Il maltempo ha impedito a due gruppi di raggiungere il rifugio. Tre escursionisti sono in gravi condizioni

Gravissimo incidente sulle Alpi svizzere, nel canton Vallese vicino a Zermatt. Sei alpinisti sono morti e altri 3 sono ricoverati in ospedale in gravi condizioni, dopo essere rimasti intrappolati in una tormenta a 3.200 metri di quota ed essere stati costretti a trascorrere la notte all'addiaccio con temperature sotto lo zero. Le vittime sono italiane: tra di loro il comasco Marco Castiglioni, la guida alpina di 59 anni alla testa del gruppo, due coppie di italiani, di 53 e 45 anni, morte in ospedale e una donna di 52 anni bulgara, morta anche lei in ospedale per ipotermia. Altre tre persone sono in gravi condizioni: uno svizzero di 72 anni, una francese di 56 anni e un'italiana di 43 anni. 

Teatro della tragedia, la zona tra la Pigne d'Arolla e il monte Collon. Tutte le vittime facevano parte di un gruppo composto in tutto da 14 persone provenienti da Francia, Germania e Italia. La comitiva era partita domenica per un'escursione lungo la Haute Route tra Zermatt e Chamonix che corre lungo la catena alpina tra il Cervino e il Monte Bianco a ridosso del confine tra la Svizzera e l'Italia. 

Un improvviso peggioramento delle condizioni meteo ha colto di sorpresa gli alpinisti, che non sono più riusciti a raggiungere il rifugio dove avrebbero dovuto passare la notte. Il gruppo era partito dal rifugio Cabanne des Dix, a 2.900 metri di quota e doveva arrivare alla tappa successiva, la cabanne des Vignettes, a 3.157 metri lungo un percorso denominato "Serpentine". Gli escursionisti procedevano in due gruppi distinti, uno di 10 persone e un altro di 4, quando la tormenta li ha sorpresi. Stavano salendo verso il ghiacciaio della Pigne d'Arolla, quando è calata una fitta nebbia, ha cominciato a nevicare. Il vento, che soffiava a raffiche da 100 chilometri all'ora, ha peggiorato ulteriormente la situazione, così il gruppo ha dovuto passare la notte all'aperto.

I soccorsi si sono potuti muovere solo la mattina di lunedì, dopo che i gestori del rifugio dove la comitiva era attesa hanno lanciato l'allarme. Grazie a diversi elicotteri è stato possibile individuare i dispersi in tempi brevi. Per 6 di loro, tra cui la guida alpina italiana, però, era troppo tardi: sono morti per ipotermia prima di arrivare in pronto soccorso o nelle ore successive. Altri 5 compagni sono stati trasportati negli ospedali della zona in gravi condizioni, e uno di loro è deceduto nella notte tra lunedì e martedì, facendo così salire il bilancio delle vittime.

 Ancora lunedì, uno sciatore francese di 49 anni è morto dopo in ospedale dopo esser stato travolto da una valanga sul ghiacciato dell'Allalin.

MONTE MOCH. Dispersi da domenica sera nella regione del monte Mönch, sulle Alpi bernesi, due giovani alpinisti sono stati trovati morti, uccisi dal freddo e dalla stanchezza a quanto riferito dalla polizia cantonale. Si tratta di un 21enne residente nel cantone e di un 22enne di Basilea Campagna. I due erano saliti dalla Lauperrippe e ridiscendevano dalla cresta nord-orientale, in direzione dell'Eigerjoch. Le ricerche, in corso anche sul versante vallesano dove poi i corpi sono stati rinvenuti, erano state sospese per via del maltempo.

TRA MONTE BIANCO E MONTE ROSA. Altri due scialpinisti francesi sono morti nella zona di Chamonix, uno sorpreso dal maltempo e l'altro travolto da una valanga. Una donna francese della sua stessa età, che era con lui, è sopravvissuta. Un'escursionista russa dispersa nella zona del ghiacciaio del Lys, versante sud del Monte Rosa, è stata trovata morta sotto la Ludwighshoe, a quota 4200 metri, in Valle d'Aosta.

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