Leader ostinato al governo dopo due sconfitte

Sconfitto due volte alle elezioni, umiliato nei tentativi di formare un governo con Podemos e Ciudadanos, fatto fuori dal suo stesso partito, per poi tornare leader e arrivare alla Moncloa nel modo più inaspettato, senza precedenti nella storia della Spagna. Quella di Pedro Sanchez, 46 anni, primo ministro spagnolo dopo che la sua mozione di sfiducia a Mariano Rajoy ha ottenuto la maggioranza in parlamento, è una storia che racconta il trionfo dell'ostinazione.

Professore universitario di Economia e Storia del pensiero politico, Sanchez è nato il 29 febbraio 1972 a Madrid ed è cresciuto in una famiglia benestante. Suo padre era un imprenditore e sua madre una dipendente statale. Ha studiato economia all'Università Complutense della capitale spagnola prima di ottenere un master in economia politica all'Università Libera di Bruxelles. La sua carriera politica è iniziata nel 1993. A 26 anni ha lavorato come consulente al Parlamento europeo, prima di fare un'esperienza come capo di gabinetto dell'Alto rappresentante delle Nazioni Unite in Bosnia. In patria ha esordito da consigliere comunale a Madrid, rimanendo in carica dal 2004 al 2009 quando è diventato membro del Parlamento. Nel 2014 è arrivato alla guida del Psoe (il Partito socialista operaio spagnolo) dopo aver vinto le prime primarie della storia del partito, ma alle elezioni del dicembre 2015 non è riuscito a battere il candidato conservatore Mariano Rajoy. Durante i successivi lunghi mesi di paralisi politica, Sanchez ha provato a lungo senza successo a formare un governo con il supporto di Ciudadanos e Podemos. Le nuove elezioni convocate nel giugno 2016 sono state una disfatta per i socialisti, che hanno registrato il peggior risultato dal ripristino della democrazia nel 1977.

Sanchez è stato sfiduciato dalla direzione del partito, che lo ha considerato responsabile del fallimento. Lui però non si è arreso, e nel maggio 2017 è riuscito a tornare alla guida del Psoe, vincendo le primarie dopo aver girato in auto tutta la Spagna per convincere i militanti a votarlo. Nei mesi del braccio di ferro tra il governo di Madrid e la Catalogna, Sanchez si è schierato con Rajoy e contro gli indipendentisti. Anche per questo il Partito popolare non si aspettava che fosse proprio lui a decretare la fine dell'esecutivo conservatore. "Pedro Sanchez passerà alla storia come il Giuda della politica spagnola", ha affermato recentemente Fernando Martínez-Maillo, coordinatore del Pp. Lo stesso Rajoy lo ha accusato di essere "pronto per ambizione personale ad allearsi con chiunque e a qualsiasi costo". Quello che è certo è che Sanchez entra nella storia come il primo leader dell'opposizione che è riuscito a ribaltare la maggioranza in parlamento e spodestare il governo.

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