina annunciano che l'analisi del punto numero 24 da parte della Ocean Infinity", cioè la società incaricata delle ricerche, "effettuata da un mini sottomarino a 800 metri di profondità" ha permesso di localizzare l'ARA San Juan, ha annunciato la Marina su Twitter. "L'imbarcazione di Ocean Infinity ha deciso di fare una nuova ricerca e grazie a dio è riuscito a trovare la zona" in cui il sommergibile si era eclissato, ha dichiarato alla tv Todo Noticias il portavoce della Marina, Rodolfo Ramallo.
Ocean Infinity è la società privata americana alla quale erano state affidate le ricerche da settembre e che prevedeva di interromperle a febbraio: è un robot sottomarino con una telecamera che ha captato le immagini del San Juan, a circa 400 chilometri dalle coste della Patagonia. La nave che ha dispiegato nell'Atlantico per le ricerche è la Seabed Constructor, dotata della tecnologia più sofisticata, fra cui telecamere sottomarine capaci di filmare i fondali fino a 6mila metri di profondità. Con lo Stato argentino la società, già incaricata delle ricerche del relitto del volo MH370 di Malaysia Airlines scomparso a marzo 2014 mentre copriva la tratta Kuala Lumpur-Pechino, aveva raggiunto un accordo che prevedeva 7,5 milioni di dollari nel caso in cui fosse riuscita a localizzare il San Juan. Prima dell'intervento di Ocean Infinity il tentativo di trovare il sottomarino era stato portato avanti dalle navi di una decina di Paesi, tra fine 2017 e inizio 2018, e poi dalla Marina argentina con mezzi deboli.
Un anno fa, un'esplosione sottomarina avvenuta nella zona della scomparsa aveva subito accreditato la tesi di un'esplosione a bordo, probabilmente delle batterie, dal momento che prima che le comunicazioni si interrompessero il comandante aveva segnalato un problema proprio a livello di batterie; nonostante secondo lui questo non avrebbe costituito un ostacolo al proseguimento della navigazione verso la sua base nel Mar del plata, un porto dell'Atlantico a 400 chilometri da Buenos Aires. È qui che giovedì, nel primo anniversario della scomparsa, si era tenuto un omaggio ai 44 marinai, alla presenza del presidente argentino Mauricio Macri.
Lo studio del relitto "permetterà di saperne di più su questa tragedia" perché "a questa profondità dovremmo poterlo ispezionare e determinare la causa dell'incidente", riferisce un funzionario della Marina argentina. L'ipotesi privilegiata dagli esperti è quella di un ingresso di acqua da una valvola difettosa dello 'snorkel', cioè la presa d'aria del sistema di ventilazione usata quando si risale in superficie.
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