Le ammissioni di Ryad sull'omicidio del giornalista sono piene di incongruenze e buchi. Anche per Trump ci sono state bugie

Alla vigilia delle rivelazioni promesse dal presidente turc Recep Tayyip Erdogan sull'omicidio di Jamal Khashoggi, un'auto abbandonata che appartiene al consolato saudita è stata trovata in un parcheggio sotterraneo di Istanbul, scatenando speculazioni sul fatto che a bordo possa essere ritrovato il corpo del giornalista. Per capire se sia una pista corretta però bisognerà attendere: la polizia ha chiesto alla procura e al consolato saudita l'autorizzazione di perquisire il veicolo.

Intanto, a fare da contraltare ai numerosi tentativi di Riyad di dimostrare l'estraneità del principe ereditario Mohammed bin Salman (MBS), la stampa turca ha pubblicato nuove informazioni che portano direttamente a lui: secondo il quotidiano turco Yeni Safak, l'uomo presentato come il capo del commando saudita di 15 agenti mandato a Istanbul per uccidere il reporter avrebbe chiamato "quattro volte il direttore dell'ufficio del principe ereditario, Bader Al-Asaker" dopo l'assassinio.

Le ammissioni di Riyad sulle circostanze della morte del giornalista, piene di incongruenze e buchi, continuano a suscitare un'ondata di scetticismo nel mondo. Domenica il ministro degli Esteri saudita, Adel al-Jubeir, ha ammesso che Khashoggi è stato vittima di un "omicidio", evocando una "operazione non autorizzata" dal potere e sottolineando che il principe ereditario Mohammed bin Salman "non ne era al corrente". In una delle ultime rivelazioni, la Cnn riferisce da fonti turche di un video delle telecamere di sicurezza in cui si vedrebbe un sosia di Khashoggi che sarebbe stato fatto uscire dal retro del consolato e si sarebbe aggirato per le vie di Istanbul il giorno della scomparsa. Per la fonte, sarebbe uno degli agenti che erano stati appositamente mandati da Riyad.

L'Arabia Saudita ha annunciato il siluramento del numero due dei servizi di intelligence sauditi, il generale Ahmed al-Assiri, e di tre alti responsabili di questi servizi, come pure di un consigliere per i media alla corte del re, Saoud al-Qahtani. Diciotto sospetti sauditi sono stati fermati. Ma alcuni analisti occidentali hanno visto in queste rimozioni dagli incarichi e negli arresti un tentativo di individuare dei capri espiatori e di risparmiare il principe MBS, uomo forte del regno. Il presunto capo del commando citato da Yeni Safak sarebbe Maher Abdulaziz Mutreb, un membro della scorta di MBS, che si vede sulle immagini delle telecamere di sicurezza diffuse dai media turchi mentre arriva al consolato saudita il giorno della scomparsa di Khashoggi, il 2 ottobre.

Donald Trump, cedendo alle pressioni intorno al caso, dopo avere in un primo momento dichiarato credibile la versione di Riyad ha affermato domenica che ci sono state "bugie". A imbarazzarlo anche il buon rapporto fra il genero Jared Kushner e Mohammed bin Salman. E su questo è intervenuto Kushner in persona, dicendo alla Cnn di avere consigliato al principe di essere "trasparente".

La Turchia continua a promettere che "niente resterà segreto" e le richieste di verità giungono da ogni parte. E mentre a Riyad si prepara l'apertura della 'Davos del deserto' con le tante defezioni (l'ultima quella del ceo di Siemens), la Germania ha lanciato un appello all'Ue: sospendere ogni nuovo contratto di armamenti con l'Arabia Saudita finché Riyad non avrà fatto luce sulla morte del giornalista Jamal Khashoggi. "Solo se tutti i Paesi europei si mettono d'accordo questo impressionerà il governo di Riyad", ha detto il ministro dell'Economia tedesco Peter Altmaier.

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