Il presidente riconfermato fino al 2025. Gli avversari denunciano pressioni sugli elettori e chiedono una nuova consultazione
Un anno fa tutti lo ritenevano politicamente finito e nessuno avrebbe immaginato che si sarebbe ricandidato. Tuttavia Nicolas Maduro, al centro di una delle peggiori crisi politiche ed economiche attraversate dal Venezuela, è stato rieletto domenica per un secondo mandato presidenziale di sei anni, che comincerà a gennaio del 2019 e si concluderà nel 2025.
Questo ex conducente di autobus di 55 anni, che ha preso le redini del partito socialista e del Paese dopo la morte di Hugo Chavez, è stato rieletto con il 67,7% dei voti, contro il 21,2% del suo principale avversario, Henri Falcon. Ma l'affluenza è stata molto bassa, con l'astensione che si è attestata al 52% circa. Nelle ultime elezioni presidenziali, nel 2013, quando Maduro aveva vinto alle urne contro il candidato d'opposizione Henrique Capriles, l'affluenza era stata del 79,69%.
Inizialmente previste per dicembre del 2018, le elezioni sono state anticipate a maggio per volere dell'Assemblea nazionale costituente, composta esclusivamente da sostenitori di Maduro. I cittadini chiamati alle urne erano circa 20 milioni e, secondo il conteggio della commissione elettorale, su 8.603.936 voti Maduro ne ha ottenuti 5.823.728. "Mai prima un candidato presidenziale aveva vinto con il 68% dei voti del popolo e mai prima aveva avuto 47 punti di vantaggio sul secondo candidato", ha esultato Maduro parlando davanti a una folla di sostenitori davanti al palazzo presidenziale di Miraflores a Caracas. E ancora: "Abbiamo vinto ancora! Abbiamo trionfato ancora! Siamo la forza della storia trasformata in una vittoria popolare permanente".
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