Non solo crolli e uno tsunami, il terremoto del 28 settembre sull'isola indonesiana di Sulawesi ha provocato anche frane e smottamenti. Una in particola, nell'area di Balaroa a Palu, ha investito un intero complesso residenziale facendo decine e decine di vittime. Otto giorni dopo il disastro l'esercito sta ancora scavando tra fango e macerie, recuperando molti corpi ormai in decomposizione, che preoccupano le autorità per i rischi sanitari che comportano. Circa 1000 persone mancano ancora all'appello nella città di Palu, la più colpita dal terremoto e dallo tsunami, mentre il bilancio delle vittime è salito a 1571 morti. Le speranze di trovare ancora qualcuno in vita stanno ormai svanendo, anche se le ricerche sopravvissuti non sono ancora state interrotte. Si teme che tra le rovine di Petobo e Balaroa, località nell'area di Palu in pratica cancellate dal disastro, ci siano decine di cadaveri. Le autorità hanno invitato la popolazione a tenersi alla larga per evitare la diffusione di epidemie.
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