Un progetto multimediale che raccoglie testimonianze inedite sul rischio di trasferimenti forzati e deportazioni a causa della mancanza di documentazione legale

Centinaia di migliaia di rifugiati siriani vivono in Giordania senza documentazione legale e civile. Sono invisibili, stanno perdendo le loro identità, sono esposti a varie forme di meccanismi risposta negativi, sfruttamento e abuso, oltre al rischio di essere trasferiti con la forza nei campi o deportati in Siria.

Il progetto multimediale Relocated identities, realizzato da Intersos e finanziato dal Dipartimento per la protezione civile e gli aiuti umanitari della Commissione europea (Echo), mira a documentare le esperienze personali di uomini, donne e bambini che lottano per salvaguardare la propria identità di esseri umani e proteggere i propri diritti e la propria libertà.

Il fotografo italiano Alessio Cupelli e la produttrice multimediale Katia Marinelli hanno trascorso diverse settimane con gli operatori di Intersos in Giordania raccogliendo storie e interviste uniche delle famiglie di rifugiati siriani che affrontano la sfida di regolarizzare lo stato della propria documentazione legale e civile in Giordania.

Il trasferimento al campo di Azraq, la deportazione in Siria, le dure condizioni di vita, la separazione familiare, crescenti difficoltà economiche, sfruttamento lavorativo, anche minorile, emarginazione, problematiche di genere, abbandono scolastico e accesso limitato agli aiuti umanitari e ai servizi pubblici, sono tra le numerose conseguenze della mancanza di documentazione.

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata