Il principale avversario, Ince, sfiora il 30%. I nostri connazionali, con altri 6 stranieri, erano osservatori antibrogli
Veleggia verso la riconferma il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Una vittoria per 'il sultano' sia alle presidenziali sia alle legislative. Un voto storico per il Paese perché, dopo la riforma costituzionale dell'anno scorso, chi vince diventa ora 'super-presidente' con in mano l'esecutivo e un Parlamento molto dimensionato. A due terzi dello scrutinio Erdogan è al 54.17% mentre il suo principale rivale, il socialdemocratico Muharrem Ince, sfiora il 30%. Un risultato, per il presidente, di molto inferiore rispetto alle prime stime che lo davano vincente con oltre il 60%: in effetti i primi voti arrivavano dalle province del Mar Nero e dell'Annatolia, i feudi governativi. A fare differenza saranno le schede provenienti dalle grandi città, la capitale Ankara in primis, e poi Istanbul e Smirne che già al referendum costituzionale avevano voltato le spalle al presidente.
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L'opposizione non sembra disposta a cedere le armi: ancora prima dell'apertura delle urne, ha denunciato pesanti brogli. L'obiettivo dichiarato dei partiti di opposizione è trascinare Erdogan al secondo turno, portandolo sotto il 50%: al ballottaggio infatti il presidente uscente si ritroverebbe contro i voti di cinque diversi candidati (Meral Aksener del partito di destra nazionalista Iyi ora al 7.48%, Temel Karamollaoglu del 'Partito della felicità' Sp islamo-conservatore allo 0,91%, Dogu Perinçek del Partito patriottico 'Vatan' allo 0.2% e Selahattin Demirtas del partito filocurdo Hdp al 7.13%) di estrazione diversissima ma uniti nell'opporsi all'uomo che da 16 anni incarna il potere in Turchia.
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